Bari. Firmato il rinnovo, per il quinto anno consecutivo, della convenzione tra Regione e forze dell’ordine per il controllo continuo sui siti inquinati
BARI – Monitoraggio siti inquinati no stop. E’ stato rinnovato ieri per il quinto anno consecutivo il protocollo tra Regione Puglia e forze dell’ordine per il controllo e la bonifica dei siti inquinati sul territorio regionale. “Siamo orgogliosi di presentare dati così importanti e così confortanti. Siamo orgogliosi perché la regione Puglia aveva una realtà largamente sommersa con poca attenzione repressiva nei confronti dei reati ambientali – ha commentato il presidente Nichi Vendola, presente alla firma del protocollo assieme all’assessore alle Politiche ambientali Lorenzo Nicastro -. Finanziamo per il quinto anno consecutivo un protocollo considerato un punto di riferimento e un modello organizzativo per tutta l’Italia”. Al tavolo per la firma del protocollo “Azioni di monitoraggio dei siti inquinati nel territorio della regione Puglia, a completamento delle attività in corso nell’ambito della convezione quadro tra regione Puglia e Forze dell’Ordine”, c’erano i rappresentanti del Comando regionale della Guardia di Finanza, del Comando Tutela ambientale dei Carabinieri, del Corpo forestale dello Stato, dell’Arpa Puglia e del Cnr. “Soggetti – ha sottolineato il presidente Vendola – che hanno messo in piedi un modello esemplare di monitoraggio del territorio per colpire tutto ciò che reca un danno o una ferita al nostro territorio. Si tratta di continuare a sviluppare un modello di coordinamento tra tutti gli attori e di essere capaci di una repressione intelligente. Se oggi gli apparati repressivi dispongono di tecnologie informatiche satellitari possono colpire quasi in tempo reale chi ha commesso un reato ambientale”. La convenzione firmata ieri sancisce il rinnovo dell’attività di monitoraggio dei siti inquinati regionali attualmente in corso, definite nell’ambito dell’Accordo Quadro del 2007, il quale prevede interventi di recupero funzionale degli ecosistemi, il ripristino ambientale dei siti inquinati ed anche azioni di prevenzione dei reati ambientali. Il rinnovo è valido fino al 31 dicembre 2011 ed è coperto dall’Asse 6 – Linea di intervento g del “Programma regionale per la tutela dell’ambiente”. I fondi per la realizzazione dei programmi di intervento sono così distribuiti: al Comando Regionale Puglia della Guardia di Finanza 340mila euro; 170mila euro al Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri; 170mila euro al Corpo Forestale dello Stato – Comando Regionale per la Puglia; 170mila euro ad Arpa Puglia; 50mila euro al Cnr-Irsa (Consiglo nazionale delle ricerche – Istituto di ricerca sulle acque). Gli importi destinati al Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri, al Comando Regionale Puglia della Guardia di Finanza ed al Corpo Forestale dello Stato – Comando Regionale per la Puglia, saranno gestiti sul piano amministrativo e finanziario da Arpa Puglia. Questi fondi serviranno a completare l’attività di prevenzione e recupero ambientale già intrapresa negli scorsi anni dalla Regione e rinnovata a metà marzo, con un consistente finanziamento regionale rivolto ai Comuni per la bonifica dei siti inquinati. In tutto erano stati erogati 18.416.433,39 euro per interventi da realizzare nelle Aree Vaste Brindisina, Metropoli Terra di Bari, La Città Murgiana, Lecce 2005-2015, Valle d'Itria, Tarantina. In particolare all'Area Vasta Lecce 2005 – 2015 sono andati più di 3 milioni di euro per quattro interventi: la bonifica della discarica ex Saspi a Lecce (520.638,25 euro); della discarica Rsu in località “Puppo Ustini” a Squinzano (1.062.969,76 euro); della discarica in località “Ponzio” a Calimera (844.301,70 euro); della discarica in località “Larghi” a Melendugno (607.411,28 euro). Nel corso della conferenza stampa Vendola ha sottolineato le profonde carenze della legislazione italiana in materia di reato ambientale. Non solo oggi non desta allarme sociale ma anche che le leggi sono assolutamente inadeguate. Basti pensare che è al massimo punito con una contravvenzione ed in nessun caso con la detenzione. “I reati ambientali sembrano delle semplici marachelle – ha commentato il governatore – e invece sono reati che mettono a rischio la nostra salute e recano un pregiudizio grave al nostro paesaggio e alla nostra vita. Noi chiediamo che il legislatore modifichi e renda più pregnante e più efficace la repressione nei confronti dei reati ambientali”. Nicastro ha insistito sulla necessità che il legislatore nazionale modifichi le norme. “Dobbiamo considerare i crimini ambientali – ha detto – come rapine a mano armata o episodi di narcotraffico, reati puniti con pene durissime. Solo in questo modo possiamo disincentivare gli episodi criminosi che aggrediscono l’ambiente”. Articolo correlato: Rifiuti e bonifica di siti inquinati: 18 milioni di euro dalla Regione (18 marzo 2011)
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