Lecce. Finanziato dalla Regione con 165mila euro. Il progetto per 30 dipendenti che vorranno lavorare da casa per conciliare vita e lavoro
Immaginate di poter lavorare mentre di là, nell’altra stanza, i figli giocano. Immaginate di poter fare una riunione di lavoro con una web cam installata sul vostro pc, nel vostro studio di casa, mentre il vostro familiare, a letto per problemi di salute, riposa tranquillamente. Immaginate di aver bisogno di un periodo di riposo fisico, ma di non poter o voler interrompere il coordinamento di un progetto, la stesura di una pratica e di poterlo fare da casa. Da oggi l’Università del Salento metterà a punto un sistema per poter rendere possibile questo e molto altro di più. Obiettivo: fare in modo che i dipendenti riescano a conciliare il lavoro con la vita e gli impegni familiari. Il progetto si chiama “Telelab. Laboratorio di telelavoro e conciliazione”, è stato finanziato dalla Regione Puglia-Assessorato al Welfare, con 165mila euro, e rientra nel bando sul “Patto di genere” (Burp 18 del 28 gennaio 2010). L’Università potrà realizzare 30 postazioni di telelavoro, destinate ad altrettanti dipendenti, uomini o donne, selezionati da apposito bando, per consentire loro di continuare a lavorare da casa, a seconda di determinate esigenze che si dovessero presentare. Il progetto è frutto di una lunga concertazione tra i componenti il partenariato: sindacati, l’Università di Bari, otto comuni della provincia di Lecce (Specchia, Sternatia, Otranto, Lequile, Neviano, Alessano, Uggiano la Chiesa, Lizzanello. Hanno manifestato interesse i Comuni di Maglie, Nociglia, Corigliano d’Otranto, Martano, Castrignano dei Greci, Leverano e Novoli, oltre all’Unione dei Comuni della Grecìa salentina. “E’ la dimostrazione che in Provincia di Lecce c’è ed è attiva una larga rete di donne e Istituzioni, che da anni lavorano sui temi del lavoro e della conciliazione vita-lavoro. E’ stato messo in pratica uno strumento innovativo nella metodologia, quello della concertazione sui temi della conciliazione. La dialettica e il dibattito si sono resi necessari. L’Istat – ha continuato la Molendini – ha parlato nell’ultimo rapporto di ‘donne come pilastro del welfare. In Italia le donne erogano 2,1 miliardi di ore di assistenza ad altre famiglie, pari ai 2/3 del totale delle ore erogate. In Puglia nell’ultimo anno sono state 848 le dimissioni per maternità. E’ un dato inaccettabile. E stanno aumentando del 30%. Il progetto Telelab è una delle tante azioni rese possibili dal Secondo Piano sociale dell’assessorato al Welfare della Regione che darà 250 nuovi asili nidi e 200 nuove sezioni di scuola materna”. “Al progetto “Telelab” si aggiungerà da settembre il micronido aziendale con ludoteca, finanziato interamente dalla Regione con 100mila euro, pensato per 12-14 neonati. Le dipendenti dell’Università dunque, ma chissà, in futuro anche le studentesse, potranno lavorare tranquillamente mentre il loro bambino, non troppo distante, è accudito da personale qualificato. “Abbiamo chiesto di ridurre il tempo della consegna dei lavori – ha detto il direttore amministrativo dell’Università Emilio Miccolis – da quattro a 3 mesi, dando un premio di accelerazione alla ditta, per essere pronti già a settembre, con l’inizio delle attività del nuovo anno accademico. Telelab sarà poi un progetto pilota, da replicare nelle altre università facenti parte della Federazione delle Università di Puglia, Basilicata e Molise. Francesca Lamberti, direttora del Dipartimento di studi giuridici ha espresso gratitudine per la collaborazione delle organizzazioni sindacali, Cgil Cisl, Uil, Snals. Donatella Grasso, del Comitato pari opportunità dell’Ateneo punta ad attivare 30 postazioni in due anni. “E’ una bella storia che sta scrivendo la nostra Regione – ha detto Elena Gentile, assessora regionale al Welfare. Una storia che parte dalla legge 7 del 2007, punto di partenza e arrivo del nuovo welfare regionale. E’ la dimostrazione del nostro sforzo di voler sostenere la genitorialità immaginando un mondo in cui tutto possono fare famiglia e figli”.
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