Ex Ittica. Nessuna garanzia sulla salubrità dell’aria

Ugento. Il fumo causò difficoltà a respirare, ma l’Arpa analizzò il terreno. I livelli di inquinamento, dice il sindaco, sono nella norma. Ma non li mostra al Consiglio

UGENTO – Prima domanda: se in seguito all’incendio di agosto in zona ex Ittica, in pieno parco naturale, molti cittadini accusarono disturbi respiratori ed altri finirono in ospedale per aver inalato fumo scuro, perché l’Arpa effettuò i prelievi sul terreno e non sull’aria? Il sindaco non risponde. Seconda domanda: perché il sindaco non ha reso pubblici i risultati di quei prelievi, nonostante sia obbligatorio per legge ed i consiglieri di opposizione abbiano chiesto di avere accesso agli atti? Il sindaco non risponde. Terza domanda: che cosa dicono le analisi sul terreno? Il sindaco risponde che il livello di contaminazione è al di sotto dei parametri di guardia. Certo, la contaminazione del terreno. E quella dell’aria (quarta domanda)? E perché il primo cittadino non ha portato in Consiglio i rilievi e non ha rivelato ai presenti il risultato preciso di quei prelievi? Cioè, l’inquinamento del terreno è sotto controllo, ma di quanto? Di quanto è sotto la soglia di allarme? Fino a che grado si può star tranquilli? E’ stato pressappoco questo il Consiglio comunale di Ugento di ieri pomeriggio, con alcune domande che rimbalzavano nell’aula e che non hanno trovato risposta. Ma se il dubbio era che ci potesse essere un inquinamento atmosferico – dato l’odore acre e nauseabondo che si è sprigionato in seguito alle fiamme nei giorni successivi all’incendio – perché nessuno ha pensato di analizzare l’aria? E, una volta che non si ha la certezza che l’aria sia pulita e l’intera area non inquinata, che ne sarà dell’ex Ittica? L’intenzione del sindaco Massimo Lecci è di intraprendere un tavolo di confronto con la proprietà, la società Baglivo di Tricase, del quale hanno preteso di far parte anche gli esponenti di minoranza. Il tavolo discuterà il futuro dell’area e vaglierà eventuali progetti di recupero. Quello di riqualificazione avanzato dalla stessa Baglivo sembrerebbe troppo ambizioso e pertanto si potrebbe rischiare di non vederlo mai compiuto, con il risultato di non vedere mai compiuta la necessaria bonifica della zona. “Sarà eseguita come si deve?”, ha chiesto il consigliere dei Comunisti italiani Angelo Minenna. Ma ovviamente nessuno può garantirlo sin da ora. “E perché il sindaco non ha pensato, nel frattempo, di recintare l’area emettendo un’ordinanza di messa in sicurezza”? Perché interesse del sindaco, come lui stesso ha dichiarato, è evitare di esporre il Comune a contenziosi e quindi imboccare la via della condivisione di intenti con la proprietà. “Perché non pensare a progetti alternativi realizzati dalla società ma finanziati con fondi Por?”, ha chiesto Minenna. Un’idea potrebbe essere realizzare un mercato ittico zonale per la vendita di pesce all’ingrosso ed al dettaglio e intanto attivare dei percorsi di ittiturismo e pesca turismo che potrebbero dare lavoro a 30 o 40 persone. Troppo presto per parlarne. E’ necessario convocare tutti gli “attori” interessati attorno al tavolo della discussione e delle decisioni. E quindi rimandare tutto a data da destinarsi. 13 ottobre 2011 Ex Ittica ed inquinamento. Se ne parla in Consiglio UGENTO – L’incendio dello scorso 21 agosto, nel quale andarono perse vaste porzioni di macchia mediterranea ricadenti nella zona del parco naturale, ha riacceso i riflettori su una questione mai davvero dimenticata ma neppure approfondita nei suoi dettagli, quella della ex Ittica di Ugento. Le fiamme si svilupparono proprio all’interno del perimetro della struttura, causando odori nauseabondi per diversi giorni, provocando malori in molti cittadini. Un odore, dicono le forze di opposizione, molto simile a quello di rifiuti bruciati. Del resto, è difficile escludere questa ipotesi, dal momento che quell’area è diventata negli anni una vera e propria discarica, con cancelli ed inferriate cadenti e pericolose e con un aspetto generale di profondo degrado. Proprio queste motivazioni ne determinarono il sequestro (tuttora vigente) ad opera della Polizia di Taurisano nell’ottobre 2010. Di quell’incendio, delle procedure di spegnimento adoperate e della situazione generale dell’area della ex Ittica si discuterà oggi in Consiglio comunale che, data l’importanza della tematica trattata, è stato convocato alle ore 16 (a Gemini) per permettere ai cittadini di prendervi parte. L’ordine del giorno è stato inserito in discussione su mozione presentata dai consiglieri di opposizione Giulio Lisi, Nino Molle, Gianfranco Coppola, Carlo Scarcia ed Angelo Minenna. In particolare i consiglieri hanno chiesto di avere accesso ai dati ambientali relativi alle analisi effettuate dall’Arpa alcuni giorni dopo l’incendio: i tecnici le hanno realizzate il 31 agosto ma i risultati non sono mai stati resi pubblici, nonostante per legge sia obbligatorio farlo entro 60 giorni. La questione è intricata e più ampia di quanto possa sembrare, in quanto non si ferma all’incendio della scorsa estate ma va molto oltre ed indietro negli anni ed attiene alla gestione stessa dell’Ittica (l’ultima in ordine di tempo è riconducibile alla “Ittica Ugento Spa” con sede a Lecce). Una struttura che si estende per 25 ettari, con sei vasche in cemento amianto, a quanto pare mai bonificate, e rifiuti anche pericolosi abbandonati senza cura. Ad essere inquinata potrebbe essere non solo l’area dell’Ittica ma anche quella vicina dei bacini, come quello di Spunderati Sud (Lido Marini) che dunque potrebbe scaricare in mare sostanze pericolose. E’ giunto il momento di chiarire la questione. Ed è ciò che l’opposizione ha intenzione di fare. Partendo proprio dai rilievi dell’Arpa dello scorso agosto. Articoli correlati: Allarme inquinamento a Torre Mozza Incendio a Torre Mozza. ‘Emergenza inquinamento'

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