Torino. Il processo si è chiuso con la condanna dei titolari dell’azienda. Le vittime salentine erano di Casarano, Specchia e Lecce
TORINO – C’erano anche cinque salentini, nella fabbrica Eternit di casale Monferrato. Cinque salentini tra i 2.100 morti per aver inalato per anni polveri senza alcuna tutela. Anche per loro, ieri, la sentenza del tribunale di Torino, ha fatto giustizia, condannando a 16 anni per disastro doloso permanente ed omissione dolosa di misure antinfortunistiche il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny ed il barone belga Louis De Catrier. La sentenza è arrivata ieri dopo due anni dall’inizio del processo e 65 udienze. I salentini che hanno perso la vita in seguito al lavoro in fabbrica sono i casaranesi Maria Bello, deceduta ad 84 anni per asbestosi; Antonio Melgiovanni, a 72 anni, per mesotelioma pleurico; Fausto Notarpietro, ad 82 anni per tumore polmonare ed asbestosi; Agostino Masciali, di Specchia, deceduto a 62 anni per asbestosi; e la leccese Anna Lucia Carlà, morta a soli 33 anni. I loro cari si sono costituiti parte civile nel processo. 100mila euro di risarcimenti sono stati disposti nei confronti delle associazioni dei familiari delle vittime e dei sindacati, che si sono costituiti parte civile; 30mila euro ciascuno sono stati riconosciuti alle centinaia di familiari delle vittime; 35mila euro a chi si è ammalato in seguito all’inalazione delle pericolose polveri.
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