Un ergastolano scrive a Sposini

Sebastiano Milazzo, scrive a Sposini, in merito ad una disinformazione operata dall' Avvocato che era in studio nella puntata del 8/10 c.m., il quale ha detto che in Italia non esiste l’ergastolo.

Egregio Dott. Sposini Nella trasmissione del 8/10 c.m. ho potuto apprezzare l’intervento del Prof. Siniscalchi e di Piero Sansonetti a commento dell’atroce delitto consumato ad Avetrana nei confronti di una bambina di 15 anni, da parte dello zio. Meritano rispetto le reazioni a volte fuori dalle righe, di alcuni partecipanti al dibattito, soprattutto donne, che le esprimevano come nascevano dal di dentro. Le loro reazioni di fronte ad un delitto così efferato. Meritano rispetto e comprensione. Ma mi chiedo, di fronte ad un caso così orrendo, perché permettere il rancoroso intervento di quella specie di Avvocato che era in studio (non sono riuscito a rilevarne il nome), il quale, fra le tante bestialità giuridiche, ha detto che in Italia non esiste l’ergastolo. Si informi bene, quel signore, che esiste, ed è regola farlo scontare sino all’ultimo giorno di vita del condannato. Non lo affermo io, ergastolano, che la pena dell’ergastolo in Italia è una pena di morte camuffata, che viene eseguita ogni giorno. Nella rivista Ristretti Orizzonti anno 12, numero 3 maggio-giugno 2010, pag. 34, leggo che il Presidente del Tribunale di Sorveglianza rilascia questa dichiarazione: (…) Per finire, e qui mi allaccio ai progetti di riforma del Codice penale, non so se i tempi sono maturi, ma anche una riflessione sull'ergastolo forse bisognerà pure farla, perché l'ergastolo, è vero che ha all'interno dell'Ordinamento dei correttivi possibili, con le misure come la liberazione condizionale e altro, ma ci sono moltissimi detenuti oggi in Italia che prendono l'ergastolo, tutti per reati ostativi, e sono praticamente persone condannate a morire in carcere. Anche su questo, forse, una qualche iniziativa cauta di apertura credo che vada presa, perché non possiamo, in un sistema costituzionale che prevede la rieducazione, che prevede il divieto di trattamenti contrari al senso di umanità, lasciare questa pena perpetua, che per certe categorie di autori di reato è assolutamente certa nel senso che non ci sono spazi possibili per diverse vie di uscita. (Paolo Canevelli, Roma 28 maggio 2010, intervento al Convegno Carceri 2010: “Il limite penale ed il senso di umanità). Dott. Sposini, perché permettere in una trasmissione come la Sua, fare operare una disinformazione così grave a persone che si qualificano Avvocati e non conoscono il Diritto? Saluti, Sebastiano Milazzo Casa di Reclusione di Carinola (CE)

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