‘Caro Perrone, anche tu eri in mutande’

Lecce. Il polverone sollevato dalla performance artistica della coniglietta bianca ha coinvolto anche il sindaco, che ha dimenticato di essere apparso nudo sul web

di Giacomo Grippa LECCE – Sul nudo reso visibile nelle rappresentazioni artistiche o in eventi e ricorrenze di vario segno culturale si è sempre dibattuto. Si è verificato in questi giorni anche da noi per l'inaugurazione della manifestazione “Illuminiamo Lecce”, aperta con la passeggiata in centro di una figura femminile nuda, interamente ricoperta solo da uno strato di colore bianco e da una mascherina da coniglia sul viso. Il caso diventa così un test, storico, per registrare concezioni o comprensioni del messaggio simbolico proposto, insieme alle immancabili denunce moralistiche. Tralascio le opinioni espresse a caldo da rappresentanti del'ordine religioso, non tralascio la corsa alla dissociazione da parte del sindaco che pur era apparso nudo sulla stampa, al tempo della sua candidatura, per fermarsi a Palazzo Carafa, senza spingersi fino a piazza Duomo, a differenza dell'artista-coniglia. Riprendo invece opinioni e valutazioni espresse sulla stampa locale da alcuni intellettuali come un’educatrice e un sociologo. Per entrambi l'iniziativa è stata considerata “fuori-luogo”, un’indecenza per niente artistica, una strumentalizzazione del corpo femminile, una “quasi volgarità” che ana l'importanza del gioco artistico, semmai del “quasi percepito”, rispetto allo spiattellamento del visibile. Intanto l'iniziativa specifica potrà essere apparsa poco artistica ma, non solo per questo, considerabile volgare o indecente. Non intendo scivolare nell' elencazione delle oscenità imperanti, visibili e non visibili, vorrei solo ricordare a chi maneggia autorevolmente la cultura che nell' antica Grecia, culla dell'arte e del teatro si annoverano eccellenti e numerosi produzioni, rappresentazioni, anche cortei religiosi con protagonisti nudi coro e declamante. La vicenda di Lecce si è conclusa pacificamente. Positivo che nessun moralista sia corso a coprire l'attrice, come avveniva in passato sulle opere d'arte o statue che oggi fortunatamente non scandalizzano o preoccupano più, a conferma del fatto che moralità o senso del pudore restano espressione del loro tempo.

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