Droga dal Sudamerica. Quasi un secolo di carcere alla banda

Lecce. La droga proveniente da Venezuela e Colombia veniva poi smistata a Scorrano, dove finiva poi sul mercato grazie a una vasta rete di spacciatori

LECCE – Quasi un secolo di carcere sono le pene inflitte complessivamente, dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, ai dieci imputati del processo scaturito dalla cosiddetta “Operazione Barriquez”. Le indagini, condotte per oltre due anni dagli uomini del Goa (il Gruppo operativo antidroga) del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lecce, portarono all’emissione, il 14 febbraio 2007, di 43 ordinanze di custodia cautelare. In manette finirono presunti intermediari, narcotrafficanti, spacciatori e fiancheggiatori del sodalizio criminale. L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, coordinata dal procuratore Cataldo Motta e dal sostituto procuratore Nicola D’Amato, e dalla Direzione nazionale antimafia, con il sostituto procuratore Francesco Mandoi, delineò le rotte di un vasto traffico di cocaina proveniente dal Sudamerica e destinato a rifornire il mercato salentino. La droga proveniente da Venezuela e Colombia veniva poi smistata a Scorrano, dove finiva poi sul mercato grazie a una vasta rete di spacciatori. L’importazione di ogni partita di cocaina veniva organizzata sin nei minimi particolari: dai contatti con i cartelli sudamericani fino all’arruolamento dei cosiddetti “muli”, i corrieri che trasportavano, all’interno del loro corpo, la merce preziosa. Corrieri che erano poi ospitati in abitazioni predisposte per far espellere gli involucri con la cocaina, che veniva poi trattata e suddivisa in dosi. Un giro d’affari milionario che riforniva clienti di ogni età e fascia sociale. I giudici hanno condannato a 22 anni di reclusione Vincenzo Amato, 33enne di Scorrano, considerato uno dei presunti capi del sodalizio criminale. Pene severe anche per Juan Carlos Torres Hernandez, 37enne venezuelano, e per Juan Manuel Rey Bulla, 39 anni, colombiano, condannati rispettivamente a 14 e 12 anni di reclusione. Stessa pena per Maria Ochoa Vargas, 34enne venezuelana, e Roland Molina Briceno Marvin, 36enne di Caracas. Sei anni per Andrea Amato, 31enne di Scorrano, fratello di Vincenzo; 8 anni per Adolf Baitis Arend, 51enne di origini tedesche; 4 anni per Massimiliano Manni, 37enne di Acquarica del Capo; 1 anno e sei mesi per Angelo Perrone, alias “Doi fae” o “Cocciante”, 47 anni di Trepuzzi; e per Roberto Colazzo, 45enne di Campi salentina. Assolti, invece, Ricardo Sosa Becerra Fuentes, 37 anni; William Alexander Caro Torres, 31 anni; John Gilberto Figueroa Forero, 36 anni; Franco Josè Paradiso, 35 anni; Jose Ramon Saavedra Villegas, 42 anni, tutti originari del Venezuela; Luigi Grassi, alias “La trottola”, 41enne di Surbo; Raffaele Parlangeli, 42enne di Novoli e Francesca Frassanito, 33 anni di Sogliano Cavour. Per leggere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere novanta giorni.

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