Lecce. Il rapporto del Centro antiviolenza “Renata Fonte”: 705 segnalazioni nel 2010; 105 più dell’anno prima. Intanto è mistero sulla sede dell’associazione
LECCE – La violenza si consuma quasi esclusivamente nelle relazioni sentimentali, le denuncie aumentano, s’alza la soglia d’età e a dichiarare di subire violenza psicologica e stalking ci sono anche gli uomini. Questi in estrema sintesi i dati del rapporto annuale del Centro antiviolenza “Renata Fonte” stilato sulla base delle 705 chiamate smistate per competenza territoriale al Centro salentino dal numero verde nazionale 1522. Un incremento esponenziale se si pensa che lo scorso anno le chiamate sono state circa 600. Un dato importante: l’aumento delle richieste d’aiuto avviene spesso in concomitanza con azioni di sensibilizzazione e d’informazione. “I mezzi di stampa hanno un ruolo fondamentale nel diffondere la conoscenza dell’esistenza di un servizio di cui spesso le donne non conoscono l’esistenza” ha dichiarato infatti la presidente Maria Luisa Toto che oggi ha reso noti i dati. Un 40% delle richieste inoltrate sono, quindi, nuove violenze, il 60% sono nuove emersioni. La modalità di contatto avviene nel 70% dei casi attraverso il numero verde nazionale 1522, nel 15% attraverso le attività di sensibilizzazione nelle scuole (in questi casi i bambini convincono la madre a denunciare la violenza), nel 10% attraverso internet, nel 5% attraverso il passaparola. L’85% delle donne che chiedono aiuto ha un’età compresa tra i 25 e i 60 anni; il 15% tra i 60 e i 75 anni: donne adulte con alle spalle anni di rapporto coniugale basato su violenza, soprusi e maltrattamenti. Il fenomeno è poi trasversale: le donne vittime di violenza appartengono a tutti gli strati sociali. Tuttavia nel 70% dei casi non sono produttrici di reddito avendo deciso di dedicare la propria vita alla gestione della casa ed alla cura dei figli; le restanti donne, il 30% del totale, nonostante siano lavoratrici, non possiedono autonomia economica in quanto la gestione dello stipendio viene loro impedita dal partner. Gli effetti? La violenza psicologica subita porta alla svalorizzazione della personalità e il plagio esercitato attraverso la violenza psicologica nell’80% dei casi è accompagnato dalla violenza fisica, quella sessuale e anche dall’uso di armi. Il 60% delle violenze subite include, poi, anche il reato di stalking. Dato nuovissimo, tanto da non essere ancora stato incluso nel rapporto, è la richiesta di ascolto da parte di tre uomini che hanno riferito di subire da parte della propria partner o ex partner stalking e violenza psicologica. In questo quadro il Salento assume i contorni di una terra sempre più violenta ma anche sempre più capace di emergere dal buio della disperazione. “Ciò anche grazie al lavoro altamente professionale e umano svolto da tutte le professionalità coinvolte dal Centro”, ha continuato Toto. Lo testimoniano anche i primi dati della ricerca sui gruppi di auto aiuto svolta dalla docente dell’Università del Salento Sara Invitto, docente in Psicologia sperimentale. “E’ per questo – ha aggiunto la presidente – che domani sarò a Roma presso il Ministero per difendere il loro lavoro svolto sul territorio e per chiedere che vengano tutelate e riconosciute da tutti i punti di vista: normativo, strutturale, professionale”. Altra novità importante annunciata da Roberto Martella è l’individuazione di una casa rifugio a Lecce e della ricerca di un’altra in provincia per tutte quelle donne che, denunciato il sopruso, siano costrette ad allontanarsi dalla propria casa. Intanto, però, la “casa” rischia di perderla il Centro antiviolenza i cui locali in via Santa Maria del Paradiso a Lecce, presso il Conservatorio Sant'Anna pare siano stati aperti oggi, “per sbaglio”, da qualcun’altro. Il dubbio è che siano stati assegnati dal Comune ad altra associazione. “Chiariremo presto l’equivoco – ha assicurato Martella – perché il Comune di Lecce non ha alcuna intenzione di sfrattare il Centro, sul cui lavoro ha sempre creduto e investito”.
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