A rischio soppressione, il nosocomio è punto di riferimento di un territorio con quasi 100.000 abitanti
“Tagliare” l’ospedale di Campi Salentina comporterà una minore spesa e una maggiore efficienza dell’offerta sanitaria? Quale sorte toccherà ai malati oncologici, che nell’ospedale S. Pio avevano trovato la giusta dose di competenza e umanità? È proprio così assurdo pensare ad una diversa modulazione dell’ospedale in questione, che occupando una posizione geografica strategica, potrebbe rilanciare la propria attività, guardando a una precisa tipologia di pazienti?”. Sono questi gli interrogativi che il consigliere della Regione Puglia e presidente di “Moderati e Popolari”, Antonio Buccoliero, rivolge, in un’interrogazione urgente a risposta scritta, all’assessore alle politiche sanitarie, al bilancio e al presidente della giunta regionale. Domande e dubbi, che ruotano attorno all’ospedale S. Pio di Campi, da tutti considerato un fiore all’occhiello della sanità salentina, ma che oggi, come altri nosocomi, rischia la soppressione. “Il Piano di Rientro Sanitario – scrive Buccoliero nella sua interrogazione – pur rientrando negli accordi con il governo nazionale, sancisce l’incapacità dell’attuale classe dirigente di pensare una sanità diversa che, invece di tagliare i servizi, investa nel rafforzamento degli stessi, operando una razionalizzazione della spesa complessiva, non sopprimendo le infrastrutture sanitarie esistenti, ma evitando gli sprechi attraverso un’operazione sistemica da realizzare nel breve, medio e lungo periodo. Nella ridefinizione del Presidio Ospedaliero di Campi Salentina, ad esempio, va tenuto conto della peculiarità della posizione geografica dello stesso, che è situato all'estremo confine nord della provincia di Lecce, costituendo, oltre che storico presidio di zona per i comuni del Nord Salento, con quasi 100.000 abitanti, di fatto un nodo di attrazione e punto di riferimento per le comunità della provincia di Taranto e di Brindisi. In questo senso, ha una sua centralità nel territorio, al contrario di altri nosocomi vicini tra di loro e deve necessariamente conservare, ed anzi implementare, alcune caratteristiche, mantenendo una effettiva polifunzionalità. Il Pal della Asl di Lecce aveva proposto per Campi Salentina le quattro specialità di Base (Medicina Generale, Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia e Ostetricia e Ginecologia) oltre a tutti i relativi servizi necessari, ritenendo che soluzione sia la migliore per il territorio del Nord Salento, perché il presidio ospedaliero di Campi deve sviluppare ulteriormente sia i livelli di integrazione ospedaliera rispetto al Polo Ospedaliero Centrale di riferimento (V.Fazzi di Lecce) ed alle altre strutture ospedaliere extra provinciali, sia livelli di integrazione per i percorsi diagnostico – terapeutici relativi alla cronicità (pazienti cardiologici, nefropatici, diabetici, geriatrici, oncologici, pneumologici, con demenza, con necessità riabilitative, etc.). Partendo dalla tipologia di pazienti, che più frequentemente fa ricorso all'ospedale (cronici, anziani, oncologici, psichiatrici ecc.) si rende necessaria una rimodulazione dell’offerta sanitaria, tenendo presente il numero di posti letto tagliati dalla delibera n. 2791/2010 all’Ospedale di Campi e assegnati al “V. Fazzi” di Lecce. A questo punto, Buccoliero domanda al presidente di Giunta e agli assessori alla sanità e al bilancio: • se siano davvero convinti che la soppressione possa determinare minori costi, aumentando la produttività dei plessi ospedalieri e l’efficienza del sistema sanitario; • quale sorte toccherà alle centinaia di malati oncologici, che avevano trovato la giusta dimensione ed umanità nel plesso ospedaliero di Campi; • se ritengano che la responsabilità della suddetta riduzione sia addossabile alle responsabilità del governo nazionale o alla incapacità di governo dell’attuale governo regionale reo di aver dormito in questi cinque anni di presidenza vendoliana; • se non sia il caso di rivedere l’assetto dell’ospedale di Campi rilanciandone le missione rafforzandone i reparti per dare una risposta seria ai bisogni dei malati pugliesi e salentini. “Solo chi non ha visioni strategiche – ha concluso Buccoliero – e Vendola ha dimostrato, in sanità, di non averle, quando affoga è costretto a provvedimenti che denotano poca lucidità, minore amore per la propria terra e, miserevolmente, incapacità politica e amministrativa”.
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