Taviano. Il vescovo l’ha proposta al sindaco, che ha accettato. M a nelle vendite di terreni a prezzi forfettario, ci perdono i cittadini
di Giacomo Grippa TAVIANO – Leggo sulla stampa locale la richiesta rivolta al sindaco di Taviano dal vescovo di Nardò-Gallipoli per dotare le nuove zone abitate di una terza parrocchia. Questa la risposta del sindaco: “Il proposito della diocesi non può che trovare il conforto, la partecipazione, la condivisione di tutta l'Amministrazione che riconosce il bisogno di un ulteriore apporto pastorale alla collettività… e la necessità di dotare il territorio di servizi connessi agli edifici parrocchiali, di alta valenza sociale, come oratori e mense sociali per i più bisognosi, ma storicamente mancanti”. Il primo cittadino che ha già allertato i suoi tecnici, non dovrebbe confondere o sorvolare sulle dirette e diverse competenze dell'ambito civico e quello confessionale. Non dovrebbe sfuggirgli che sugli oratori provvede la Regione, mentre per i bisognosi ha da attivarsi l'ente locale, senza addurre penuria di risorse, in seguito da reperire per il sostegno indiretto alle mense di carità. Il Comune è tenuto solo ad erogare, ma ora non più obbligatoriamente, per la costruzione o riparazione di chiese e pertinenze il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria che il cittadino versa al ritiro di una concessione edilizia, come previsto dalla legge regionale n.4/1994. Vi sono previsti anche altri obblighi per i responsabili comunali ed ecclesiastici, relativamente alle modalità di erogazione delle somme, di controllo o recupero o riparto delle stesse, in presenza di più richieste. Da verificare, nelle sedi competenti, soprattutto le modalità di alienazione, mai gratuita, di terreno per le chiese. Il divieto viene aggirato deliberando una vendita fittizia, “a prezzo simbolico”, causando un danno erariale, una perdita per la redditività del patrimonio comunale. Capita così, come avvenuto nel 2010 a Galatina, che il suolo, in pregiata zona residenziale sia stato venduto al prezzo di un euro a metro quadro, e non secondo il valore di mercato. Molti amministratori si dimostrano più sensibili a potenziare i servizi per gli “apporti pastorali”, anziché quelli comunali o pubblici destinati ad una collettivià di credenti e non credenti. Non è più sostenibile che vengano delegati alle parrocchie, perché “storicamente mancanti”.
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