Intanto dipendenti e collaboratori Italgest lamentano il tentativo di far passare nell’opinione pubblica il messaggio secondo cui i progetti siano potenzialmente devastanti per la salute e il territorio
L'Uds (Unione degli Studenti) ha deciso di aderire alla manifestazione di sabato 27 novembre contro la centrale a biomasse di Casarano, condividendo appieno le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori ad indire lo sciopero generale. Attraverso la nostra adesione vogliamo ribadire un concetto fondamentale: il territorio di Casarano, e non solo, deve rimanere estraneo ad episodi di becera politica clientelare e sopratutto che il medesimo clientelismo non lo possano pagare i cittadini con la loro salute. Proviamo profonda pena nei confronti di una giunta (che dovrebbe promuovere progetti ed iniziative volte ad una rivalutazione dei metodi di produzione energetica) che con il centro-sinistra ha poco a che fare. Speriamo fortemente in un atto di onestà intellettuale da parte di tutti gli amministratori e di Italgest che deve consistere nella revoca immediata del progetto “Heliantos 2”. Intanto, i dipendenti e i collaboratori di Italgest, in una nota, comunicano che ancora una volta il loro lavoro, con riferimento a progetti redatti nel pieno rispetto di leggi europee, nazionali e regionali – in primis del Pear (Piano Energetico Regionale) voluto dal Presidente Vendola –è visto non come un'attività che tende alla realizzazione di progetti per lo sviluppo nel pieno rispetto della legalità, ma come un lavoro folle, teso alla distruzione del territorio e della salute pubblica. Il riferimento è a una nota a firma del Dr. Serravezza, con la quale si invita la città a uno sciopero generale per sabato prossimo. La nota testualmente recita: “si tratta di una grande manifestazione simbolica nella speranza che una volta per tutte questo tipo di problema – la centrale a biomasse – venga definitivamente superato. Personalmente sto cercando di far ragionare quella parte del mondo politico e delle istituzioni probabilmente meno attrezzata a resistere alle lusinghe degli affari”. La nota prosegue con un accorato appello al Presidente della Regione: “confidiamo nel Presidente Vendola sperando che sia ancora sufficientemente libero da compromessi e ricatti per continuare a essere il garante di questo territorio”. Secondo i lavoratori Italgest “si cerca di far passare strumentalmente nell’opinione pubblica, come verità assoluta e indiscussa, il messaggio secondo il quale i progetti in questione siano potenzialmente devastanti per la salute e per il territorio. A a vale, quindi, l’espressione di decine di enti deputati al rilascio delle autorizzazioni e alla verifica della rispondenza dei progetti alle stringenti normative di legge, queste sì, a tutela della salute pubblica. A a vale il rilascio di certificati verdi a garanzia della sostenibilità ambientale di tali impianti come fonte rinnovabile e di energia pulita. E quando nel merito non si riesce a spiegare tutto ciò, come se noi dipendenti e collaboratori Italgest non vivessimo in questa città e non fossimo attenti alla salute nostra e dei nostri figli, si fa ricorso a ipotesi di ricatti e collusioni, ipotizzando persino azioni ricattatorie da parte nostra nei confronti della politica, delle istituzioni e addirittura del Presidente Vendola. Noi abbiamo la sola 'colpa' di aver lavorato per progetti nel pieno e rigoroso rispetto della legge e non crediamo giusto ricevere ogni giorno accuse più o meno velate di 'servi sciocchi' o di 'malaffare' o di essere la causa di catastrofi e rovine. Stiamo perdendo il nostro posto di lavoro, non abbiamo più la possibilità di guardare al futuro, al nostro e a quello dei nostri figli a cui non potremo garantire opportunità di studio o di percorsi di vita decenti. Facciamo un accorato appello ancora una volta, con grande umiltà e con quella dignità di lavoratori e di uomini e donne, dignità destabilizzata dai volgari attacchi di questo tipo, al Presidente Vendola, alla Vice Presidente Capone, al Presidente Gabellone, ai partiti, alle istituzioni tutte, di farsi promotori di iniziative, qualsiasi esse siano, per la salvaguardia di quelle poche possibilità di lavoro che in questo territorio, sofferente e che si sta sempre più, desertificando dal punto di vista occupazionale, possono trovare posto. Alla città tutta e alla società civile ci permettiamo di chiedere iniziative e manifestazioni in difesa del lavoro, nostro come quello di altri che come noi rischiano di perderlo”.
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