Voti di scambio. Nel Salento partono i saldi

Accuse pubbliche che non si sono mai tramutate in vere e proprie denunce hanno caratterizzato le campagne elettorali di Lecce e Brindisi

Cento euro per un voto. Il mercato del voto di scambio in Salento sembra essersi assestato sulla cifra tonda, a Lecce come a Brindisi. Ci sono anche le offerte “due per uno”, cioè 50 euro invece di 100 se porti un amico. E i pacchetti formato famiglia: 500 euro per una ventina di voti. A Lecce a sollevare il polverone è stato il candidato di Io sud Franco Cazzella, che ha diramato un appello a non vendere il proprio voto per “poche decine di euro”. Molto di più si chiedeva nel 2007, quando ad essere imputato per voto di scambio fu un nome illustre del partito di Cazzella, Angelo Tondo, il braccio destro di Adriana Poli, già sindaca di Lecce, senatrice e ministra di Berlusconi. Il reato è stato poi dichiarato prescritto, ma dalle carte processuali vennero fuori incarichi pubblici da undicimila euro, e l’assegnazione delle case popolari. Proprio come scrive oggi Cazzella quando dichiara che “la gente chiedeva uno spiraglio occupazionale o una casa dove poter alloggiare”, e ora invece molto meno. A Brindisi si fa ricorso ai “classici” buoni benzina o alle buste della spesa direttamente recapitate a casa o nelle parrocchie. Così il candidato sindaco del movimento “La Puglia per Vendola”, Giovanni Brigante, facendosi accompagnare dal suo legale di fiducia, chiede al prefetto Nicola Prete di vigilare, soprattutto nei seggi, dove se voto di scambio dev’essere, è facile immaginare che si preannunci la messa in atto della pratica della foto della scheda con il cellulare. Ma nessuno dei candidati che ha denunciato a mezzo stampa si è recato poi in Procura. “Nessuna notizia di reato, nessun fascicolo aperto”, è la dichiarazione del procuratore di Lecce Cataldo Motta. Alberto Maritati e Teresa Bellanova (senatore e deputata Pd) hanno invece segnalato alla Procura alcune “possibili irregolarità nella gestione degli alloggi popolari, dietro le quali potrebbero celarsi dinamiche distorsive della costruzione del consenso”. Così come, segnalano i parlamentari, simili dinamiche potrebbero celarsi anche dietro la straordinaria lentezza con cui procede il concorso per istruttori amministrativi contabili, bandito dal Comune di Lecce nel 2009, che a distanza di tre anni vede 400 candidati, già idonei alle prove scritte, alle prese con le prove orali proprio in coincidenza della campagna elettorale. Loredana Capone, candidata sindaca per il centro sinistra a Lecce, offre assistenza legale gratuita a chi è disposto a denunciare, documentando, i casi di compravendita. Ed è zuffa mediatica con l’uscente e ricandidato Paolo Perrone (Pdl). A Brindisi invece la denuncia seria, ma fatta con l’arma dell’ironia, è del candidato sindaco Idv e Federazione della sinistra Roberto Fusco, che in risposta alle buste della spesa recapitate a casa distribuisce migliaia di buoni “per la legalità”, “per la salute”, “per l’ambiente”. Validi cinque anni, in caso di elezione. Sperando che i cittadini capiscano la posta in gioco. (articolo pubblicato ieri su Il Fatto Quotidiano)

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