Lecce. Droga, armi e bische clandestine. I coniugi Caramuscio avevano scelto il rito ordinario
LECCE – 39 anni di reclusione sono stati chiesti dal pm Guglielmo Cataldi per Salvatore Caramuscio, 43enne di Surbo, e la moglie, Simona Sallustio, 42enne di Lecce. I due, imputati nell’ambito dell’inchiesta “Remetior”, che il 16 luglio del 2010 portò all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare, hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario. Il 29 luglio scorso sono invece state emesse le condanne in abbreviato: 148 anni complessivi di carcere per 15 imputati. In particolare Cataldi ha invocato la pena di 26 anni per Caramuscio, alias “Scaramau”, il boss della Sacra corona unita (già condannato all’ergastolo) arrestato nel marzo del 2009, in un’abitazione a Cassano delle Murge e figura chiave nell’operazione, e 13 anni per la Sallustio. Il clan, che in Caramuscio aveva il suoriferimento, era dedito a varie attività criminali tra cui l’estorsione, l’usura, il traffico di droga (cocaina e hashish), la detenzione di armi da fuoco e munizionamento da guerra e la di gestione di bische clandestine. L’obiettivo era il controllo di numerose attività economiche, in modo da arrivare anche a ostacolare il libero esercizio del voto (un’ipotesi emersa nelle intercettazioni telefoniche e ambientali). Articoli correlati Remetior. 15 condanne per 148 anni anni di carcere (29 luglio 2011); Operazione ‘Remetior’: a giudizio ‘Scaramau’ e la moglie (30 marzo 2011); Operazione ‘Remetior’: fissata udienza preliminare (17 febbraio 2011) ; Operazione Remetior: parla la moglie del boss Caramuscio (16 luglio 2010)