In giro per il centro storico di Lecce, lo spettacolo offerto da cassonetti e bidoni per i rifiuti stride con le bellezze della città
Lecce la città del Barocco. Lecce come la Firenze del Sud. Città più calda d'Italia che si guadagna un servizio del Tg1 proprio due giorni fa. Lecce bomboniera dell'estate, suadente attrattiva per turisti italiani e stranieri che, all'arrivo, potranno invece – piacevolmente o meno saranno loro a dirlo – constatare quanto sia sporco persino il centro storico della città capoluogo di provincia. Affollata di turisti – diversi napoletani, ieri, prendevano in giro il fotografo e il cronista del Tacco intenti a riprendere i cassonetti stracolmi – e di cittadini in cerca di un po' di fresco per le vie della città, Lecce sembra abbandonata a se stessa.

La centralissima via Palmieri, battuta da coloro da Porta Napoli si dirigono pieni d'aspettativa al Duomo, ieri notte presentava cassonetti straripanti e puzzolenti. Il caldo accelera la decomposizione dell'umido e raccomanderebbe maggiore celerità nella raccolta dei rifiuti, mentre per le vie cittadine il tempo sembra essersi fermato e la “munnezza” far parte del panorama, fra scorci barocchi e lastricati messi in posa da poco. Non va meglio se ci si sposta verso piazza sant'Oronzo o piazza Mazzini. Via Trinchese grida vendetta e gettare un fazzoletto o la coppetta finita del gelato è un'impresa per chi ci prova, senza lasciarsi sedurre dal desiderio di abbandonare il rifiuto sul marciapiede. Desiderio nutrito forse dalla falsa speranza che qualcuno, prima o poi, passerà a pulire. Ma chi vive sperando, si sa, spesso finisce per fare una brutta fine.
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