Spiagge private per 90 anni. Il ‘caso’ Salento

Ugento, Torre dell'Orso, Alimini, San Foca. Sono alcuni esempi di eccessiva privatizzazione. L’Ue chiede numi

Di Andrea Gabellone “Le spiagge su cui insistono chioschi e varie strutture turistiche saranno oggetto di diritto di superficie che dura 90 anni”. Il decreto sviluppo, approvato dal Governo ieri, fa già discutere e l'UE ha fatto presente alle nostre autorità che pretende dei “chiarimenti” a riguardo. Non più semplici concessioni, quindi, ma “diritto di superficie”. La cessione di un bene demaniale per 90 lunghi anni, in altre occasioni o contesti, la si denominerebbe “vendita”; in questo caso, invece, è meglio rassicurare. Le parole del ministro dell'Economia Tremonti e del ministro dell'Ambiente Prestigiacomo sono arrivate puntuali a precisare che “non si tratta di una svendita” ma che, così facendo, si “crea una prospettiva di tempo sufficiente per fare degli investimenti e creare lavoro”. Non solo. Questo è un modo “per evitare che vengano a occupare le nostre spiagge imprese straniere laddove abbiamo una tradizione e una presenza storica di operatori italiani”. Motivi davvero nobili, vagamente nazionalisti, perseguiti con una concezione liberista un tanto discutibile. La storia ci ha insegnato, infatti, che la mancanza di mercato, nella maggior parte dei casi, è sinonimo di scarsa attenzione, calo di qualità nei servizi, poco rispetto per il cliente e quasi mai di una prestazione tesa a migliorarsi. Una prerogativa tutta italiana? Può darsi. Intanto c'è anche un altro aspetto della questione, ancora poco chiaro, che si palesa come un fosco presagio da parte di qualche ambientalista: le colate di cemento saranno regolarizzate? Quanta libertà verrà concessa, in questo senso, ai privati? Fino ad ora, con gestioni sensibilmente più brevi, abbiamo comunque avuto modo di assistere ad autentici scempi, in materia di rispetto dell'ambiente o della persona. Le barricate che delimitano gli stabilimenti balneari sono spesso un pugno nell'occhio e, purtroppo, all'interno non sempre è garantito il diritto d'accesso ai disabili. La Puglia, con 400 km di costa a disposizione, è chiaramente una delle Regioni più colpite da questa particolare invasione. Per quanto una legge regionale, la 17/2006, imponga una proporzione tra spiagge libere e private rispettivamente del 60% e 40%, la realtà ci parla invece di un numero di concessioni spropositato. Alcuni esempi salentini di privatizzazione eccessiva sono Ugento, Torre dell'Orso, Alimini, San Foca. La lista potrebbe essere molto più lunga. I 90 anni di cessione andrebbero sicuramente discussi e rivisti, ma prima ancora, occorrerebbe porre fine a quest'appropriazione senza criterio della nostra costa. Da qualche anno, la crisi, quanto mai cinica, offre alla vista un ampio paesaggio litoraneo omologato in base all'ordine e al colore degli ombrelloni. Poi, ogni tanto, preceduti da zone di parcheggio barbare e abusive, rari fazzoletti di sabbia dove si accalcano centinaia di famiglie avide del loro metro quadrato. La crisi, è vero, non fa sconti; ma qualcuno dovrebbe spiegare al ministro Tremonti che, se proprio devono toglierci il lavoro, cortesia loro sarebbe lasciarci almeno le vacanze.

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