Lecce. La consulenza alleggerisce la posizione dei medici del “Panico” di Tricase dove il piccolo arrivò ormai morto ed aggrava quella dei genitori
LECCE – Quando i genitori consegnarono il piccolo Luca, quattro anni, nelle mani dei medici dell’ospedale “Panico” di Tricase, dopo la corsa dalla loro villa di Miggiano, il suo cuore già non batteva più. E’ la durissima ricostruzione contenuta nelle 40 pagine di consulenza depositata ieri dai medici legali Alberto Tortorella e Leopoldo Ruggiero nella cancelleria del pm Alberto Santacatterina nell’ambito dell’inchiesta sul decesso del piccolo avvenuto lo scorso 20 ottobre. Una ricostruzione che dunque afferma una verità diversa da quella fornita nella denuncia ai carabinieri di Specchia da padre e madre del piccolo, Marcello Monsellato, 57enne medico omeopata, e Giovanna Pantaleo, 47 anni, originaria di Andrano. Nella perizia si legge anche che il cuore del bambino non riprese a battere nonostante le manovre di rianimazione. E che il piccolo era sottopeso e malnutrito e si spense in seguito ad una polmonite grave con “infiltrati infiammatori” e aduna ulteriore infezione causata da una micosi. In effetti il piccolo, quando il suo cuore cessò di battere, pesava appena 12,4 kg su un’altezza di 99 centimetri e presentava capelli diradati soprattutto sulla nuca ed uno stato di evidente debolezza generale. La tesi dei due specialisti aggrava la posizione dei genitori, iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo causato da omissione di cure, ed invece sembra scagionare i tre medici del “Panico”, Giacomo Russo, 40 anni di Tricase, Adele Civino, 46 anni, di Lecce, ed Ilaria Masciullo, 35 anni, di Tricase, per i quali l’ipotesi è di omicidio colposo. I tre medici sono assistiti dagli avvocati Luigi Covella e Donato Mellone. 21 ottobre 2012 Beve la tisana. Muore bimbo di 4 anni MIGGIANO – La mamma, la signora Giovanna Pantaleo, l’ha consegnato già morto ai medici del Pronto soccorso dell’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase. Che hanno provato a fare l’impossibile. Ma non ha più ripreso conoscenza il piccolo Luca Monsellato, quattro anni l’11 novembre. Magro ed indebolito a causa di una forte influenza che lo costringeva a letto da 20 giorni e che il padre, il medico omeopata Marcello Monsellato, stava curando con l’omeopatia. Le condizioni del piccolo sono improvvisamente precipitate quando, attorno alle ore 5 di ieri, la mamma gli ha fatto bene una tisana al finocchio che avrebbe dovuto calmare la tosse. Ma il bimbo è diventato cianotico ed ha subito accusato difficoltà respiratorie. La tisana potrebbe essere finita accidentalmente nelle vie respiratorie soffocandolo. E le sue condizioni di salute già messe a dura prova dalla debilitazione legata all’influenza potrebbero essersi aggravata in maniera fatale (negli ultimi giorni aveva perso molto peso ed anche i capelli sulla nuca). Sarà l’autopsia a stabilire che cosa sia accaduto di preciso; il corpicino di Luca è stato trasportato dall’ospedale di Tricase a quello di Lecce, dove – probabilmente domani – avverrà l’esame, eseguito dal medico legale Alberto Tortorella, incaricato dal pm di turno Alberto Santacatterina. Vi prenderà parte anche il medico Roberto Vaglio nominato dai coniugi Monsellato nelle vesti di persone offese.
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