Lo afferma Oreste Caroppo in una lettera aperta sulla pubblicità dell'azienda che “offende l’Italia e le energie verdi”
Lettera aperta di Oreste Caroppo (Movimento per la Rinascita del Salento) sulla pubblicità di Enel Green Power che si definisce leader mondiale nelle energie rinnovabili. Lo spot, dice Caroppo, “indigna e offende l’Italia, la sua cultura, e le stesse energie verdi che si devono produrre in forme ecocompatibili, con piccoli impianti diffusi a salvaguardia vera dell’ ambiente e del paesaggio” Link al video http://www.youtube.com/watch?v=nQAAjwbsNDE Il testo della lettera Egregio Direttore, da diversi giorni ormai gli italiani vengono letteralmente bordati sulle tv da una strana pubblicità, per la vendita delle azioni della ditta Enel Green Power, che definire “strana” è più che naturale e logico, ma che nel marasma ipnotizzante del mondo delle pubblicità, in cui siamo immersi inconsapevolmente, rischia di passar confusa tra le altre, non cadendo però nel limbo semiattivo del dimenticatoio, ma contribuendo a creare e radicare false convinzioni acritiche immorali ed incostituzionali, tali da affermare come necessario, e come sinonimo di modernità e di benessere, uno stravolgimento totale del nostro paesaggio nazionale tradizionale, nei suoi luoghi rurali e naturali. In quella pubblicità un giovane tecnico Enel, dalla sommità di una mastodontica torre eolica, invita una persona, che porta con sé, non si capisce se un adulto o un anziano, con evidenti segni di problemi di comprendonio, nella finzione scenica, ad ammirare, con un binocolo, nel paesaggio circostante, un tempo incantevole dominio di boschi e prati, le nuove creazioni realizzatevi da Enel, in nome dell' “energia verde”, della “green power”, che dovrebbero rispettare l'ambiente. A 360° gradi il paesaggio è invece divenuto irriconoscibile: centrali geotermiche che occupano intere vallate, fumose centrali a biomasse, adiacenti a pochi metri le une dalle altre, centrali idroelettriche che imbrigliano il corso dei fiumi e ne cementificano gli alvei, e poi, poco oltre, ancora deserti sconfinati di teorie infinite di pannelli fotovoltaici di silicio hi-tech; deserti dove un tempo sbocciavano fiori bottinati dalle api mellifere, e dove più non deve crescere un sol filo d'erba per allontanare il rischio di incendi; e poi, infine, decine e decine di torri eoliche d'acciaio alte ben oltre cento metri, che stuprano il suolo, lo crocifiggono e lo pugnalano senza alcuna pietà, martoriando la terra ed il cielo, rendendo quest’ultimo luogo periglioso al volo per ogni uccello, se più ve ne saranno. Ed in tutto questo futuro apocalittico, catastrofico, di devastazione tecnologica del nostro mondo, in un crescendo di bei colori caldi, di cieli sereni e celesti, di aria cristallina, tra musiche soavi di sottofondo, lo stolto osservatore, il povero attore protagonista della pubblicità, forse nell'intento dei registi, o dei committenti, il simbolico rappresentante dell'italiano medio, ride contento di fronte al viso deciso armonioso e pieno di belle promesse del giovane tecnico, che lo conduce e gli mostra, come un novello Virgilio in un reale inferno dantesco, il nuovo futuro creato da Enel, (dall’Ente Nazionale Energia eLettrica, una società per azioni in parte privatizzata). Se quello fosse davvero il futuro, non vi sarebbe a da ridere, ma tutto da piangere! Se quello fosse il futuro fatto dei cosiddetti “nuovi paesaggi” della Green Economy proposti da Legambiente, “questo sarebbe un buon giorno per morire”, come ha esclamato, solo pochi giorni fa, l' ex magistrato Lorenzo Nicastro, neo-assessore all'Ambiente della Regione Puglia, in risposta polemica contro i vertici della nota associazione “ambientalista” italiana, dove ormai “ambientalista”, in Italia, non significa, dunque, più a. Ed il povero italiano medio, che vede questa pubblicità, non sa ancora, che in essa si descrive il vero; crede forse che, per motivi pubblicitari, si sia voluto addensare in una sola rotazione del capo di 360° gradi, in uno stesso luogo, tutti quelli impianti per la produzione d'energia elettrica da fonti rinnovabili, magari un campionario condensato di tutti gli impianti che dislocati, lontano l'uno dall'altro, Enel progetta di costruire lungo tutto lo stivale e nelle isole d‘Italia, proprio con quelle azioni che acquisteranno i cittadini, nella correlata campagna di vendita azioni, che l'azienda, operante anche nelle energie rinnovabili, sta pubblicizzando così pressantemente. Invece è quello proprio lo scenario di iper-elettrificazione del territorio che si minaccia e prospetta in ogni nostro orizzonte, in ogni nostro ristretto paesaggio, e non solo a causa di Enel, ma di tutte le aziende che si stanno “fiondando” nel business speculativo, nuova “corsa all’oro”, (come l’hanno definita i giudici del Tribunale Amministrativo della Puglia di Bari), delle energie alternative, “verdi“, prodotte però sempre con grandi impianti industriali d'elevato impatto sull'ambiente e sul territorio, che di “verde” non conservano più a! Tutto ciò sta avvenendo già in Puglia, e ne parlo con cognizione di causa, da pugliese: Puglia esempio primo in Italia, da non emulare, dei successi terribili di una politica regionale artatamente deregolamentata incostituzionalmente, (come la stessa Corte Costituzionale ha sancito negli scorsi mesi, con più sentenze), per permettere questa volgare speculazione! E così, deserti di pannelli di silicio estesi su centinaia e centinaia di ettari hanno ucciso e stanno uccidendo la biodiversità della Puglia, nell'anno internazionale della biodiversità, il 2010; cancellano le colture alimentari tradizionali, distruggendo letteralmente i suoli, inquinando acque e falde con tonnellate di solventi chimici e diserbanti, perché l'erba in caso di incendio rischierebbe di apportare seri danni agli investimenti; campi agricoli e pascoli destinati da millenni alla produzione dei nostri prodotti silvo-agro-pastorali, vengono così desertificati artificialmente in nome della necessità di fermare la desertificazione da surriscaldamento globale, (il cosiddetto “global warming”, causato dall’ “effetto serra”), nel rispetto del Protocollo internazionale di Kyoto, firmato dall‘Italia. Ma è un paradosso, è pura follia! Centinaia di torri eoliche in ogni luogo, persino in mare, senza rispetto per a, per la storia, per la bellezza, per la natura, che imprigionano i cittadini in un depressivo carcere di enormi pali d'acciaio in ogni direzione e stordenti pale eternamente rotanti, in un irriconoscibile cielo, senza più ali di piume, a danno dei pugliesi ignaramente privati della libertà di gioire nel bello della naturalità. E poi, ancora, decine e decine di inquinanti centrali elettriche a combustione di biomasse e rifiuti, per le quali si dovrà importare dai paesi del terzo mondo gran parte della biomassa oleosa, forse anche transgenica, per la cui coltivazione sarà sterminata altra foresta tropicale e soggiogata l’economia delle, già povere, popolazioni indigene! Neppure nella Russia di Stalin, nei forzati piani quinquennali di iper-industrializzazione, il paesaggio mutò, così radicalmente e rapidamente, come in progetto ed in atto nella povera Puglia; senza che nessuno fermi tutta questa ingiusta distruzione. Sin ora, a a son valse le inchieste dei magistrati, che stan sollevando tutto lo sporco e l’illegale spesso sotteso dietro questa corsa all’oro, che tutto e tutti corrompe, le quotidiane mobilitazioni ovunque della gente per dire basta, le interrogazioni parlamentari, le lettere del capo della Soprintendenza ai Beni Culturali e al Paesaggio per la Puglia, l’Arch. Ruggero Martines, e del direttore dell’Arpa Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, l’epidemiologo di fama mondiale, il Prof. Giorgio Assennato, che han ammonito sulla catastrofe culturale, paesaggistica, ambientale, ma anche sanitaria, a cui si sta andando incontro passivamente. Inascoltati gli appelli giunti da ogni dove, dai tanti cittadini esasperati che vedono calpestati i loro diritti umani, e quelli delle future generazioni, in questa Regione, e che chiedono a gran voce e da tempo che, con una moratoria ormai urgente ed improcrastinabile, si ponga fine a questo “stato di calamità” artificiale! La politica è sorda! Accecata ad ogni livello da un fanatismo alimentato dall'ignoranza e da questa lucrosa frode pseudo-legalizzata dalla strumentalizzazione dell' “ecologia”. E' la più grande paradossale e devastante speculazione della storia d'Italia! Punto! La più grande truffa ai danni dei cittadini, i veri finanziatori di tutta questa inutilità. Si inutilità, perché non un solo grammo di carbone fossile, di petrolio, o di gas fossile, (i cosiddetti “combustibili fossili”), è stato e sarà ridotto nelle inquinanti centrali termoelettriche d'energia pugliesi a combustibili fossili, (diverse delle quali sono della stessa Enel, come quella a carbon fossile di Cerano, a Brindisi), che già producevano ben oltre il locale fabbisogno regionale elettricità, e ciò contro tutte le promesse dei politici locali, divenuti fanatici sostenitori delle energie cosiddette rinnovabili, che parlavano di una pari immediata sostituzione-riconversione delle fonti inquinanti fossili con quelle rinnovabili, purtroppo avallate quest'ultime sempre con le stesse logiche tecniche industriali, pur sempre ad alto impatto sull'ambiente. Ma tutto ciò era ovvio: la demagogia di quelle promesse si palesa alla luce del perverso ed ingannevole meccanismo dei “certificati verdi”, che pochi conoscono, e che tiene in piedi l'aberrante speculazione verde! I certificati, cosiddetti strumentalmente “verdi”, sono concessi, come titoli negoziabili dallo Stato alla ditte che producono energia rinnovabile; acquistandoli, da parte delle ditte che utilizzano i combustibili fossili, lo Stato consente a queste ultime di continuare a bruciare indisturbate i loro combustibili tradizionali, che così possono anche eventualmente incrementare le immissioni di “gas serra”; ambiente distrutto dai grandi impianti d’energia falsamente pulita, e gas responsabili dell’effetto serra immessi indisturbati in atmosfera. Quale mente diabolica, nelle subdole lobby politico-imprenditoriali al potere, ha architettato tutto ciò? Ecco anche perché le stesse ditte, come Enel ed Edison, che utilizzano i combustibili fossili, hanno tutto l'interesse a realizzare impianti d'energia rinnovabile (eolico, fotovoltaico, biomasse, ecc.), per poter continuare ad inquinare indisturbate e ad alterare il clima! Enel Green Power, ad esempio, ha in progetto, a Brindisi, (nel Salento, in Puglia, chissà perché, proprio in Puglia!?), un impianto fotovoltaico di ben 250 ettari, un immenso deserto artificiale nel verde Salento, dagli ancora sconosciuti quantitativamente, ma certi, effetti microclimatici. In nome delle energie rinnovabili iperincentivate dallo Stato, la Puglia è divenuta terra di conquista per multinazionali e grosse ditte estere, cinesi, austriache, tedesche, spagnole, danesi, olandesi, americane, russe, ecc., che, in particolar modo, e con speciale accanimento, nella piccola striscia di terra del verde Salento, argentato in ogni dove dalle foglie dei suoi ulivi, e circondato da un azzurro mare, stanno realizzando migliaia di grandi impianti industriali d’energie rinnovabili ad altissimo impatto, avendovi trovato un terreno politico-normativo “fertilissimo”, e poiché anche favorite in questo business da amministratori locali collusi, o solo sempliciotti ed ignoranti, che per un misero piatto di lenticchie, le royalty elargite dalle ditte nelle casse comunali, o per altre “regalie” meno lecite, come traditori d'un tempo, hanno aperto le porte delle loro città assediate ai nemici! Così la Puglia muore in un clima di militarizzazione delle campagne, dove vigilantes armati difendono, pistola in mano, i mille cantieri ed i neo-lager di costosi pannelli di silicio, (dove sottoterra, talvolta, vedi il caso di Soleto di Lecce, si occultano persino rifiuti speciali illegalmente, come ha scoperto la Guardia di Finanza!). E’ semplicemente una colonizzazione, in un’economia speculativa di rapina. Si assiste inermi ad un’industrializzazione selvaggia delle aree agricole, che strumentalizza l’ecologia per inseguire arricchimenti facili e speculativi, devastando e uccidendo la vita dei nostri suoli, la vita di piante ed animali, e mortificando la nostra intelligenza! Tutto ciò per produrre surplus d’energia, contro ogni buon principio di “federalismo energetico”. Energia che sarà esportata lontano dalla Puglia, e che lungo il trasporto, contro ogni prescrizione di efficienza energetica, verrà in gran parte fisiologicamente dispersa! Una rete di cavidotti si appresta ad iperelettrificare il territorio con conseguenze negative, inquantificabili quanto certe, sulla salute delle persone. Fonti rinnovabili iperincentivate in nome dell'ecologia e pertanto altamente remunerative e tali da attirare gli appetiti della malavita, (anche al fine di realizzarvi, con facilità, impressionanti operazioni di riciclaggio di denaro sporco), sebbene il confine tra malavita ed altro, in questo settore, non è più così bene distinguibile, se è vero, come è vero, quanto recita il triste slogan, che in ogni dove si grida oggi in Puglia: “Dove si Devasta il Paesaggio, lì c'è Mafia”. E' la dittatura della Green Ecomomy sostenuta da squadre di neo-SS di politici furbi e corrotti, di imprenditori e di associazioni, un tempo, ambientaliste, ed oggi mere case d'affari, che strumentalizzano e calpestano l' “ecologia”, che come la “sanità”, è una delle principali chiavi del cuore delle casse dello Stato, per l'alta sensibilità pubblica nei confronti di questi due temi di vitale importanza. Si sta imponendo una vera e propria penosa “Ideologia dell'Energia Verde”, che soggioga la nostra libertà, con ogni metodo pubblicitario, avvalendosi di ogni strumento mediatico, in maniera totalitaristica, per raggiungere i suoi obiettivi, finanziando impressionanti campagne d'opinione di cui siamo vittime quotidianamente, in un quadro di terroristiche esaltazioni delle umane paure per i cambiamenti climatici, che nell'ottica teorica dell' “effetto serra”, si starebbero invece accelerando, con il meccanismo dei “certificati verdi“, legati alle rinnovabili; certificati che sono vere e proprie autorizzazioni a continuare ad assassinare il clima indisturbatamente, secondo quindi una logica di compensazione morale inefficace e non di riduzione effettiva degli inquinanti emessi come dovrebbe invece essere; una logica che implica surplus d’energia e conseguenti surplus di danni al territorio, alla luce anche del fatto, che non esistono forme d'energia pulita, ma solo soluzioni meno sporche per produrla. E mentre Enel si appresta a tuffarsi nell'altro grande business, altrettanto e più diabolico, dell'agognato, da Enel, ritorno al nucleare dell'Italia, ecco che Enel crea e presenta agli azionisti, poveri contribuenti, questa sua costola, che dovrebbe essere “buona”, Enel Green Power, ma che già si inserisce in un sistema che di buono ha poco o a! C'è chi si è scandalizzato, alcuni mesi fa, per una pubblicità di calze da donna dove seducenti ragazze cantavano l’inno ufficiale, addolcito, della nostra Nazione, e chi ne ha persino richiesto la sospensione, ed oggi, nessuno dice a contro questa, ossessiva e mistificante, subdola pubblicità, che è una vera offesa alla nostra Nazione, che è un vero vilipendio al nostro paesaggio nazionale, la cui tutela, il cui rispetto, con estrema saggezza e lungimiranza, i nostri padri costituenti hanno affermato essere valore prioritario, dedicandogli l'articolo 9 della nostra Carta Costituzionale. Una pubblicità incostituzionale dunque, almeno negli intenti! Forse, ahimè allora, rappresenta davvero l'italiano medio, quello stolto con elmetto da cantiere posto sul capo, portato da Enel sull'alto di una torre eolica!? Come da un demonio tentatore, allo stolto vengono fatti mirare da lontano tesori speculativi, in questo caso, solo per pochi furbi, non certo per lui, povero stolto, che da tanta devastazione, di cui gioisce, neppur un minimo sgravio in bolletta potrà mai vedere, essendo le sue tasse, il suo sudore, le sue rughe di fatica, la fonte di quella ricchezza, che non viene dalla natura, ma da un iper-incentivazione statale del settore, frutto marcio di un quadro legislativo illiberale. No, solo quei furbi sperano, davvero, che gli italiani siano così stolti da accogliere come un dono per l'ambiente tutta questa devastante grande abbuffata! L'ambiente siamo noi stessi, ed il paesaggio è la culla della nostra esistenza, il presupposto della nostra felicità e della nostra libertà, il libro aperto al cielo della nostra memoria. Basta fare un piccolo viaggio in internet, e leggere con più attenzione le pagine locali dei giornali, per scoprire quale esercito di indignati, di cittadini coscienziosi si sta sollevando contro questo assalto ferino, nelle regioni più colpite come la Puglia, contro questa sciagura, protestando a pieno diritto e denunciando, senza paura, le responsabilità gravissime della politica! Una sciagura che ora vuole dilagare in tutta Italia! Un esercito di giusti che dice ‘No’ a queste forme di produzione dell'energia rinnovabile con grandi impianti industriali, proprietà di grosse ditte dell'energia, che non stanno facendo altro che riproporre, in chiave falsatamente “verde”, gli schemi delle condannate “lobby del petrolio”, offendono la filosofia stessa delle energie rinnovabili, che devono salvare il Pianeta, non assassinarlo come invece sta oggi avvenendo! Lobby politico-imprenditoriali partiticamente trasversali, che stanno, con queste strategie, costruendo e costituendo, nel settore “verde”, un oligopolio, strappando così, forse per sempre, le energie pulite della natura ai cittadini! Contro tutto questo castello di falsità, si chiede invece, a gran voce, un'incentivazione seria, indirizzata solo nella direzione del modello virtuoso dell'autoproduzione diffusa delle energie verdi, soprattutto di quella solare, con piccoli impianti, dal fisiologico basso impatto, posti sui tetti delle strutture recenti, superfici queste biologicamente morte, con vantaggi veri ed immediati per l'ambiente, e vantaggi economici per le famiglie ed altri utenti privati, svincolati in questo modo, finalmente, dal giogo oppressivo delle ditte dell'energia! Un modello quest’ultimo possibile, veramente ecosostenibile e democratico, rispettoso della filosofia delle energie rinnovabili stesse. Il modello, che invece gli italiani vengono invitati a finanziare, comprandone le azioni pubblicizzate, e firmando le petizioni pro-rinnovabili industriali, i cui banchetti sono stati oggi messi artatamente in piedi nelle nostre piazze dalle stesse lobby della Green Economy industriale, che stanno approfittando della buonafede della gente e del volontariato ambientalista, è solo una vergognosa struttura speculativa contro cui dobbiamo indignarci e chiederne lo Stop definitivo per il bene vero della nostra Nazione e dell‘ambiente tutto.
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