Scuola paritaria: sistema a rischio. Anche nel Salento

In provincia di Lecce si trovano a dover fronteggiare gravi disagi economici 90 scuole, che istruiscono circa 3500 bambini fra i 3 e i 6 anni

La Federazione italiana scuole materne della Provincia di Lecce ha scritto una lettera aperta ai deputati e ai senatori salentini per sottoporre la problematica situazione della scuola paritaria italiana e le condizioni in cui rischia di trovarsi nell’immediato futuro qualora la legge finanziaria per il 2011 venisse approvata mantenendo i tagli previsti (per 258 milioni di euro). Ricorda la Fism che la “scuola paritaria” fa parte, a tutti gli effetti, del “Sistema Nazionale di Istruzione”, sia essa gestite da privati o da enti locali”. I finanziamenti assegnati al capitolo di bilancio relativo a tutta la scuola paritaria sono sostanzialmente rimasti immutati da 10 anni, nonostante l’aumento dei costi di gestione e i rinnovi contrattuali intervenuti nel frattempo. Tale capitolo ammontava, all’inizio del 2010, a 539 milioni annui di euro, poi ridotti a 531. Sulla base di alcuni dati statistici, la scuola rappresenta, in Italia, il 21,76% delle Scuole facenti parte del Sistema nazionale di istruzione e accoglie il 10,3% degli alunni. In particolare la scuola dell’infanzia non statale esprime, a livello nazionale, il 44,65% dell’offerta scolastica per bambini in età 3 ai 6 anni. In provincia di Lecce si trovano a dover fronteggiare gravi disagi economici 90 scuole, che istruiscono circa 3500 bambini fra i 3 e i 6 anni Nella missiva si fa presente che numerosi studi dimostrano come la presenza della Scuola paritaria nel nostro Paese fornisca di fatto un beneficio allo Stato italiano, non soltanto in termini di pluralità dell’offerta formativa, di “virtuosa concorrenza” tra scuole, di libertà di educazione e di reale sussidiarietà, ma anche in termini strettamente economici. Inoltre, la grande maggioranza di queste scuole accoglie, spesso gratuitamente, non pochi alunni provenienti da situazioni di disagio, rispondendo ad emergenze sociali che non trovano altrove soddisfazione. Un bambino che frequenta una scuola dell’infanzia statale comporta, infatti, una spesa, per le casse dello Stato, superiore a 6.000 euro l’anno (più gli altri oneri a carico degli enti locali), mentre la media generale per un bambino che frequenta una scuola dell’infanzia non statale, stando ai contributi stanziati nel 2010 (che, peraltro, in misura significativa non sono, a oggi, erogati alle scuole), si aggira sui 500. Secondo la Fism, il sistema paritario è a rischio: l’ulteriore riduzione dei finanziamenti prevista dalla proposta della prossima legge finanziaria ne determinerebbe, nel giro di pochi anni, la sua scomparsa.

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