Galatea2. Il tribunale decide sulle intercettazioni

Lecce. Secondo la difesa di Fasano, l’ex sindaco sarebbe stato intercettato nell’ambito della sua professione di avvocato

LECCE – Intercettazioni da ammettere e registrazioni da valutare nell’ambito del processo “Galatea 2”. Oggi la seconda sezione penale del Tribunale stabilirà se ammettere o meno le intercettazioni telefoniche ed ambientali nel processo che vede imputato l’ex primo cittadino di Gallipoli Flavio Fasano. In aula anche il procuratore e capo della Direzione distrettuale Cataldo Motta accanto alla pm Elsa Valeria Mignone. Secondo i legali di Fasano, gli avvocati Luigi Rella e Francesco Paolo Sisto, le intercettazioni riguarderebbero l’attività di legale difensore di Rosario Padovano e non dovrebbero pertanto essere ammesse nel processo. In quelle telefonate sono contenuti quei dialoghi che poi hanno fatto finire Fasano sotto processo per corruzione e turbativa d’asta. Altra questione da chiarire è legata all’aspetto tecnico di queste intercettazioni. Secondo il consulente della difesa, l’ingegnere elettronico Arrigo Palumbo, nelle registrazioni ci sarebbero 20 secondi di silenzio assoluto, circostanza che potrebbe far pensare che le registrazioni siano state manomesse o cancellate. Di parere opposto il perito del Tribunale Giovanni Leo, secondo cui se qualcuno avesse voluto falsare le registrazioni avrebbe semmai tagliato i 20 secondi ‘compromettenti’. 24 gennaio 2012 Galatea 2. Scontro sull’uso delle intercettazioni LECCE – Si è parlato nuovamente dell’opportunità di utilizzare le intercettazioni a Flavio Fasano, ex assessore provinciale e già sindaco di Gallipoli, nell’udienza di ieri nell’ambito dell’inchiesta “Galatea 2”. Secondo i legali di Fasano, gli avvocati Luigi Rella e Francesco Paolo Sisto, infatti le intercettazioni utilizzate dal pm Elsa Valeria Mignone non sarebbe state utilizzabili in quanto si sarebbero riferite a telefonate effettuate dall’imputato nell’ambito della sua professione di avvocato difensore di Pompeo Rosario Padovano. Inoltre, sui file mancherebbe la firma digitale a garanzia che gli stessi non siano stati modificati. Non è tutto. Perché nelle telefonate considerate vi sarebbero dei “buchi” di alcuni secondi durante i quali non si sentirebbe alcun rumore; una circostanza sospetta che non esclude che la conversazioni possano essere state “tagliate” in alcuni punti. Queste tesi sono sostenute dal consulente di parte, l’ingegnere Arrigo Palumbo, che ha spiegato come, in mancanza di una chiave di codifica, i file siano facilmente alterabili. Su queste eccezioni il Tribunale si pronuncerà nell'udienza del 15 febbraio. 5 luglio 2011 Galatea 2. Intercettazioni utilizzabili di Andrea Morrone LECCE – Le intercettazioni a carico di Flavio Fasano, nell’ambito del processo nato dall'inchiesta denominata “Galatea 2”, sono valide e quindi utilizzabili. A stabilirlo, nell’udienza che si è celebrata ieri, i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Roberto Tanisi), che hanno rigettato le eccezioni sollevate dai legali di Fasano, gli avvocati Luigi Rella e Francesco Paolo Sisto, sulla presunta inutilizzabilità delle intercettazioni prodotte dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone. Secondo il collegio difensivo, infatti, le intercettazioni sarebbero scaturite nell'ambito di un procedimento diverso (l'omicidio Padovano) da quello attuale. Inoltre, alcuni decreti di autorizzazione alle intercettazioni sarebbero poi stati depositati dopo la scadenza dei termini delle indagini preliminari, senza che vi fosse mai stata concessa una proroga. Tesi respinte dalla Corte, che ha anche rigettato l’ipotesi secondo cui l'avvocato Fasano sarebbe stato intercettato nell'ambito della sua professione di legale (ipotesi non consentita dalla legge). Oltre a Flavio Fasano, ex assessore provinciale ai Lavori pubblici e già sindaco di Gallipoli, nel processo figurano come imputati l'ex amministratore della Lupiae servizi Gino Siciliano; l'imprenditore Giovanni Lagioia, ex presidente della sezione Comunicazione di Confindustria; Michele Patano, 49enne, di Triggiano (Bari), direttore tecnico del Cotup e Michela Corsi, 43enne di Roma, ex collaboratrice dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. I cinque imputati devono rispondono a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta, violazione del segreto d'ufficio e falso in atto pubblico. Tre, in particolare, gli episodi contestati ed emersi nell'ambito dell'operazione Galatea: la gara d'appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel mese di dicembre 2008; il progetto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009; l'assunzione illegittima di un altro indagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita. 20 giugno 2011 Aggiornamento delle ore 13.00 Galatea 2. Fasano in aula LECCE – Si è aperto oggi, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Roberto Tanisi), il processo nato dall'inchiesta denominata “Galatea 2”, che vede imputati Flavio Fasano (presente ieri in aula), ex assessore provinciale ai Lavori pubblici e già sindaco di Gallipoli; l'ex amministratore della Lupiae servizi Gino Siciliano; l'imprenditore Giovanni Lagioia, ex presidente della sezione Comunicazione di Confindustria; Michele Patano, 49enne, di Triggiano (Bari), direttore tecnico del Cotup e Michela Corsi, 43enne di Roma, ex collaboratrice dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Tre gli episodi di presunti illeciti evidenziati nel procedimento a carico degli imputati: la gara d'appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel mese di dicembre 2008; il progetto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009; l'assunzione illegittima, come detto, di un dirigente del Comune di Parabita. Nel corso dell'udienza vi sono state alcune eccezioni presentate dai legali di Fasano, gli avvocati Luigi Rella e Francesco Paolo Sisto, sulla presunta inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche. Secondo il collegio difensivo, infatti, le intercettazioni sarebbero scaturite nell'ambito di un procedimento diverso (l'omicidio Padovano) da quello attuale e pertanto non sarebbe utilizzabili. Alcuni decreti di autorizzazione alle intercettazioni sarebbero poi stati depositati dopo la scadenza dei termini delle indagini preliminari, senza che vi fosse mai stata concessa una proroga Inoltre, secondo la difesa, l'avvocato Fasano sarebbe stato intercettato nell'ambito della sua professione di legale, ipotesi non consentita dalla legge. Di parere opposto l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, secondo cui non vi sarebbe stata alcuna irregolarità nelle intercettazioni. In particolare, al momento delle intercettazioni, Fasano non avrebbe ricevuto alcun mandato e pertanto sarebbe stato intercettato in qualità di indagato e non di difensore. La durata delle indagini preliminari, trattandosi di procedimento di competenza della Dda, sarebbe stata di un anno e non di sei. L'inchiesta, infine, avrebbe avuto origine da quella sull'omicidio Padovano, ma si sarebbe poi sviluppata per conto proprio. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 4 luglio, data in cui il collegio giudicante dovrà esprimersi in merito alle eccezioni sollevate dalla difesa. Aggiornamento delle ore 9.00 LECCE – E’ in corso in queste ore presso il Tribunale di Lecce la prima udienza del processo che vede imputato Flavio Fasano, ex assessore provinciale e già sindaco di Gallipoli nell’ambito dell’inchiesta “Galatea 2”. I legali di Fasano stanno sollevando delle eccezioni riguardo l’utilizzo delle intercettazioni. Flavio Fasano, assieme all'ex amministratore della Lupiae servizi Gino Siciliano, all'imprenditore Giovanni Lagioia, ex presidente della sezione Comunicazione di Confindustria, a Michele Patano, direttore tecnico del Cotup e a Michela Corsi, ex collaboratrice dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, dovrà rispondere di corruzione, turbativa d'asta, violazione del segreto d'ufficio e falso in atto pubblico. Maggiori dettagli nelle prossime ore. 23/05/2011 Galatea2. Le prime condanne LECCE – Primi verdetti nel processo nato dall'inchiesta denominata “Galatea 2“, che vede imputati Flavio Fasano, ex assessore provinciale e già sindaco di Gallipoli, ed altre dieci persone tra pubblici amministratori ed imprenditori locali. Oggi il gup Vincenzo Brancato ha emesso le sentenze di primo grado per i sei imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Stefano Zampino, dirigente del servizio strade della Provincia di Lecce accusato di falso in atto pubblico aggravato, è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione. Zampino avrebbe, secondo gli inquirenti, falsamente attestato (nella delibera n. 368 del 24 novembre 2008) che nessuna istanza di sanatoria era pervenuta al servizio strade della Provincia in merito al servizio di cartellonistica pubblicitaria stradale, nonostante il 3 novembre 2008 la stessa Serfin (azienda incaricata di procedere al recupero delle somme dovute da chi aveva installato mezzi pubblicitari con autorizzazione) avesse già provveduto a inviare un elenco di domande di sanatoria. Condanna a dieci mesi, invece, per l'imprenditore Alfredo Barone, accusato di corruzione in merito all'appalto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009. Flavio Fasano nell'allora veste di assessore provinciale ai Lavori pubblici, avrebbe secondo l’accusa ottenuto da Barone un bonifico di 3mila euro sul conto del Pd di Gallipoli, come “sottoscrizione volontaria”, in modo così da assicurarsi l'appalto. Sono stati tutti condannati a quattro mesi, invece, Mirko Vitali; l'ex sindaco di Parabita, Adriano Merico, il suo collaboratore Stefano Prete e Giuseppe Leopizzi, segretario comunale del Comune di Acquarica del Capo. L'ipotesi di reato a carico dei quattro era di abuso di ufficio. L'episodio contestato riguarda l'assunzione di Vitali a dirigente del Settore servizi finanziari del Comune di Parabita. Merico, secondo gli inquirenti, d'intesa con Fasano, avrebbe “indotto la giunta ad approvare un accordo tra il Comune di Parabita e quello di Acquarica del Capo (attraverso Leopizzi) per l'utilizzazione da parte del sindaco di Parabita di graduatorie di selezioni pubbliche approvate dal Comune di Acquarica del Capo per assunzioni a tempo indeterminato, redatto proprio per consentire l'assunzione di Vitali (al secondo posto nelle graduatorie approvate ad Acquarica)”. Nei confronti di tutti gli imputati il gup ha riconosciuto le attenuanti generiche. Si sta celebrando dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, invece, il processo a carico di Flavio Fasano, dell'ex amministratore della Lupiae servizi Gino Siciliano, dell'imprenditore Giovanni Lagioia, ex presidente della sezione Comunicazione di Confindustria, Michele Patano, 49enne originario di Triggiano direttore tecnico del Cotup e Michela Corsi, 43enne di Roma, ex collaboratrice dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. I cinque imputati devono rispondere a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta, violazione del segreto d'ufficio e falso in atto pubblico. 3 maggio 2011 Galatea2. Rimandata al 23 maggio LECCE – E’ stata rinviata al 23 maggio l’udienza nell’ambito del processo Galatea2. La decisione, per permettere di concludere tutte le discussioni. Oggi ha discusso Giuseppe Corleto, legale di Stefano Zampino. 8 marzo 2011 'Galatea 2': le richieste di condanna per gli imputati Entra nel vivo il processo nato dall’inchiesta denominata “Galatea 2”, che vede imputati Flavio Fasano, ex assessore provinciale e già sindaco di Gallipoli, ed altre dieci persone tra pubblici amministratori ed imprenditori locali. Oggi, nel corso dell’udienza dinanzi al gup Vincenzo Brancato, il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Elsa Valeria Mignone, ha formulato le richieste per i sei imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Nella lunga requisitoria il pubblico ministero ha ripercorso le fasi dell’inchiesta e le rispettive posizioni di ogni singolo imputato. Per Stefano Zampino, dirigente del servizio strade della Provincia di Lecce accusato di falso in atto pubblico aggravato, l’accusa ha invocato una condanna a dieci mesi di reclusione e 400 euro di multa. Zampino avrebbe, secondo gli inquirenti, falsamente attestato (nella delibera n. 368 del 24 novembre 2008) che nessuna istanza di sanatoria era pervenuta al servizio strade della Provincia in merito al servizio di cartellonistica pubblicitaria stradale, nonostante il 3 novembre 2008 la stessa Serfin (azienda incaricata di procedere al recupero delle somme dovute da chi aveva installato mezzi pubblicitari con autorizzazione) avesse già provveduto a inviare un elenco di domande di sanatoria. Un anno e due mesi la richiesta della Mignone per l’imprenditore Alfredo Barone, accusato di corruzione in merito all’appalto per la realizzazione dell’Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009. Flavio Fasano nell’allora veste di assessore provinciale ai Lavori pubblici, avrebbe ottenuto da Barone un bonifico di 3mila euro sul conto del Pd di Gallipoli, come “sottoscrizione volontaria”, in modo così da assicurarsi l’appalto. Abuso d’ufficio, invece, l’ipotesi di reato a carico di Mirko Vitali, l’ex sindaco di Parabita, Adriano Merico, il suo collaboratore Stefano Prete e Giuseppe Leopizzi, segretario comunale del Comune di Acquarica del Capo, per cui il pubblico ministero ha chiesto rispettivamente una condanna a sei (solo per Vitali) e quattro mesi. L’episodio contestato riguarda l’assunzione di Vitali a dirigente del Settore servizi finanziari del Comune di Parabita. Merico, secondo gli inquirenti, d’intesa con Fasano, avrebbe “indotto la giunta ad approvare un accordo tra il Comune di Parabita e quello di Acquarica del Capo (attraverso Leopizzi) per l’utilizzazione da parte del sindaco di Parabita di graduatorie di selezioni pubbliche approvate dal Comune di Acquarica del Capo per assunzioni a tempo indeterminato, redatto proprio per consentire l’assunzione di Vitali (al secondo posto nelle graduatorie approvate ad Acquarica)”. Il 30 marzo prossimo ci saranno le repliche dei difensori, mentre la sentenza è attesa per il 3 maggio. Si aprirà invece il prossimo 4 aprile, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, il processo a carico di Flavio Fasano, dell’ex amministratore della Lupiae servizi Gino Siciliano, dell’imprenditore Giovanni Lagioia, ex presidente della sezione Comunicazione di Confindustria, Michele Patano, 49enne originario di Triggiano direttore tecnico del Cotup e Michela Corsi, 43enne di Roma, ex collaboratrice dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. I cinque imputati devono rispondere a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta, violazione del segreto d'ufficio e falso in atto pubblico. Articolo correlato Galatea2. Tutti rinviati a giudizio (19 gennaio 2011)

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