Piazza Canneto chiusa alle auto. Barba: ‘Una proposta strampalata’

Il commento di Vincenzo Barba, deputato Pdl, sulla proposta di chiudere al traffico “il salotto bello di Gallipoli”: “Prima si faccia un piano traffico”

“Quando non si è legittimati a governare grazie al consenso popolare, quando si è a corto di idee e, soprattutto, quando non si vive la quotidianità, quando si ha una conoscenza superficiale e sommaria della città, si tirano fuori dal cilindro – a mo’ di prestigiatore con i conigli – proposte strampalate che fanno ridere i cittadini, i quali si chiedono in che mani è mai finita l’amministrazione della cosa pubblica”. Sono parole di Vincenzo Barba, deputato gallipolino del Pdl; la proposta strampalata cui il politico si riferisce è quella, avanzata dalla maggioranza, di chiudere al traffico veicolare piazza del Canneto, al centro della città. “Piazza Aldo Moro – continua Barba – sulla quale si affaccia il meraviglioso Santuario di Santa Maria del Canneto, sarebbe dovuta certamente essere il salotto bello di Gallipoli… Chiuderlo, da subito, al transito parziale delle autovetture e dei mezzi di trasporto utilizzati dai pescatori e dagli addetti ai lavori per collegare l’ormeggio delle barche al mercato del pesce, è cosa di inaudita gravità”. Di sbagliato nella chiusura della piazza alle auto ci sarebbe, secondo Barba, il fatto che ancora l’amministrazione non abbia provveduto a redigere un piano traffico. “Quando si costruisce una casa – afferma – non si parte certo dal salotto, dovrebbero sapere i consiglieri del Pd mandati all’opposizione dai gallipolini e ritrovatisi al governo solo e soltanto per un intrigo di palazzo dalle ore ormai contate. Quando si costruisce una casa si inizia dalle fondamenta, poi dai pilastri, poi dai muri, poi dagli intonaci e così via… fino ad arrivare all’arredamento del salotto in cui si ha modo e tempo di scegliere l’abbinamento più adatto del divano e delle poltrone alla moquette o ai tendaggi. Invece, per i signori del Partito Democratico che non hanno nessuna cultura di governo cittadino, è più importante partire dalla fine non avendo alcuna idea su come iniziare a ricostruire la ‘Città Bella’. Non si dice a sul futuro delle attività commerciali che si affacciano in Piazza del Canneto, a sulle attività inerenti al mondo della pesca, a sulle azioni di ormeggio delle barche, a sugli spostamenti di chi abita in zona. Si dice semplicemente che bisogna chiudere tutto, dimenticando perfino che intorno alla piazza pullula un mondo di attività e si racchiude una tradizione millenaria di cultura e storia antica. È mai possibile – aggiunge – che questioni così importanti che attengono alle attività produttive di Gallipoli e alla mobilità dei cittadini, dei turisti e degli operatori commerciali finiscano sulla bocca di chi è totalmente digiuno di qualsiasi idea su come si amministra una città? Non sarebbe il caso che a parlare di cose importanti fossero persone competenti? Fino a quando assisteremo a questo ‘can-can’ di dichiarazioni frutto soltanto dello scambio occulto che ha consentito il passaggio dai banchi dell’opposizione a quelli di maggioranza a chi ha soltanto chinato il capo al diktat imposto dal partito per il tentativo di distruzione del porto commerciale”? Barba termina la propria riflessione facendosi delle domande sull’operato del sindaco e sollevando dubbi sul suo vero amore nei confronti della città che rappresenta. “È mai possibile – dice – che accetti sempre e comunque qualsiasi quisquilia mentale che gli viene prospettata o appena accennata come se fosse su tutto comunque d’accordo e consenziente? Ma a lui, personalmente, cosa ispira il cuore? Il suo sangue cosa gli consiglia? L’amore per Gallipoli dove lo porta? Non sarebbe finalmente ora che con uno scatto di orgoglio, azzittisse i nuovi apprendisti stregoni e si consegnasse al voto legittimatore che soltanto i gallipolini possono esercitare? Perché non tira un sospiro di sollievo e manda a quel paese tutti coloro sui quali, in privato, si lagna dell’eccessiva esagitazione dichiarando di non sopportare più niente e nessuno”?

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