Lecce. La designazione della consigliera da parte della Provincia è un “endoprocedimento”: necessario attendere la nomina del ministero per presentare ricorso
LECCE – “Non ci meraviglia che una questione strettamente tecnica venga strumentalizzata dal presidente Gabellone per attribuirsi meriti che non ha, peraltro facendoli passare come meriti che il Tar avrebbe attribuito alla sua gestione”. La deputata del Pd Teresa Bellanova, componente la Commissione Lavoro e la Commissione per le Questioni regionali, interviene sulla questione della designazione da parte del presidente Antonio Gabellone dell’avvocata Fabiana Abadessa quale consigliera di Parità della Provincia di Lecce. Una designazione contro la quale si sono schierate tre candidate alla carica, che hanno presentato ricorso al Tar. “Il 23 febbraio scorso – ricorda Bellanova – il Tar Lecce I sezione ha respinto il ricorso di tre professioniste qualificate alla carica di Consigliera di parità della Provincia di Lecce. Il ricorso era rivolto all’anamento del decreto del 30 marzo del 2011 con cui il presidente Antonio Gabellone designava come Consigliera di parità l’avvocato Fabiana Abadessa. Il giudice amministrativo ha dichiarato inammissibile il ricorso, senza entrare nel merito, perché la designazione (diversa dalla nomina definitiva, che spetta al ministero del Lavoro) del presidente della Provincia è un ‘endoprocedimento’, ossia un atto comunque soggetto al controllo del Ministero titolare del potere di nomina e non un atto finale immediatamente lesivo/impugnabile”. Il Tacco l'aveva spiegato qui. “Il procedimento di nomina – aggiunge la parlamentare – dunque si perfeziona soltanto con il decreto del Ministero del Lavoro, ed è solo quello impugnabile, mentre il provvedimento adottato dal presidente della Provincia di Lecce non è autonomamente impugnabile. E’ necessario fare chiarezza su questo punto, per fugare ogni dubbio: il giudice amministrativo non ha espresso alcun giudizio positivo sull’Amministrazione Gabellone. Rileviamo come, ancora una volta – conclude la deputata -, il merito e la competenza sembrano non rappresentare alcun valore aggiunto in una selezione che sembra seguire altre logiche”.
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