Il processo era il filone principale di una grossa inchiesta. I due procedimenti stralciati hanno dato via a due indagini in corso
La sentenza di assoluzione, perché il fatto non sussiste, nei confronti dei sei imputati del processo nato dalla complessa vicenda relativa ai presunti abusi legati al centro commerciale di Cavallino, è divenuta irrevocabile. Il 31 ottobre scorso, infatti, sono scaduti i termini per il ricorso in Cassazione e si è quindi conclusa la lunga vicenda giudiziaria legata ad uno dei principali parchi commerciali del Salento. Secondo i giudici, dunque, non vi è stato alcun tipo di illecito o alcuna forma di abusivismo edilizio. A stabilirlo due sentenze: quella di primo grado e quella dell’Appello, pronunciata l’otto luglio dello scorso anno. Nessuna responsabilità penale è stata ravvisata nei confronti dei sei imputati: l’allora sindaco del piccolo comune a sud del capoluogo salentino, l’onorevole Gaetano Gorgoni; il segretario comunale Pantaleo Giausa; il geometra comunale Giuseppe De Giorgi; Raffaele Flaminio, progettista dell’ampliamento della zona Pip; all’imprenditore Tommaso Ricchiuto e al progettista dell’Ipersalento Cesare Barrotta. Dopo il pronunciamento della sentenza di primo grado, il pubblico ministero aveva chiesto la riforma della stessa. Richiesta rigettata dal collegio dei giudici d’Appello, presieduto da Valerio Fracassi. Il processo in questione è in realtà solo il filone principale della grossa inchiesta condotta sette anni fa dai militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Lecce e coordinata dal sostituto procuratore Marco D’Agostino. Gli altri due procedimenti, stralciati nel corso dell’udienza preliminare, hanno dato via a due processi paralleli ancora in corso, entrambi nel primo grado di giudizio. Nel primo l’ipotesi di reato è di associazione a delinquere finalizzata all’abuso di ufficio. Nel secondo, invece, l’accusa era inizialmente di concussione, poi derubricata in corruzione.
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