/ESCLUSIVO/ La Provincia di Lecce ha concluso un monitoraggio in tutte le scuole per individuare la presenza del “radon”. In 37 edifici si sfora il limite di sicurezza. Il paese che conta più scuole fuori norma è Casarano. Dove molto si dice e poco si fa
Casarano. I dirigenti scolastici non hanno certezza che i loro alunni non inalino il gas. Superato, in alcuni casi, del doppio il limite
“Penso che la mia scuola non sia tra quelle interessate all’inquinamento da gas radon”. Inizia con queste parole l’intervista a Giovanna Salento, dirigente scolastico del secondo Polo via Messina a Casarano. Penso? Sì, i dirigenti scolastici non hanno alcuna certezza che gli alunni sotto la loro responsabilità non respirino il pericoloso gas cancerogeno.

Eppure, per legge, sono proprio i dirigenti scolastici ad essere responsabili della sicurezza nelle scuole. E non hanno alcuna certezza né i genitori dei bambini né, ovviamente, i loro figli. In parole povere, a Casarano nessuno sa se i ragazzi frequentano scuole a norma oppure no. Nessuno lo sa, tranne i politici. Gli assessori e ovviamente il sindaco. Secondo un’indagine condotta dalla Provincia di Lecce, sono 37 gli istituti contaminati e di questi ben nove scuole riguardano solo Casarano, quindi più di un quarto. E a conti fatti, dei tre poli, comprendenti ognuno scuole materne, elementari e medie, non sarebbero tanti gli edifici a restare esclusi. Già nel corso del precedente anno scolastico, tra marzo e aprile, l’Amministrazione comunale aveva incontrato i dirigenti scolastici, fornendo loro le prime indicazioni su come fronteggiare l’emergenza, un invito rivolto soprattutto ai collaboratori scolastici e che consisteva molto semplicemente nel creare zone di rigenero aria. Cioè: aprire le finestre. Questo è stato l’intervento raccomandato per la “messa in sicurezza” della scuola e scongiurare il rischio radon. Possibile? Possibile. Si è ricorsi all’antico metodo della nonna, ma può bastare in questo caso, soprattutto se non supportato da altri immediati interventi? E quando arriverà la stagione invernale, come si potrà fare lezione con finestre e porte aperte senza rischiare un malanno? O la bronchite o il radon, potrebbe essere questa la parola d’ordine nell’imminente inverno. Poco allarmismo da parte dei dirigenti scolastici, un sano ottimismo che li porta semplicemente a “sperare di non essere tra quelle nove scuole fuori norma”. L’assessore Attilio De Marco nell’incontro dell’anno passato, fornì, a voce, le percentuali di “sforo” radon dei singoli plessi scolastici. Da quest’incontro, a quanto ci riferisce chi era presente, sarebbe emerso che le scuole maggiormente coinvolte sarebbero quelle del primo Polo, che comprende scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, frequentate quindi da bambini a partire dall’età di due anni e mezzo.

(Scuola via Tagliamento)

(Scuola via IV Novembre)

(Scuola via Ruffano)

(Scuola via Agnesi) “I rischi non ci sono stati comunicati” mi spiega la dirigente del secondo Polo, Giovanna Salento, “ma a voce ci hanno rassicurato sui numeri. Ci hanno proposto due profili: un bando sullo sviluppo energetico (al quale sta partecipando la sola città di Galatina) e uno sulla sicurezza. Quest’ultimo è quello a cui noi abbiamo deciso di partecipare”. Il bando, cui ha fatto riferimento Giovanna Salento, è il Miur-Mattm, Asse II “Qualità degli ambienti scolastici– Obiettivo C, per “incrementare la qualità delle infrastrutture scolastiche, l’ecosostenibilità e la sicurezza degli edifici scolastici”. Il bando però riguarda in linea generale la sicurezza degli ambienti, non nello specifico la bonifica da gas radon. E’ possibile, ci spiega la dirigente, che l’Amministrazione di Casarano abbia potuto inserire, nella partecipazione al bando, degli interventi di bonifica e di messa in sicurezza per l’emergenza radon. Leggiamo su alcuni siti specializzati, che sarebbe necessario un impianto di aspirazione forzata dell’aria e che “aprire le finestre” può essere assolutamente inutile. A meno che non sia un locale con finestre grandi sui quattro lati. Caratteristica praticamente impossibile da trovare nelle singole aule scolastiche. Un po’ di confusione quindi nelle informazioni veicolate dall’Amministrazione e contenute negli stessi comunicati a doppia firma, De Marco e Tenuzzo. Una volta spento il registratore, le preoccupazioni vengono fuori: un operatore della scuola, infatti, confida i suoi dubbi, le perplessità attorno a questo poco chiaro “caso Radon”: “Senza una documentazione ufficiale, possiamo dire ai ragazzi di non frequentare? E dove dovremmo spostarci? Il pericolo potrebbe essere ovunque, chi me lo garantisce che altrove saremmo al sicuro”?. E intanto compilano l’allegato A del bando in tutte le sue parti, specificando quello che manca e che cosa c’è negli uffici, nelle aule: un censimento seguendo le direttive dell’Amministrazione comunale. Ma se non hanno dati ufficiali sulla presenza del Radon nella loro scuola, come fanno a richiedere, nell’allegato A, la messa in sicurezza? Il risultato? Nella migliore delle ipotesi una palestra agibile, attrezzature nuove e il gas Radon che continueranno a respirare. Per molti anni, visto che il bando è nella fase iniziale della stesura e non v’è alcuna certezza che sarà vinto dal Comune di Casarano. Giulia Tenuzzo: “Del Radon non parlo”

Cerchiamo di chiarire meglio i dubbi relativi al bando incontrando Giulia Tenuzzo, assessora ai servizi sociali con delega alla Pubblica Istruzione. Nel corso dell’intervista la Tenuzzo non ha voluto rispondere sull’emergenza Radon, sul monitoraggio svolto dalla Provincia e sui dati fuori norma nelle scuole di Casarano perché, anche se lei è assessora all’istruzione, ritiene che il problema sia di competenza dell’assessore all’ambiente, Attilio De Marco. Assessore, il bando del Ministero non è specifico per la bonifica da Radon. Può comunque servire ad arginare il problema? “Il bando si occupa di riqualificazione degli ambienti, è incentrato al miglioramento degli ambienti già esistenti. Dopo la delibera comunale, è stato dato mandato ai tecnici di elaborare tutte quelle azioni necessarie che mettano il Comune di Casarano in accordo con gli istituti scolastici per aderire al bando, accordo che è stato già divulgato e che si firmerà proprio in questi giorni”. Non è detto che il bando si vinca. Nel frattempo i bambini respirano il gas. C’è un emergenza in atto, nel frattempo che cosa fate per risolvere il problema? “Su questo non rispondo perché è di competenza dell’assessore De Marco”. Se si deve aspettare l’esito del bando per risolvere l’emergenza Radon, i tempi non si dilatano troppo? “C’è una procedura di candidatura al bando, quindi non sappiamo se saremo ammessi al finanziamento, nel frattempo abbiamo dato mandato all’ufficio tecnico di incontrare i singoli Poli scolastici. Questo primo incontro si è svolto alla presenza degli Assessori dell’Ambiente, Istruzione e Patrimonio Scolastico, i tecnici e i dirigenti scolastici, al quale mancava solo il dirigente del primo Polo. Si è svolto un sopralluogo in ogni scuola, con il quale si sono evidenziate le criticità strutturali sulle quali intervenire. Ora i tecnici si stanno adoperando per poter arrivare alla conclusione di questo procedimento di candidatura, tramite le problematiche emerse, i sopralluoghi vanno avanti anche d’ufficio.” Quanto costerà al Comune? “C’è un limite di spesa che può apportare il Comune, che si aggira attorno ai 350 o 400 mila euro per ogni polo”. In tutto questo che rilievo è dato alla problematica Radon? “E’chiaro che, se gli istituti sono interessati dalla problematica Radon, in un intervento strutturale di più lungo periodo, vanno inclusi quegli interventi che vanno nella direzione di abbattere il problema, che non siano provvisori (aprire le finestre…) ma di lungo periodo. Sulle modalità decidono i tecnici, ma i lavori sono ancora in corso”. Ma nel frattempo il radon nelle scuole c’è. Lei che intende fare? “Su questo non rispondo”. Quanto ci sarà da aspettare ancora? “La procedura di candidatura si conclude il 30 ottobre, poi si dovrà aspettare l’esito”. Gianni Stefàno: “Servono tre anni per valutare”

Qual è la situazione nelle scuole della provincia in merito al problema Radon? “Non sappiamo ancora che tipo d’intervento adottare a parte le prime indicazioni che sono già state date ai Comuni, stiamo valutando le metodologie più idonee e per farlo abbiamo, per normativa, un lasso di tempo di tre anni”. E questo a prescindere dalla percentuale? Se la percentuale è particolarmente elevata valgono sempre i tre anni? “Questo con sicurezza non glielo so dire, ma credo di si”. Questo è già il secondo anno, quindi ci resta un anno di tempo. Può bastare? “Si, i primi casi si sono registrati nel 2009, siamo dentro con i tempi. Si procede cauti per essere più precisi, in realtà i metodi ci sono già, si potrebbe fare la sigillatura dei pavimenti, delle fughe, far arieggiare gli ambienti, stiamo solo cercando di capire quale tra questi è più funzionale, più specifico”. L’assessore De Marco aveva parlato di due possibili interventi: la impermeabilizzazione della pavimentazione e la realizzazione di un pozzetto sui quattro lati degli edifici interessati, allo scopo di creare ricircolo d'aria e far fuoriuscire il gas grazie all'ausilio di ventole aspiratrici. “Bisogna capire se potrebbe andare bene per ogni singola scuola, questi sono dei metodi generali, attendiamo il lavoro dei tecnici per entrare nello specifico di ogni edificio interessato.” Ma non sta passando troppo tempo? Se anche la normativa parla di tre anni, si potrebbe essere più tempestivi, i tre anni sono il tempo limite. “Che il radon sia un gas cancerogeno è un dato di fatto e lo sappiamo tutti, il problema c’è, anche se non è il caso di creare allarmismi: Domani abbiamo l’incontro con i tecnici dell’Università: rischiare di fare un intervento in fretta e poi sbagliare non serve. E’un problema serio, voler a tutti i costi dire “abbiamo fatto”potrebbe essere molto pericoloso”. Attilio De Marco: “Si, il gas è a quota 1000”

Dopo che l’Assessore Tenuzzo ha chiarito di non aver seguito in prima persona il problema Radon ed aver demandato gli incontri con Arpa e Provincia all’Assessore De Marco, per percentuali e nomi delle scuole ci siamo rivolti direttamente a lui. Assessore, avremmo bisogno di conoscere più dettagliatamente il problema. “Preferirei non divulgare i dati per non dare adito ad inutili allarmismi” Allora gli spieghiamo che la Provincia ha già parlato di nove scuole fuori norma a Casarano e che avendo già incontrando i dirigenti scolastici siamo a conoscenza di alcune percentuali, soprattutto di quelle più preoccupanti. Non si tratta di inutile allarmismo, a frequentare le scuole sono dei minori, devono essere tutelati e almeno informati. “Si, le scuole a Casarano sono nove, ma le percentuali più preoccupanti riguardano solo tre Istituti. Il primo Polo è quello maggiormente coinvolto: due dei tre istituti in cui la situazione è più allarmante, sono infatti le scuole dell’infanzia di via Agnesi e primarie e secondarie in via Ruffano. L’altro Istituto che ci preoccupa è quello sito in via IV Novembre, appartenente al terzo Polo”. Possiamo scendere più nel dettaglio, facendo riferimento a dei numeri anche se non precisi per rendere l’idea di cosa intendiamo quando parliamo di “dato preoccupante”? “Il Decreto Legislativo 241/00 stabilisce i limiti di concentrazione media annua di radon nei luoghi di lavoro ed, espressamente, anche nelle scuole. In particolare, per le scuole dell’infanzia e dell’obbligo, il limite (chiamato livello d’azione) è fissato in 500 Bq/m3. Bene, per questi tre edifici è più del doppio, il dato è superiore ai 1000 Bq/m3. Negli edifici scolastici in cui è stato riscontrato il superamento del limite di legge vanno intraprese entro tre anni azioni di risanamento. Nel caso in cui il valore di concentrazione medio annuo rilevato sia inferiore al livello d’azione, ma superiore a 400 Bq/m3 (80% del limite di legge), il decreto prevede l’obbligo della ripetizione della misura. Per quanto riguarda le restanti sei scuole superano, anche se non in maniera così lampante, il livello d’azione”. Dalla Provincia dicono di aspettare, voi intanto cosa state facendo? “Il dirigente del primo Polo ha richiesto un incontro con noi e con un tecnico dell’Arpa, è li che le nostre energie si stanno concentrando e sul caso di via IV Novembre, fortunatamente la zona in via Messina e del secondo Polo in generale e anche le scuole in P.zza San Domenico versano in una situazione più incoraggiante”.
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