Provincia: lavoratori a rischio occupazione. Le proteste

Oggi i lavoratori distribuiranno volantini di fronte a Palazzo dei Celestini e martedì terranno un sit-in davanti alla Prefettura

I 37 lavoratori stabilizzati della Provincia di Lecce a rischio posto di lavoro, nel caso l’Ente deciderà di anare la procedura di stabilizzazione attuata dal precedente governo provinciale, avvieranno una serie d’iniziative tese a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica della grave vicenda che li riguarda. Oggi alle ore 9.30 i lavoratori saranno innanzi all’aula consiliare di Palazzo dei Celestini per distribuire volantini ai consiglieri provinciali e martedì 30, dopo un incontro con il Prefetto, terranno un sit – in su via XXV luglio, alle ore 11.30 davanti al Palazzo della Prefettura. 22 novembre 2010 – Provincia: in 40 a rischio occupazione. Si invoca l'intervento di Napolitano Quaranta lavoratori dell'Ente Provincia rischiano il posto di lavoro. La Giunta Pellegrino li aveva stabilizzati nel 2008, ma una recente delibera ha rimesso tutto in discussione. “Nessuna volontà di licenziare” dicono i consiglieri Marti e Ciardo. Replica dell'Idv: “atto gravissimo”. Per far fronte alla situazione, Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” scrive una lettera aperta al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per una richiesta di intervento. Il testo “Ecc. mo Presidente, Le scrivo la presente per verificare la possibilità di un Suo intervento data la Sua nota sensibilità in tema di diritto al lavoro e per rappresentarLe la drammatica situazione in cui stanno inesorabilmente per precipitare una quarantina di famiglie di lavoratori dell’Ente Provincia di Lecce, assunti con contratto a tempo indeterminato dopo una complessa e concertata procedura di stabilizzazione, poiché la gran parte degli stessi aveva lavorato per anni sotto la 'scure' del precariato 'pubblico' con contratti a tempo determinato o co.co.co./co.co.pro. Nel 2008, infatti, l’allora giunta di centrosinistra guidata dal sen. Giovanni Pellegrino aveva dimostrato grande sensibilità istituzionale e competenza amministrativa varando, come detto, un piano di stabilizzazione a seguito di un procedimento passato al vaglio delle organizzazioni sindacali che, peraltro, non fu impugnato dall’opposizione di centrodestra né risulta essere stato impugnato nei termini perentori stabiliti dalla legge da alcun altro soggetto neanche al Tar di Lecce. Duole rappresentarLe che a distanza di oltre due anni, con un’azione che sembra più una prevaricazione o una malcelata vendetta dettata dal passaggio di consegne tra amministrazione di centrosinistra a quella di centrodestra guidata dal nuovo Presidente dott. Antonio Gabellone, all’epoca capo dell’opposizione, in data 16 novembre è stata approvata dalla nuova giunta che siede a Palazzo dei Celestini da oltre un anno e mezzo, una delibera che ana il precedente piano di stabilizzazione, con ciò compromettendo il conquistato diritto dei dipendenti precari dell’ente pubblico in questione, al posto di lavoro (pubblico) a tempo indeterminato. La vicenda appare ancor più tragica e fumosa se si riflette sulla circostanza che l’atto deliberativo sarebbe stato emesso senza alcuna preventiva comunicazione né ai lavoratori né alle organizzazioni sindacali presenti, ma sulla sola base di pareri interpretativi (non vincolanti) assolutamente restrittivi della normativa vigente ed in un clima di totale incertezza ed indeterminatezza fondato sul 'si dice…', '…forse sarete licenziati…', in fin dei conti determinando una nebbiosa prospettiva espulsiva che appare oggi, quanto mai, come l’avvio inesorabile al recesso dal mondo del lavoro di una quarantina di lavoratori, molti ultra quarantenni, che saranno quindi condannati alla disoccupazione dopo aver lavorato per anni nell’ente pubblico. La verificabile assenza di scrupolosità dimostrata dall’attuale governo provinciale nel vagliare le possibili soluzioni per salvaguardare il diritto al lavoro dei propri dipendenti ed al contrario la volontà recessiva, sono certo non possono non essere stimolo per un intervento da parte di chi rappresenta costituzionalmente la Repubblica ed è garante della Nostra Carta nel sacrale rispetto delle prerogative da questa dettate. Pertanto, Eccellentissimo Presidente, per evitare che al dramma della procedura seguita dall’Ente Provincia attraverso il passaggio dell’invio di apposite note ai lavoratori che sono state notificate immediatamente dopo la delibera in oggetto, seguano le inevitabili tragedie familiari di lavoratori (pubblici) disoccupati, non posso non reiterarLe l’appello ad un intervento anche solo persuasivo prima che sia troppo tardi e che al licenziamento a sua volta segua il necessario ricorso alla Giustizia, troppo spesso lenta, macchinosa nel suo inesorabile corso ed a volte tardiva”. 19 novembre 2010 – Ente Provincia: in 40 rischiano il posto di lavoro In Provincia hanno lavorato per anni con contratti a tempo determinato o co.co.co. Nel 2008 la svolta. I circa quaranta lavoratori dell’Ente sono stati stabilizzati dall'allora giunta di centrosinistra guidata da Giovanni Pellegrino che, con la sua amministrazione, predispose un piano di concerto con i sindacati. Il 16 novembre scorso, però, la Giunta di centrodestra guidata da Antonio Gabellone, ha approvato una delibera che ana il precedente piano di reclutamento del personale. “Il percorso avviato dall’amministrazione per fare chiarezza sulla legittimità delle stabilizzazioni non è una procedura di licenziamento nei confronti di nessuno, ma una seria e incisiva azione di controllo su queste attività che restano tuttora nebulose e dai contorni indefiniti, tanto che, nel tempo, sono state fatte oggetto di indagini e approfondimenti della Procura della Repubblica e di ispezioni del Ministero dell’Interno”, dichiarano il capogruppo della maggioranza di Palazzo dei Celestini, Biagio Ciardo e il consigliere provinciale Roberto Marti. Fa notare Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Idv e fondatore dello “Sportello Dei Diritti” che, nel 2008, il piano di stabilizzazione non fu impugnato dall’opposizione di centrodestra, il cui leader era proprio Antonio Gabellone, l'attuale presidente. “La volontà di questa maggioranza – continuano Marti e Ciardo – è far ritornare la Provincia di Lecce sul binario unico delle regole, assicurando la legittimità degli atti e la linearità dei percorsi intrapresi nell’azione amministrativa; non c’è nessuna attività di ritorsione, né volontà di licenziare nessuno, né tanto meno 'macellerie sociali' (come è stato richiamato con termini poco felici proprio da chi, nel concreto, non ha mai neppure solo incrociato o soddisfatto le richieste e le legittime esigenze e aspirazioni del personale dell’Ente); c’è un unico indirizzo, quello di ripristinare le regole e assicurare a tutti pari opportunità d’accesso nel mondo del lavoro”. “I giovani di questa provincia richiedono quotidianamente, giustamente, pari dignità e pari opportunità per conquistarsi un posto di lavoro in base a titoli, competenze, professionalità e percorsi di studio anche d’eccellenza, senza dover assistere – come accaduto anche nelle ultime legislature provinciali – a favoritismi e clientele che nel tempo hanno sottratto a migliaia di persone anche solo la possibilità di accedere al mondo del lavoro”, concludono. Interviene, con una nota, anche Gianfranco Coppola, capogruppo Idv in Provincia per il quale la decisione presa dall’amministrazione Gabellone sul licenziamento dei lavoratori precari rappresenta un atto gravissimo che getta improvvisamente nello sconforto circa quaranta famiglie di dipendenti. Coppola riferisce di aver sentito alcuni dipendenti che si sono visti notificare le lettere che avviano le procedure di recesso dopo che erano stati assunti a tempo indeterminato con una procedura concorsuale e un piano di stabilizzazione concordato anche con le organizzazioni sindacali dalla precedente amministrazione, alcuni dopo anni di lavoro a tempo determinato o co.co.co. all’interno dell’Ente. “Questa iniziativa della Giunta Gabellone che non ci risulta sia stata vagliata attraverso il confronto sindacale, strumento imprescindibile quando si tratta di andare a toccare la 'pelle' dei lavoratori, non vorremmo che rappresenti una sorta di subdolo tentativo politico di espellere i lavoratori stabilizzati dalla precedente giunta di centrosinistra così delegittimandola per cercar di far posto poi ad amici degli amici”. In effetti, la Cgil e il Sindacato di categoria Funzione Pubblica Cgil di Lecce condannano fermamente e respingono la posizione assunta dalla Giunta Gabellone che, con la Deliberazione n° 314 del 16 novembre 2010, avvia le procedure per il licenziamento dei lavoratori stabilizzati nel 2008 dalla precedente Giunta di Palazzo dei Celestini guidata dal Senatore Giovanni Pellegrino. “Un provvedimento deciso sulla base di semplici pareri legali e di non meglio specificati pareri ministeriali” commentano dal sindacato. E poi aggiungono: “Ci chiediamo quale intento davvero ci sia dietro un provvedimento che non guarda affatto 'all’interesse generale', come qualcuno della giunta avrebbe dichiarato, ma mette piuttosto in discussione il futuro di quasi 40 lavoratori che, dopo anni di precarietà nella pubblica amministrazione, stavano finalmente iniziando a costruire un futuro più stabile per se e per le proprie famiglie. La Funzione Pubblica Cgil di Lecce insieme alla Confederazione della Cgil si sono immediatamente mobilitate per tutelare decine di lavoratori, le cui esistenze, con questa scelta a nostro parere carente di legittimità, rischiano di ripiombare nel buio della disoccupazione e della precarietà. Ci sembra incredibile pensare, così come la Provincia ha deliberato nella stessa data con l’atto n° 315, che le legittime aspettative del personale interno, da gratificare con le progressioni verticali, il cui procedimento iniziò nel 2008, vengano oggi soddisfatte attraverso il licenziamento di 40 dipendenti stabilizzati dalla precedente amministrazione di centro-sinistra, in virtù di una legge dello Stato. La Cgil non vorrebbe neanche ipotizzare che il vero scopo di questa manovra sia quello di liberare posti in dotazione organica, la cui copertura con concorsi consentirebbe all’attuale Giunta ampi spazi di gestione politica degli stessi. Vista la gravità dei fatti, la Cgil ha già dato mandato ai suoi legali per valutare non solo la legittimità degli atti prodotti dalla Giunta Gabellone, ma anche i presupposti per avviare le procedure finalizzate alla condanna dell’Amministrazione Provinciale per comportamento antisindacale, ai sensi dello Statuto dei Lavoratori”.

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