IL REPORTAGE. Taurisano. Nuovo tour per le strade di Taurisano. Gli scarti edili stanno dove li abbiamo lasciati un mese fa
TAURISANO – Più o meno un mese fa (era il 6 novembre) il Tacco d’Italia aveva denunciato (Scarti edili. Ovunque, ma non in discarica) la cattiva abitudine, ormai consolidata in paese, di abbandonare gli scarti da lavorazione edile ai margini delle strade, soprattutto (ma non solo) in periferia, e in vere e proprie discariche abusive ricavate nelle cave dismesse che si trovano sulle strade provinciali, principalmente lungo quella che porta ad Acquarica del Capo. La colpa è di questo malcostume, avevamo spiegato, è certamente di chi getta materialmente i rifiuti dove non dovrebbe ma è anche di chi non controlla, ovvero l'Ufficio tecnico comunale cui la verifica spetta per legge (Regolamento regionale per la gestione dei materiali edili, del 12 giugno 2006). Il mancato controllo significa un danno all’ambiente, principalmente (gli inerti sono infatti catalogati come rifiuti speciali e vanno, pertanto, smaltiti in apposite strutture che li raccolgono e li riciclano per riutilizzarli al pari del materiale vergine, ma ad un costo del 50%), ma anche un aggravio di costi per Comuni (nel caso di strade ed ambienti comunali) e Provincia (per strade provinciali) che si devono fare carico della bonifica dei luoghi. Di questa situazione avevamo parlato con l’assessore all’Ambiente Francesco Damiano il quale aveva riconosciuto la negligenza del Comune nel non controllare l’avvenuto conferimento degli inerti in discarica per i progetti edili realizzati nel territorio, e ci aveva anche informato della recente istituzione del Nucleo di controllo del territorio: tre unità, tra cui un vigile urbano, un dipendente dell’Ufficio tecnico ed uno dell’Ufficio Urbanistica che, in gruppi alternati di due alla volta effettuano delle “ispezioni” sul territorio, segnalando eventuali abusi sui luoghi. In una prima fase, solo con scopo di prevenzione; successivamente con funzione sanzionatoria. Il nucleo setaccia le strade del paese, fotografando, segnalando agli Uffici comunali competenti, “consigliando” (ma solo per questa prima fase, come detto) ai responsabili di tenere una condotta corretta per evitare multe ed ammonimenti. Bene, ci siamo chiesi: a distanza di un mese che cosa ne sarà stato dei tanto rifiuti inerti che giacevano abbandonati un po’ dappertutto ma non nelle discariche apposite? La risposta è triste e verificabile: sono esattamente lì dove li abbiamo visti durante il nostro primo tour. La zona delle cave sulla via per Acquarica del Capo resta la preferita dai malfattori. Chi voglia abbandonare rifiuti di ogni tipo senza essere visto, non deve fare altro che recarsi lì. Nonostante dei vecchi ed impolverati cartelli indichino che è assolutamente vietato l’abbandono di ogni tipo di rifiuto.
Nulla è cambiato nemmeno nei pressi della zona 167. La piazzetta-discarica è ancora lì. Peccato, è un’area spaziosa e piacevole e sarebbe un utile luogo di ritrovo per i bambini. Ma chi ce li manderebbe i bambini a giocare in mezzo ai rifiuti?
Sempre zona 167, campagne di fronte alle palazzine. C’era e c’è un cumulo di rifiuti che è un mix tra scarti edili, scarti di potatura e scarti non meglio identificati. E’ forse questa l’idea di ‘verde pubblico’?
Contrada Marasculi. E’ una strada che porta in periferia, ma ancora è perfettamente in paese. Qualcuno non deve averlo notato ed ha abbondato mattoni in tufo nella campagna. Peccato, sarebbe potuta essere un bel prato verde.
Zona cimitero. Sembra un cantiere edile ma non lo è. Non c’è alcuna opera in progetto. Quei blocchi di mattina sono lì, dove li avevamo lasciati un mese fa. Abbandonati a se stessi.
Il resoconto del nostro viaggio è dunque presto detto: il nucleo di controllo non funziona. Ne abbiamo chiesto conto all’assessore Damiano. Qual è stata l’attività del Nucleo di controllo sul territorio in questo primo mese di attività? “Il Nucleo ha effettuato le prime ‘uscite’ e portato a casa i primi risultati, ovvero, al momento, le segnalazioni di abusi sull’ambiente e l’edilizia”. Quante ‘missioni’ ha svolto finora e con quali risultati? “Quattro ‘missioni, in ognuna delle quali ha segnalato sei o sette casi, fotografandoli e riferendone agli Uffici competenti. Purtroppo non ci possiamo permettere ispezioni più frequenti di quanto non si faccia, ma ci rendiamo conto che una ogni 15 giorni è insufficiente per il nostro territorio”. Che cosa hanno riguardato le segnalazioni? “Principalmente manomissioni del manto stradale o dei marciapiedi, che abbiamo in buona parte già riparato. Ma anche segnaletica fuori uso, abbandono di rifiuti speciali come gomme di auto o altri veicoli, rifiuti ingombranti come frigoriferi o simili, ed anche scarti da lavorazione edile. Per le bonifiche dei luoghi, però, i tempi sono più lunghi”. Che cosa si può fare per potenziare il servizio? “Io credo che l’unico modo per offrire un servizio efficace sarebbe quello di gestirlo in maniera sovra territoriale, organizzando i controlli con i Comuni limitrofi. Da questo punto di vista appoggio in pieno l’idea di un’Unione di Comuni tra Taurisano, Ugento, Acquarica e Presicce”. Articolo correlato: Rifiuti inerti. ‘Conferimento gratuito per piccole quantità'