Porto Cesareo. Il tragico evento è accaduto durante alcuni lavori di demolizione
Prima “morte bianca” del 2011 nel Salento. Un operaio edile di quarantanove anni, Claudio Liaci, originario di Veglie, è morto ieri mattina mentre era al lavoro in un cantiere situato lungo la strada che da Leverano conduce a Porto Cesareo, nei pressi della masseria “Curti Russi”, a poche centinaia di metri dal mare. L’uomo stava eseguendo alcuni lavori di demolizione in una villetta di campagna per la ditta “Savina Orazio” di Leverano quando, per cause ancora da accertare, è stato travolto dal cedimento di una pensilina lunga circa dieci metri. Tutto è avvenuto in pochi istanti: l’impatto è stato tremendo, la vittima è stata letteralmente schiacciata dai massi pesantissimi. L’incidente sul lavoro è avvenuto poco dopo le 9. L’uomo è stato immediatamente assistito dalle altre persone presenti in quel momento nel piccolo cantiere, che hanno provveduto anche a chiamare i soccorsi. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118, che ha cercato in ogni modo di rianimare l’operaio. Ogni tentativo, però, è stato vano, i medici non hanno potuto far altro che costatare il decesso del 49enne salentino. Claudo Liaci era sposato e padre di un figlio di 26 anni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Campi Salentina. I militari dell’Arma hanno eseguito i rilievi del caso, svolto i necessari accertamenti in loco e raccolto le prime deposizioni. Con loro anche gli uomini dei vigili del fuoco, che hanno provveduto a bonificare la zona in modo da scongiurare ulteriore crolli. Successivamente, allertati dai carabinieri, sono intervenuti anche gli uomini dello Spesal (acronimo di Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, un settore del dipartimento di prevenzione delle Asl), che in casi come questi svolgono a tutti gli effetti funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria e conducono le indagini relative agli infortuni sul lavoro. Saranno ora le indagini degli inquirenti a stabilire se si sia trattato di tragica fatalità o di negligenza. In particolare dovranno verificare se sul luogo di lavoro siano state rispettate tutte le misure di prevenzione stabilite dalla legge. Dell’accaduto è stato informato anche il magistrato di turno, sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Angela Rotondano, che coordina le indagini. Probabilmente a causare il crollo e conseguente morte di Liaci è stato un cedimento strutturale, anche se tra le concause vi potrebbero essere le vibrazioni provocate dal martello pneumatico utilizzato dagli operai. Saranno ora i verbali degli agenti dello Spesal e degli eventuali consulenti tecnici nominati dalla Procura a far luce sulla vicenda e sull’ennesimo dramma di una delle tanti morti sul lavoro che ogni colpiscono il Sud.
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