Cavallino. Domani, dopo la cerimonia, si svolgerà il convegno dal titolo “Le attività di ricerca della Scuola” che sarà occasione per presentare studi svolti dai docenti
La Scuola di specializzazione in Beni archeologici “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento inaugura l’anno accademico 2010/2011 con una cerimonia in programma giovedì 27 gennaio 2011 nella sala conferenze del Convento dei Domenicani di Cavallino (Lecce), a partire dalle ore 9. Partecipano il Rettore, Domenico Laforgia, il sindaco di Cavallino, Michele Lombardi con l’assessore alla Cultura Gaetano Gorgoni, la Preside della Facoltà di Beni Culturali, Regina Poso e il Direttore della Scuola, Francesco D’Andria. Per l’occasione è stato organizzato il convegno “Le attività di ricerca della Scuola”, in programma il 27 e 28 gennaio: sarà occasione per presentare le attività di ricerca dei docenti della Scuola, in particolare nel Salento ma anche in altre regioni d’Italia e nel Mediterraneo dove si svolgono varie missioni archeologiche (Malta, Siria, Turchia). Al Salento saranno dedicati vari interventi che illustreranno i risultati scientifici ottenuti, in particolare per la conoscenza della civiltà dei Messapi e delle culture della preistoria e della protostoria, da Salve a Rocavecchia, sino agli interventi di età medievale nel Castello di Carlo V a Lecce. Questi interventi rivestono particolare significato, perché costituiscono la base per attività di valorizzazione che hanno portato nel Salento esperienze innovative nella gestione del patrimonio archeologico-territoriale. Si sta infatti creando una rete di luoghi oggetto di valorizzazione, con esperienze come il Museo diffuso di Cavallino, il Parco dei guerrieri a Vaste, l’Ecomuseo dei paesaggi di pietra ad Acquarica e quello di Castello d’Alceste a San Vito dei Normanni, il Museo di Borgo Terra e il percorso delle mura messapiche a Muro Leccese: tutte esperienze di forte impatto per lo sviluppo territoriale, alle quali partecipano da protagonisti gli studenti della Facoltà di Beni Culturali e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici. Le esperienze italiane dell’archeologia leccese si proiettano in un ambizioso progetto mediterraneo, così lo studio delle più antiche culture neolitiche in Turchia, le analisi bioarcheologiche dei rituali di Malta, lo studio dell’origine delle civiltà urbane in Siria, il restauro di monumenti come il teatro di Hierapolis in Turchia sono l’occasione per una collaborazione scientifica internazionale in cui i giovani provenienti da diverse nazioni e culture possono imparare a leggere insieme le radici della loro identità. La Scuola di specializzazione in Beni archeologici “Dinu Adamesteanu” Alla Scuola sono iscritti circa 70 allievi (due anni di corso più gli specializzandi), provenienti da tutta Italia con una prevalenza delle regioni del centro-sud (di cui circa l’80 per cento da Atenei diversi da quello salentino), ambito in cui Lecce continua a rappresentare un punto di riferimento nella formazione archeologica post laurea. La formazione offerta dalla Scuola si caratterizza, oltre che per la prospettiva internazionale, anche per l’impostazione multidisciplinare: gli allievi possono frequentare i Laboratori di Bioarcheologia (archeobotanica, paleoecologia, antropologia fisica, archeozoologia), di Informatica archeologica (Gis, telerilevamento e altro) e i Laboratori Tandetron di archeometria, e seguire seminari e lezioni di Economia dei Beni culturali oltre a numerosi cantieri di scavo.
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