Paziente violento aggredisce infermiere

Casarano. Medici e infermieri del pronto soccorso come in trincea

Un’altra aggressione ai danni di operatori sanitari del pronto soccorso. Luigi Preite, un infermiere in servizio l’altra notte nell’unità del “Ferrari”, è stato aggredito, minacciato e ferito da un paziente. L’uomo, originario di Casarano, era ubriaco e si trovava in ospedale dopo essere stato soccorso e trasportato da un’ambulanza del 118. Il paziente ha minacciato e usato violenza anche nei confronti del medico di turno e di un’altra infermiera. In precedenza, aveva anche minacciato l’autista dell’ambulanza che lo ha portato al pronto soccorso. La vera novità rispetto ai numerosi episodi analoghi avvenuti in passato è che l’aggressore non è un parente o un accompagnatore del paziente, ma il paziente stesso. Luigi Preite è stato aggredito, preso alla gola e sbattuto contro un muro. I medici gli hanno prescritto una prognosi di sette giorni. La sua “colpa” è quella di essere intervenuto per difendere la dottoressa Stefania Coluccia, medico di turno la sera di venerdì. Erano passate le 22.30 e un’ambulanza porta questo signore al pronto soccorso in evidente stato di ebbrezza. Il medico del 118 gli assegna il “codice verde” ossia, secondo lo schema del Ministero della Salute, un caso “poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili”. L’uomo può aspettare e, infatti, casi ben più gravi (codici “giallo” o “rosso”) vengono trattati prima, come è normale. Il paziente, però, che non è in condizioni di ragionare, non ci sta e, dopo aver fatto un po’ di attesa, si spazientisce e comincia prima ad inveire verso l’infermiera che gestisce l’accoglienza e poi l’aggredisce fisicamente, strattonandola più volte. Quindi, apre la porta della medicheria ed entra senza autorizzazione. Agli inviti del medico di allontanarsi e di aspettare il proprio turno, il paziente risponde con un’altra aggressione verbale e altre strattonate. E’ in quel momento che interviene Luigi Preite e cerca di allontanarlo, ma l’uomo lo prende alla gola con tutte e due le mani e lo mette con violenza al muro. Solo l’intervento di altri operatori sanitari riesce a fermare il paziente e a farlo calmare. E’ l’ennesima aggressione che subiscono gli operatori del pronto soccorso e nemmeno il servizio d’ordine, gestito da una società privata di vigilanza pagato dai contribuenti, ha garantito la loro sicurezza. Per il paziente violento il medico ne aveva prescritto il ricovero, ma l’uomo si è allontanato prima senza ritirare la prescrizione.

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