Il vicepresidente del consiglio comunale di Lecce Antonio Lamosa fa la sua proposta per conciliare le esigenze dei commercianti e i diritti dei lavoratori.
Il vicepresidente del consiglio comunale di Lecce Antonio Lamosa ha una proposta interessante che potrebbe essere una valida soluzione alla polemica apertura degli esercizi commerciali durante i festivi. Da una parte c'è la necessità di far ripartire il mercato, di agevolarlo, quindi Lamosa si dice d'accordo con l'apertura domenicale e festiva delle attività economiche e produttive; dall'altra c'è il bisogno di combattere l'occupazione e di inserire nel mercato del lavoro nuove figure. “Pensavo, ad esempio – illustra Lamosa – alla costituzione di una o più cooperative formate da commesse disoccupate. Dopo un breve e intenso periodo di formazione potrebbero essere inserite nelle attività lavorative. Inoltre, si potrebbe creare un albo ad hoc del settore commerciale a disposizione degli imprenditori capace di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso il collegamento ad una banca dati già esistente”. Senza dubbio è un'opzione da tener presente. Inoltre, il vicepresidente del consiglio comunale, nell'ambito di quest'idea, non dimentica tutte quelle piccole attività commerciali che, a parte la Grande Distribuzione Organizzata, contribuiscono a tenere in piedi l'economia del territorio. “I vantaggi – aggiunge Lamosa – sarebbero evidenti: per gli esercenti e i commercianti che garantirebbero l’apertura dei loro negozi nei giorni festivi, per i commessi e le commesse che potrebbero finalmente trovare una nuova collocazione lavorativa e, fine, per gli stessi turisti che potrebbero contare su una città aperta tutti i giorni dell’anno”. Detto questo, affinché l'idea non rimanga tale, è necessario un accordo con la Regione Puglia, la quale si è, fino ad ora, opposta all'apertura degli esercizi commerciali nei giorni di festa.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding