Accesso al credito. Le associazioni di categoria lanciano l’allarme

Bari. Capone: “Un tavolo con le banche per evitare il blocco degli investimenti”. Bene i Cofidi. Puglia prima in Italia per aumento del valore delle garanzie

BARI – Tecnicamente si chiama “credit crunch”. Significa “stretta creditizia” ed è una condizione nella quale la scarsità di finanziamenti fa salire il costo del credito. La conseguenza è che le banche rallentano la concessione di prestiti alle imprese. Ed è proprio ciò che sta accadendo in Puglia. L’allarme è stato lanciato soprattutto dalle più piccole. La Regione risponde al grido d’allarme convocando a breve un tavolo con le banche per studiare le strategie per non bloccare il credito alle imprese. È la necessità emersa a conclusione di un tavolo convocato dalla vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone con le associazioni di categoria Confartigianato, Cna, Claai, Casa, Coopartigiana, Confindustria, Confapi, Confocommercio e Confesercenti. Ma le associazioni di categoria hanno denunciato anche un altro problema: l’aumento dello spread che, in questo caso, è il margine di guadagno che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base, quale proprio ricavo (dunque la differenza tra il tasso preso a riferimento, per esempio l'Euribor, e il tasso della rata che il debitore deve pagare). Una situazione che blocca gli investimenti delle imprese, da un lato per la stretta creditizia, dall’altro per il costo del credito. “Le banche – ha detto la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – non assistono più le imprese come è avvenuto fino a giugno di quest’anno. Oggi ce lo confermano tutte le associazioni di categoria. Prendiamo atto di questo grido dall’allarme e dei problemi che l’hanno generato. Per questo convocheremo al più presto un tavolo con le banche per vedere insieme le strategie più utili per trovare un equilibrio tra le esigenze delle banche e quelle delle imprese. Non ci possiamo permettere di veder diminuiti gli impieghi, perché la stretta creditizia strangolerebbe le nostre imprese. Dobbiamo fare in modo che questo non succeda. Ecco perché dobbiamo costruire un’intesa con le banche. Le stesse dovranno anche indicarci come migliorare gli strumenti del “Titolo II” e del “Titolo II Turismo” perché possano garantire anche per il 2012 lo stesso gettito del 2011”. Unica nota positiva il valore delle garanzie rilasciate dai Cofidi che, secondo il report di novembre della Banca d’Italia, nel 2010 è aumentato del 37,1% rispetto all’anno precedente. Una percentuale, questa, che vede la Puglia in cima alla classifica delle regioni italiane, con l’Italia che si ferma ad un aumento del 16%. “E’ il segno – ha sottolineato Loredana Capone – della riuscita delle politiche regionali che hanno promosso l’attività dei Cofidi e il loro accorpamento attraverso un intervento da 50milioni di euro”. Ma c’è un anche un altro problema. “Le grandi banche in particolare – denunciano le associazioni di categoria – stanno procedendo in Puglia all’escussione del debito rivalendosi sui Cofidi che hanno concesso le garanzie, dopo solo due rate non pagate”. Un problema tanto più grave per la Regione Puglia che ha costruito due incentivi per gli investimenti delle piccole imprese, i cosiddetti “Titolo II” e “Titolo II Turismo”, che si attivano dopo la concessione del mutuo da parte delle banche e le garanzie da parte dei Cofidi. // Titolo II e Titolo II Turismo. Lo stato dell’arte Per il “Titolo II” che si chiama per intero “Aiuti agli investimenti iniziali alle microimprese e alle piccole imprese” ed ha un budget di 100milioni di euro, le domande presentate dalle imprese sono fino ad oggi 1.696 con investimenti proposti per più di 282milioni di euro. Di queste proposte, 944 sono state ammesse ad agevolazioni con investimenti per oltre 150milioni di euro ed agevolazioni concedibili per oltre 32milioni. Con questo incentivo lavorano attivamente le Banche di Credito Cooperativo che complessivamente hanno gestito circa 400 pratiche, bene anche le Popolari (157 pratiche la Banca popolare di Bari, 138 la Banca Popolare Pugliese, 137 la Banca Popolare di Puglia e Basilicata). Molto meno attive, soprattutto sotto il profilo dell’importo complessivo dei mutui erogati, le grandi banche. Tra i Cofidi, che entrano in gioco per assicurare le garanzie alle aziende che non le possiedono, svetta Co.Fidi Puglia che ha garantito 226 domande, seguito da Artigianfidi Società Cooperativa (99 domande garantite) e da Fidindustria (80 domande garantite). Per il Titolo II Turismo, che mette a disposizioni 25 milioni di risorse, sono state presentate ad oggi 69 richieste con investimenti proposti per oltre 40 milioni. Ammesse alle agevolazioni sono 34 domande con investimenti ammessi per 21,5milioni di euro ed agevolazioni concedibili per 6milioni. La Banca più attiva è risultata Unicredit (12 domande), seguita da Banca Popolare Pugliese (10 domande) e Monte dei Paschi di Siena (8 domande). Entrambi i bandi sono a sportello quindi aperti fino all’esaurimento delle risorse.

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