Il consigliere regionale Mazza (Idv) propone monitoraggio e regolamentazione dell'immissione delle principali sostanze cancerogene nelle aree di crisi ambientale
“La proposta di legge – ha spiegato Patrizio Mazza – privilegia l'aspetto prettamente sanitario/oncologico, ai fini della tutela della salute dei cittadini abitanti le zone considerate 'aree a crisi ambientale”. Relazione introduttiva L’art. 32 della Costituzione Italiana, nel sancire la tutela della salute come ”diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità atteso che il mantenimento di uno stato di completo benessere psico-fisico e sociale costituisce oltre che diritto fondamentale per l’uomo (art 2 Cost.), per i valori di cui lo stesso è portatore come persona, anche preminente interesse della collettività per l’impegno ed il ruolo che l’uomo stesso è chiamato ad assolvere nel sociale per lo sviluppo e la crescita della società civile. In ossequio al principio costituzionale la Legge Regionale n. 25 /2006 all’art 1 recita: La Regione tutela e promuove la salute, intesa come benessere psicofisico e sociale in quanto diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività..” Insistono nella Regione Puglia siti riconosciuti come “aree di crisi ambientale” perché degradate dal punto di vista sanitario ed ambientale e ciò a causa di un alto tasso di inquinamento industriale che ha determinato ed ancora oggi determina un incremento di malattie oncologiche tangibile anche se ancora non suffragato da un registro delle malattie oncologiche. Sono infatti in incremento tumori ematologici come: linfomi, mieloma e leucemie provocati, secondo dati forniti dalla letteratura scientifica, da cancerogeni riconosciuti come: il benzene. In virtù di dati riportati anche dall’Arpa Puglia i tumori respiratori e della mammella sono in incremento ed in tale contesto l’abbinamento scientifico è con gli idrocarburi policiclici aromatici fra cui rientra il benzo-A-pirene (sostanza cancerogena e mutagena) e le diossine. Inoltre uno dei maggiori agenti inquinanti presenti nell’aria è il particolato prodotto dalle combustioni conosciuto con la definizione di “polveri sottili” classificato in base al diametro medio delle particelle solide in micron; più basso è il loro peso molecolare maggiore è la loro capacità di penetrazione nell’organismo mediante il respiro, l’alimentazione e l’epidermide, generando pertanto: tumori epatici, renali, cerebrali. Le ammine aromatiche hanno correlazione scientifica soprattutto con i tumori dell’apparato renale ed uroteliale, ed anche questi ultimi si registrano in aumento. Tutte le sostanze fin qui descritte e riconosciute dallo Iarc come cancerogene si ritrovano in alte concentrazioni nelle emissioni industriali con scarsa possibilità di determinarne un controllo e un ridimensionamento. Di fatto, al momento, si possono conoscere riscontri in dati relativi a centraline poste in alcuni siti ma che non rendono ragione della reale consistenza del problema e per limitazioni oggettive di punti di rilevamento, di personale preposto e di assenza di un meccanismo ottimale si perdono spesso i momenti di maggiore emissione di inquinanti cancerogeni per l’uomo per cui il sistema dei controlli è facilmente by-passabile. In definitiva si possono fare le leggi ma queste possono essere inapplicate per carenze oggettive. Occorre quindi definire degli obiettivi semplici di riduzione delle sostanze maggiormente nocive in ambito sanitario- tumorale, stabilire quali sono gli obiettivi di riduzione, individuare quali i soggetti partecipanti alla ricognizione dei dati e il metodo migliore di acquisizione stessi e stabilire norme sanzionatorie semplici ma efficaci. La presente legge si prefigge la creazione di un monitoraggio dei principali cancerogeni riconosciuti dalla letteratura mondiale come responsabili dei tumori, la identificazione degli enti regionali per il monitoraggio delle sostanze e della prevenzione e controllo delle malattie. Inoltre vengono stabilite le modalità di esecuzione della campionatura delle sostanza da esaminare, le modalità di controllo del sistema ; infine la legge stabilisce in maniera precisa le sanzioni che abbiano lo scopo punitivo ma anche migliorativo del sistema con possibile coinvolgimento nell’applicazione della legge anche delle rappresentanze sindacali dei lavoratori. La presente proposta di legge non comporta oneri a carico del Bilancio regionale 5 novembre 2010 – Da Mazza (Idv) proposta di legge sui tumori da inquinanti industriali “La proposta di legge – ha spiegato Patrizio Mazza – privilegia l'aspetto prettamente sanitario/oncologico, ai fini della tutela della salute dei cittadini abitanti le zone considerate 'aree a crisi ambientale'. Propone il monitoraggio ambientale e una regolamentazione dell'immissione delle principali sostanze cancerogene, riconosciute come tali dalla letteratura scientifica, con riferimento a diossine, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, amine aromatiche e polveri sottili (PM2.5). La modalità di raccolta dei campioni, derivanti appunto da monitoraggio, dovrà tener conto dell'imprevedibilità di raccolta degli stessi e attenersi quanto piu' possibile alla reale situazione delle emissioni”. La proposta di legge, ha aggiunto il consigliere, “precisamente si prefigge di regolamentare i limiti di emissione, con eliminazione dei picchi elevati e di meglio individuare i siti considerati come critici a causa delle suddette emissioni, nonchè di stabilire un sistema di controllo affinche' vi sia un'effettiva efficacia preventiva. Cio' si applica anche ad eventuali ulteriori sostanze che in futuro siano validate scientificamente come cancerogene o potenzialmente tali. Il monitoraggio dovrà prevedere la conoscenza d'incidenza di tumori attraverso l'istituzione permanente di un registro tumori annualmente aggiornato secondo le stime d'incidenza e di confronto sia con gli anni precedenti che con altre realtà sanitarie Il registro dovrà prevedere un abbinamento con le attivita' lavorative dei soggetti interessati da tumore. Una globalità di 500 nuovi casi di tumore per ogni 100.000 abitanti nell'anno è da considerarsi un limite invalicabile”. La proposta prevede che all'Arpa sia demandato il controllo tecnico delle emissioni, con la misurazione delle sostanze; all'Arpa compete anche l'individuazione dei siti critici per le emissioni di sostanze cancerogene. “All'Asl, cui appartengono i siti critici, spetta il compito del monitoraggio dell'incidenza di tumori attraverso l'istituzione del registro d'incidenza e il suo aggiornamento costante secondo modalità tecniche scientificamente validate”. Nella bozza di proposta di legge, ha concluso Mazza, “sono previste sanzioni per i soggetti destinatari dei controlli che saranno di natura pecuniaria a favore di enti o associazioni che hanno impatto sociale sui territori critici, fino a prevedere il fermo degli impianti se gli sforamenti si manifesteranno come reiterati nell'arco di un anno superando per numero il limite fissato alla proposta di legge”.
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