OTRANTO – Hanno rischiato di affondare assieme al barcone sul quale stavano viaggiando i dieci immigrati di nazionalità afghana tratti in salvo nella tarda serata di ieri dalla Capitaneria di porto. Sono tutti maschi ed adulti. Hanno trascorso la notte al centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto. Il mezzo sul quale si trovavano ha imbarcato acqua quando si trovava a circa 13 miglia al largo di Santa Cesarea Terme. Gli immigrati hanno immediatamente chiesto aiuto come hanno potuto. L’allarme è stato dato da un peschereccio in transito, che ha avvistato il barcone in difficoltà ed avvisato i militari. L’imbarcazione è affondata poco dopo i salvataggio dei dieci uomini. Questi, una volta a terra, sono stati assistiti dal personale del 118 e dalle associazioni di volontariato. Le loro condizioni sono risultate generalmente buone. Nel corso della giornata di oggi verranno identificati. Gli uomini della Capitaneria stanno verificando se lo scafista abbia abbandonato l’imbarcazione o se si nasconda tra gli immigrati tratti in salvo. // Sbarchi e soccorsi. 48 immigrati nel Salento aggiornamento delle ore 13:00 LECCE – Ha rischiato di trasformarsi in tragedia l’ennesimo sbarco di migranti sulle coste salentine. Il semicabinato di otto metri a bordo del quale viaggiavano dieci cittadini di nazionalità afghana, ha iniziato a imbarcare acqua a 13 miglia circa al largo di Santa Cesarea Terme. A causare il naufragio è stata, con ogni probabilità, una falla apertasi nello scafo dell’imbarcazione. I migranti, presi dal panico, hanno iniziato a sbracciarsi per chiedere aiuto e attirare l’attenzione di qualche altro natante in transito. Ad accorgersi per primi che l’imbarcazione stava affondando è stato un peschereccio, che ha immediatamente lanciato il segnale d’allarme alla Capitaneria di porto. Il tempestivo intervento di una motovedetta della Guardia costiera ha consentito di trarre in salvo i migranti poco prima che l’imbarcazione su cui avevano affrontato l’ennesimo viaggio della speranza affondasse. I dieci cittadini afghani sono stati tratti in salvo e trasferiti a bordo della motovedetta, che è poi rientrata nel porto di Otranto. Una volta sbarcati a terra gli immigrati sono stati assistiti e curati dal personale del 118 e dalle associazioni di volontariato. Le loro condizioni, fortunatamente, sono risultate generalmente buone. Due persone hanno accusato un lieve principio di ipotermia, mentre un altro migrante è stato ricoverato precauzionalmente in ospedale. I militari della Capitaneria di porto stanno accertando se lo scafista abbia abbandonato l’imbarcazione o se si nasconda tra gli stessi naufraghi. I migranti hanno trascorso la notte nel centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto. In mattinata ai dieci profughi tratti in salvo nella notte si sono aggiunti altri trentotto cittadini extracomunitari appena sbarcati sulla costa salentina nei pressi di Porto Badisco. Ben ventitré sono minori. Anche in questo caso ad occuparsi dei profughi, stremati dalla lunga traversata, la Croce rossa italiana e i medici del 118, che hanno rifocillato i migranti e prestato loro le prime cure mediche. Ad attenderli anche gli uomini della questura di Lecce, impegnati nell’identificazione e nei controlli dattiloscopici. In seguito sono stati smistati verso il Cara (centro accoglienza richiedenti asilo) o il Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Brindisi o Bari.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding