Un bel pezzo di Parigi per romantici sognatori di oggi e di ieri

Nei freddi pomeriggi d’inverno, avvolti dal calore e dalla bonheur del Bistrot Flambeaux. www.lebistrot.eu

Ci sono posti ed atmosfere che ci suggestionano per tutta la vita. Possono essere paesi stranieri, vie della nostra stessa città, piazze e monumenti dove il cuore tintinna passando. Amiamo ricordare, talvolta analizzare, e quando possibile ricreare le emozioni che spesso, anche inconsapevolmente, e incondizionatamente, questi luoghi dell’anima suscitano in noi. Io me lo ricordo quando aprì Il Bistrot a Lecce. Non era un posto certamente centrale, né appariscente come tanti altri che già in quel periodo si affacciavano – dentro le mura – sulla nuova agorà della movida, ma era un posto bello, bello davvero, con la sua vocazione ed il suo appeal tipicamente parigini. E mi ricordo bene che ci andavo appositamente perché adoravo Parigi e i suoi bistro, e passavo lunghe ore con le mie amiche del cuore sui suoi morbidi cuscini a sorseggiare, tipo per tipo, tutta la collezione di thè, tisane e infusi, e le cioccolate calde nei freddi pomeriggi d’inverno. La sala era così avvolgente e affascinante con le sue lampade colorate sempre accese, i giornali e le riviste sparse ovunque, e tutte quelle carte e cartoline appuntate tutt’attorno, saluti di chi partiva, appunti di viaggio, fotografie. Dopo tanti anni, ieri pomeriggio, ci sono tornata. Senza le amiche del cuore di un tempo, ma come animata dalla fantasia di poter saltare tremila pagine di Recherche e arrivare direttamente al tempo ritrovato! Stesse luci soffuse, stesso ambiente speciale, stesso sorriso – sarebbe ingiusto non chiamarlo “francese”, dei padroni di casa. Tutto era rimasto immutato, persino il mio ed il loro entusiasmo per le atmosfere parisiennes e per il “nostro” bistro. E dopo tanti anni – diremo più tardi – mantenere gli stessi standard e provare le stesse emozioni non è da tutti. Mentre bevevo il mio delizioso punch mi guardavo intorno e mi chiedevo quale incantesimo avesse come fermato il tempo così da far sembrare questo locale incredibilmente nuovo e fresco come il primo giorno. Ed è così che ho scoperto che gli amabili titolari di questo locale, in sedici anni, non solo hanno lavorato alacremente e cresciuto i loro due figli – che oggi collaborano con loro – ma hanno anche avviato e aperto altri locali di punta in città. Tenevo a conservare una traccia di questo passaggio, o meglio, di questo ritorno, al Bistrot, non solo perché parlando dei suoi albori madame e monsieur mi hanno detto che forse, essendo allora una ragazzina, avrei potuto non ricordare l’inaugurazione di questo locale (grazie, grazie per avermi scalato un decennio tondo tondo proprio in vista del mio compleanno!), ma perché è importante sottolineare che quando si lavora bene, tutto quello che non è solo di moda, ma anche “a modo” e quindi ben fatto, non solo resta sempre in auge ma diventa, persino, riferimento di stile e di qualità. Che è una bella soddisfazione di questi tempi “mordi e fuggi”. Complimenti al Bistrot.

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