Amministrative. Gravili: ‘Il Comune è di tutti’

Racale. Si dice desideroso di operare il cambiamento della città, ma anche disposto a fare un passo indietro in nome della “squadra”

RACALE – Luigi Gravili, ragioniere commercialista , ex vicesindaco di Racale, ha rimesso le cariche circa un anno e mezzo fa perché non condivideva il modus operandi della maggioranza uscente. Si candida alla carica di sindaco ma è anche disposto a fare un passo indietro in nome della “squadra”. “Le liste a Racale sembrano proliferare, anche se sono sicuro che alla fine saranno tre. Ad oggi Metallo è quello che risulta più sicuro, ora si sta parlando anche di Silvio Causo. Il mio primo interlocutore per una probabile alleanza è proprio Metallo con il quale c’è un’ottima sintonia dal momento che condividiamo un progetto simile. Ovviamente il voler trovare un accordo presupporrebbe che uno dei due facesse un passo indietro, forse ricorrendo anche alle Primarie, sebbene io, non abbia paura di farmi da parte. Ciò, naturalmente, a condizione che si trovi quella squadra e quel progetto condiviso che possa finalmente portare ad una svolta questo paese. Conosco bene Racale, essendo stato vicesindaco fino a settembre 2009, momento in cui mi sono allontanato dall’Amministrazione a causa del modo sbagliato di amministrare della maggioranza e per l’impossibilità di fare qualcosa a causa dei continui litigi interni”. Non approvava questo modo di fare anche in virtù del suo background? “Sono stato anche assessore nei primi anni ’90 con Francesco Quarta Colosso e mi sono dedicato alle attività di partito e di segreteria politica (ho iniziato con CCD) riuscendo a crescere all’interno del partito tanto da divenire un punto di riferimento insieme all’ex sindaco Enrico Causo e all’ex sindaco Gabriele Toma, che purtroppo non ci sono più. Posso ad oggi dire che insieme tutti e tre avevamo un’idea comune di Racale. In quegli anni ho più che altro svolto lavoro nelle segreterie, dietro le quinte, ero il cuscinetto che gestiva la situazione tra gli amministratori e la gente. Ciò che voglio dire è che io voglio fare una politica giusta, improntata alla coerenza e a quelli che sono i valori in cui credo, ossia la famiglia ed il rispetto delle regole”. Che cosa pensa dell’allarme lanciato da Motta circa le infiltrazioni mafiose nelle Pubbliche Amministrazioni e nelle squadre di calcio? “Io non vedo questo allarmismo a Racale, perché per quanto riguarda le squadre di calcio, ad oggi c’è un clima sereno, un ambiente bellissimo, tanto che si sono create tutte le squadre giovanili. La prova del fatto che non ci siano ombre che lascino intendere presenze mafiose è data dal fatto che sono nate altre società che, armonicamente, si dividono lo stadio”. Qual è il suo punto di vista su Area Vasta? “Area Vasta è nata con tanti buoni propositi, salvo poi rivelarsi il solito carrozzone politico creato per distribuire soldi ‘inutili’ perché non risolvono il proposito iniziale, ossia dare un ordine e uno sviluppo del territorio e non del singolo comune. L’errore clamoroso che tutte le amministrazioni stanno commettendo è quello di pensare al proprio piccolo ente. Così poi assistiamo ai litigi per un pezzo di strada Maglie-Santa Maria di Leuca – non condivido tra l’altro che un muretto a secco possa ostacolare lo sviluppo di una strada necessaria – con il risultato che ci ritroviamo nuovamente chiusi, tagliati fuori. In quest’ottica considero intelligente l’idea di aggregarci al progetto del Comune di Tuglie della Città poliedrica, che ha unito nove Comuni e attinto fondi da Area Vasta che ci hanno permesso di riqualificare Torre Suda”. Perché a Racale esiste il detto ‘Sei disoccupato? Allora candidati’? “Questo detto fa riferimento ad alcuni amministratori racalini, che non hanno mai lavorato nella loro vita; il senso della battuta credo proprio sia questo: se non hai niente da fare almeno fai il politico e ti vai a prendere lo stipendio! In realtà c’è davvero un gran bisogno di una svolta, basti pensare che a Racale manca il piano regolatore con il risultato che l’economia si è bloccata ed è come stare all’anno zero. Un’ultima cosa alla quale tengo è dire che i partiti vanno riaperti, vissuti, frequentati. Bisogna cominciare ad essere più partecipi alla vita politica, per discutere, apportare nuovi contenuti ed idee, perché il Comune non è di alcuni, ma di tutti”.

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