Telecamere vietate in consiglio

Ugento. Ragazzi a difesa della libertà d’informazione. I politici rispondono con mezzucci da vecchi marpioni

Niente da fare. Gli amministratori del Comune di Ugento non vogliono essere ripresi dalle telecamere. E pasticciano in fretta a furia un regolamento comunale, copiato pari pari da quello del Comune di Cinquefrondi (Rc), sventolandolo a mo’ di scudo contro le telecamere della “Ribelle tv”, la web tv amatoriale dei ragazzi del Pdci di Ugento. Così i ragazzi scrivono a tutti, dal prefetto in giù, a difesa della trasparenza e della libertà d’informazione, ricordando una serie di sentenze e, in primis, l’articolo 21 della Costituzione italiana. La lettera è firmata da un loro rappresentante di appena 22 anni. I politici ugentini dimenticano di essere stati democraticamente eletti e che, nell’esercizio delle loro funzioni, cioè mentre sono seduti sugli scranni del consiglio comunale, sono pubblici ufficiali. Non c’è alcuna legge che possa impedire ai cittadini di filmare un consiglio comunale, esercitando il loro diritto di informazione. La serietà con cui questi ragazzi si sono documentati e la forte motivazione che li spinge a voler andare avanti nel difendere il diritto dei cittadini ad essere informati, dovrebbero far arrossire gli amministratori ugentini. E questa volta sì, dovrebbero nascondersi la faccia.

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