I due volti della medaglia secondo Giovanni D’Agata
Negli ultimi 10 anni tramite Internet, chiunque può farsi fare un test del genoma per valutare i rischi di malattie. Un clic qui e una carta di credito, per esempio, e il kit arriva a casa in pochi giorni. I risultati dell’analisi, assicurano i produttori, verranno poi discussi con gli esperti. In Italia la pratica del test genetico fai-da-te è in forte aumento. Il business fa gola, e negli ultimi anni sono sorti molti laboratori privati che promettono di rivelare al paziente-cliente tutti i segreti del suo Dna. Oggi sono disponibili quasi 700mila test diagnostici, cioè destinati a diagnosticare, magari già in utero, le cardiopatie, le malattie metaboliche o le distrofie che potrebbero colpire il nascituro. Esistono poi altre categorie di test genetici: una coppia che stia mettendo in programma una gravidanza, per esempio, può ricorrere ai test per identificare i portatori sani di malattie come la fibrosi o la talassemia. I test presintomatici, hanno invece come obiettivo la diagnosi di una malattia, per esempio la Corea di Huntington, molto tempo prima che si manifesti o la propria predisposizione all’Azheimer. Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti“, se aumentassero tali test, potrebbe esserci un'esplosione dei costi della salute, poiché in seguito ai loro risultati potrebbero moltiplicarsi le visite mediche, le terapie e i controlli annuali nonché gli aborti mentre l'altra faccia della medaglia è che grazie a questa ricerca può essere fatta più prevenzione, riducendo così i costi sanitari.
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