Capodanno: tragica morte di un detenuto a Borgo San Nicola

A stroncare la vita del quarantenne originario di Foggia è stato, con ogni probabilità, un malore. Sarà l’inchiesta della magistratura a far luce sul decesso

Sarà l’inchiesta della magistratura a far luce sulla morte di un detenuto nel carcere di Borgo San Nicola, avvenuta la notte di capodanno. Il decesso è avvenuto pochi minuti dopo le due, proprio mentre nelle piazze del Salento impazzavano le feste e i concerti per salutare l’arrivo del 2011. A stroncare la vita del quarantenne originario di Foggia è stato, con ogni probabilità, un malore. Pare che l’uomo, infatti, fosse affetto da patologie preesistenti legate a problemi cardiocircolatori. Una situazione clinica aggravata dall’obesità (pesava oltre un quintale) di cui il detenuto di origine daune era affetto. Ad accorgersi della morte è stato il suo compagno di cella che, insospettito dal prolungato silenzio del 40enne, ha provato a chiamarlo. Un tentativo apparso subito vano, il braccio dell’uomo pendeva rigido dal letto a castello della cella. Sarà la relazione redatta dal medico legale, il dottor Alberto Tortorella, a chiarire le cause della morte. Il magistrato di turno, Giuseppe Capoccia, non ha ancora deciso se procedere a esame autoptico. Oltre che far luce sull’esatta dinamica della morte, l’inchiesta dovrà anche accertare se le condizioni dell’uomo fossero compatibili con il regime carcerario. Secondo quanto si è appreso il quarantenne foggiano era stato sottoposto solo venti giorni fa a visita specialistica. Quella del carcerato deceduto la notte dell’ultimo è anno, è una delle tante storie di solitudine e disperazione che provengono dai nostri istituti di pena. La storia di un uomo solo, senza parenti e amici (nessuno gli avrebbe mai fatto visita negli ultimi tre mesi trascorsi nel carcere di Lecce), con gravi problemi di relazione e provato nell’anima e nel fisico. Da pochi mesi era stato trasferito nel capoluogo salentino, dove avrebbe finito di scontare la sua pena a ottobre nel 2011. Una morte tragica che ripropone i malesseri di uno dei carceri più affollati d’Italia con oltre 1.400 detenuti, alle prese con costanti emergenze sanitarie e in cui, nell’anno scorso, si sono verificati due suicidi e cinque tentativi.

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