Il 21 gennaio, la conferenza conclusiva del progetto pilota per una maggiore presenza femminile nella ricerca e nella tecnologia
S’intitola “Gender equality in science. Le prospettive dal progetto Strega” la conferenza conclusiva di un progetto pilota che si occupa di promuovere una maggiore presenza femminile nella ricerca e nella tecnologia: l'appuntamento è per il 21 gennaio 2011 dalle 9 alle 16 nel Padiglione Chirico del Monastero degli Olivetani dell’Università del Salento. Si tratta di un momento di riflessione su temi di grande attualità, molto sentiti nell’ambito della ricerca scientifica (accademica e non), che ha infatti portato l’adesione di più di trenta ricercatrici operanti in Italia e Europa. Il progetto STReGa (Scienza, tecnologica, ricerca: generi e accesso) è un’iniziativa nata dalla collaborazione tra l’Università del Salento (Dipartimento di Matematica “Ennio De Giorgi”) e l’Associazione “Donne e Scienza”, e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali all’interno di un “Piano di azioni positive” volto a promuovere l’occupazione femminile. “Parliamo di incrementare il numero di presenze femminili”, dicono le componenti del comitato scientifico del progetto Anna Maria Cherubini dell’Università del Salento, Patrizia Colella (docente di matematica, dell’associazione “Donne e scienza”) e Cristina Mangia (ricercatrice del Cnr, dell’associazione “Donne e Scienza”), “ma anche di migliorare la qualità del lavoro e di valorizzare le donne attive che, spesso, ricoprono ruoli al di sotto della loro formazione e capacità. Questa conferenza vuole aprire una discussione a largo spettro sul tema 'genere e scienza': quali sono gli scenari, quali le politiche, quali le proposte e le prospettive in una scienza che cambia”. Dopo i saluti del Rettore Domenico Laforgia, della vicepresidente del Comitato nazionale di parità Santina Giorgio (per il Ministro del Lavoro) e della Consigliera di parità della Regione Puglia Serenella Molendini, in programma le presentazioni iniziali di Flavia Zucco (presidente dell’associazione “Donne e Scienza”, dirigente di ricerca del Cnr) su “Le donne di scienza come modello di ruolo per la scienza contemporanea” e di Marina Cacace (dell’Asdo – Assemblea delle donne per lo sviluppo e la lotta all’esclusione sociale, referente di vari progetti europei su donne e scienza) su “Rafforzare il ruolo delle donne per una scienza che cambia. Alcune esperienze europee”. A seguire una discussione cui interverranno esperte in vari campi della ricerca scientifica, delle politiche di genere e dell’impresa: • Anna Maria Aloisi (Università di Siena) • Annamaria Annicchiarico (Tecnopolis, Bari) • Barbara Busi (Spinner 2013 Emilia Romagna) • Elisabetta Camussi (Università Milano Bicocca) • Silvia Cingolani (Politecnico di Bari) • Angelina Del Vecchio (CNR Roma) • Amalia Ercoli Finzi (Politecnico di Milano) • Donata Folesani (Spinner 2013 Emilia Romagna) • Marisa Forcina (Università del Salento) • Bianca Gelli (Università del Salento) • Donatella Grasso (Università del Salento) • Francesca Lamberti (Università del Salento) • Sandra Leone (INFN, Pisa) • Pia Locatelli (tavolo di concertazione Miur / Ministero delle Pari opportunità) • Alessandra Lunardi (Università di Parma) • Grazia Manni (Associazione industriali, Lecce) • Monica Mc Britton (Università del Salento) • Mariella Paciello (INFN Roma) • Flora Pempinelli (Università del Salento) • Cecilia Pennetta (Università del Salento) • Anna Lucia Pinto (APRE Bruxelles) • Elisabetta Salvati (Associazione industriali, Lecce) • Maria Laura Scarino (INRAN Roma) • Maria Svelto (Università di Bari) • Fiorenza Taricone (Università di Cassino) • Luisa Torsi (Università di Bari) • Adriana Valente (CNR, Roma) Modera la giornalista scientifica di “Galileo” Letizia Gabaglio. “Il lavoro di ricerca – spiegano Cherubini, Colella e Mangia -è solo all’apparenza l’ambito in cui, più che in altri, valgono formazione culturale e attitudini personali. Non è, invece, un settore libero da pregiudizi tradizionali: in molti ambiti scientifici, nonostante l’alto numero di laureate, le donne presenti sono ancora poche, e pochissime quelle in ruoli gerarchici elevati. La percentuale di donne a capo di strutture accademiche, e in genere di ricerca, o presenti negli organismi di valutazione e di indirizzo della ricerca, è davvero bassissima. Il progetto STReGA è nato da queste considerazioni e, nel corso della sua attività dalla fine del 2008, ha organizzato seminari e incontri per informare su alcuni aspetti fondamentali del lavoro scientifico e sulla didattica della scienza: l’idea generale è che informazione e trasparenza sui meccanismi siano strumenti di empowerment, contribuiscano cioè a permettere alle persone, uomini e donne, di scardinare lobby e nepotismi e fare scelte razionali e consapevoli per quanto riguarda la propria formazione e il proprio lavoro”.
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