Le biomasse di Cavallino approdano in Commissione Ambiente

Espresso parere negativo all’impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Il “testimone” passa ora al Consiglio provinciale

Su richiesta del consigliere provinciale Renato Stabile si è riunita oggi la 4^ Commissione Consiliare Provinciale “Ambiente e Risorse Naturali ed Energetiche (Rifiuti, Scarichi ed Emissioni – Tutela Flora e Fauna)”, manifestando la propria contrarietà all’impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile alimentato da biomasse in località “Masseria Guarini” a Cavallino, in una localizzazione considerata dai commissari come “già fortemente inquinata” e dove già insistono due discariche, l’impianto di “Cdr” e il “Biotunnel”. La stessa Commissione ha approvato una proposta di ordine del giorno destinata a rappresentare questo indirizzo negativo alla realizzazione dell’impianto, proposta che sarà oggetto di discussione del prossimo Consiglio provinciale. Il testo dell’ordine del giorno richiama in maniera specifica le preoccupazione espresse dai consiglieri provinciali “circa la realizzazione del citato impianto, che verrebbe ad aggiungersi nel medesimo territorio agli impianti di conferimento di rsu ed al trattamento degli stessi per la produzione di Cdr”, rilevando, inoltre, come “l’alimentazione di detta centrale a biomasse dovrebbe avvenire, secondo il progetto proposto, a mezzo di oli vegetali da bruciare provenienti da filiera lunga e da bruciare in grandi quantità, con gravi preoccupazioni per la tutela dell’ambiente”. Al termine dei lavori il consigliere Renato Stabile ha espresso “soddisfazione per il grado di coinvolgimento nella vicenda dimostrato dalle istituzioni provinciali e dalle rappresentanze politiche presenti in Commissione, che si sono potute confrontare su un tema di stringente attualità e che interessa fortemente le comunità interessate e tutto il Salento”. 12 ottobre 2010 – Le biomasse di Cavallino approdano in Consiglio Provinciale L’iniziativa di affrontare in Consiglio Provinciale la questione riguardante l’approvazione della centrale a biomassa di Cavallino ha suscitato l’entusiasmo degli esponenti del Comitato Intercomunale che ormai da oltre un anno si batte affinché non si giunga al rilascio dell’autorizzazione unica regionale al progetto che prevede la realizzazione della grande centrale termoelettrica e ridosso dell’abitato di San Donato e ad una manciata di chilometri da Cavallino, Lizzanello, San Cesario e Lecce. La Commissione consiliare “Ambiente e Risorse Naturali ed Energetiche “, riunitasi su richiesta del consigliere provinciale Renato Stabile, si è aggiornata alle ore 12 di mercoledì 13 ottobre. Nella seduta la Commissione esprimerà il suo parere con un Odg con cui inviterà il Consiglio a pronunciarsi sul problema dell’impatto ambientale dell’impianto sul territorio interessato. “La realizzazione della Centrale a Biomasse Oleose da ben 74 Mw termici – ha dichiarato Paolo Toma, esponente di Cavallino del Comitato – fu approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Cavallino, malgrado alcuni consiglieri – che paradossalmente, a fine seduta, votarono a favore – avessero espresso, in quella stessa sede, il loro disappunto per la carenza di informazioni che aveva caratterizzato la presentazione del progetto. Nonostante la promessa di convocare 'esperti' per illustrare alla cittadinanza le autocelebrate bontà dell’impianto, volantinata dal Comune di Cavallino all’indomani dei comunicati che cominciarono a circolare per merito di alcune associazioni locali, ad oggi – ha aggiunto Toma – né il Sindaco né tantomeno il suo vice hanno preso una sola iniziativa in tal senso. Le rilevate criticità ambientati sollevate da Arpa e Asl nello scorso mese di giugno confermano i rischi sulla salute di simili impianti da tempo già sollevati da esperti indipendenti, epidemiologi e oncologi di indiscussa fama e quanto noi del Comitato continuiamo a ripetere da un anno e mezzo con particolare riferimento al cumulo di inquinanti che si determinerebbe se i fumi prodotti dall’impianto in questione andassero a sommarsi agli elementi di criticità ambientale tuttora rappresentati dalla discarica asservita all’Ato Lecce 1 e dall’area dell’ex inceneritore Saspi, alle quali devono aggiungersi le numerose discariche abusive di cui, purtroppo, è costellato il territorio e nelle quali non è raro scorgere rifiuti pericolosi e spesso tossici. Anche l’opinione pubblica, grazie alle numerose iniziative del Comitato e all’interessamento dei mezzi d’informazione, sembra aver acquisito una nuova sensibilità sull’argomento e quella decisione allora unanime sembra oggi stridere con l’effettiva volontà dei cittadini di Cavallino e dei comuni limitrofi che questa centrale proprio non la vogliono. Malgrado ciò, gli amministratori di Cavallino, tutti impegnati a tessere alleanze in vista delle prossime consultazioni elettorali, sembrano non curarsi di ciò e anche il recente rimbalzo di competenze tra gli uffici della Regione e la Provincia sembra aver relegato il problema ad una mera soluzione burocratica, a discapito dei diritti inderogabili della popolazione come la salute e la protezione dell’ambiente”. “Ben venga quindi – ha concluso Toma – l’iniziativa del Consigliere Provinciale Renato Stabile di far convocare una seduta ad hoc della Commissione Provinciale all’Ambiente e di adoperarsi affinché l’argomento venga discusso nei prossimi giorni in Consiglio Provinciale dove riteniamo necessario che venga affrontato per ridare il giusto spessore politico a interessi necessariamente trasversali e diffusi ma che, nelle discrasie e nei numerosi vuoti della normativa, rischiano di essere soffocati da assurdi cavilli burocratici. Qui è in gioco la salute dei cittadini di diversi Comuni della Provincia e l’organo politico di tale Ente, per voce dei rappresentanti di quei cittadini, non può non esprimersi su una vicenda così paradossale! A quel punto sia gli uffici amministrativi che gli organi politici della Regione Puglia dovranno trarre le debite considerazioni e negare l’autorizzazione con motivazioni forti e inoppugnabili”. Andrea Savonitti, del coordinamento di San Donato, aggiunge: “eravamo riusciti ad ottenere sulla vicenda della centrale di Cavallino la convocazione della Commissione Ambiente anche due anni fa e, nonostante già allora fosse emerso un parere trasversale fortemente negativo, dopo poche settimane la Provincia di Lecce emise un parere di VIA positivo! A questo punto per restituire piena trasparenza sull’operato dei nostri amministratori riteniamo assolutamente necessario che tale vicenda approdi e sia votata in Consiglio Provinciale”. 20 settembre 2010 – Centrale a biomasse di Cavallino: “la Capone ci ignora” Nemmeno l'interrogazione urgente sottoposta al Presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna il 22 luglio 2010 dal Consigliere Regionale de l'Idv Aurelio Gianfreda (tra i firmatari il Coordinatore Provinciale Francesco D'Agata, il Pdl di San Cesario e Pino Raganato componente regionale dell'osservatorio difesa consumatori Idv), ha prodotto risposta alcuna sul tema della centrale a Biomasse di Cavallino. Lo dice Pino Raganato in un comunicato stampa. “Si chiedeva alla vice presidente della Regione Puglia e assessore allo sviluppo economico Loredana Capone quando sarà ufficializzata la posizione dell Regione Puglia in merito all'incontro tenutosi a Bari il 2 luglio 2010 tra TG energie, Arpa Puglia, Comune di Cavallino e Comune di San Donato, presenti le associazioni ambientaliste. Dal tavolo tecnico erano confermati i pareri negativi già manifestati l'8 giugno da Arpa, Asl e Provincia di Lecce. A questo punto i nostri sospetti diventano conferme, il diniego non verrà mai firmato, ciò ci preoccupa, legalizza e legittima qualunque pericolosa iniziativa imprenditoriale dell'allargamento dell'area industriale interessata, dando così la possibilità a TG energie di modificare e variare il progetto. Il diritto alla trasparenza e alla tutela dei cittadini è imprescindibile da qualsiasi volontà politica-imprenditoriale”. 16 agosto 2010 – Biomasse a Cavallino: firmato documento unitario Nell’attesa del pronunciamento definitivo della Regione, si allunga la lista dei sindaci contrari alla realizzazione della centrale termoelettrica a Cavallino. Il Comitato Intercomunale contro la Centrale a Biomasse informa dell'avvenuta sottoscrizione, nei giorni scorsi, del documento unitario (in allegato) d'intesa da parte dei sindaci di Lecce, Caprarica, Lequile, Lizzanello, San Cesario e San Donato e di un esponente del Comitato. La prossima iniziativa del Comitato sarà la realizzazione di un dettagliato dossier che verrà presentato agli organi di informazione nel corso di una conferenza stampa che si terrà nel mese di settembre. A quanto riportato nel comunicato, “Neanche nel pieno dell’estate si fermano le iniziative del Comitato intercomunale contro la centrale a biomassa di Cavallino. L’ultima di esse ha visto gli esponenti del comitato impegnati in estenuanti incontri e scambi epistolari con gli amministratori dei comuni di San Donato, San Cesario, Lecce e Lizzanello, più vicini al sito individuato per la realizzazione dell’impianto, fino a coinvolgere anche comuni non direttamente confinanti, come Caprarica e Lequile. Un’intesa partita da lontano, fin dai primi contatti con i rappresentanti delle amministrazioni che già avevano manifestato il loro disappunto attraverso gli organi di informazione e interventi nel corso di manifestazioni pubbliche e che avevano promosso i diversi ricorsi tuttora pendenti innanzi al Tar. Due gli aspetti significativi dell’intesa raggiunta grazie all’impegno profuso dal Comitato: innanzitutto la trasversalità espressa dal movimento che è riuscito a coinvolgere e riunire attorno al tema della salvaguardia dell’ambiente e della salute diverse amministrazioni politicamente agli antipodi; in secondo luogo, ma non ultimo per importanza, la prospettiva di una pianificazione comune dello sviluppo del territorio che non deve assolutamente prescindere dalla tutela dell’ambiente ponendo pertanto come punti di partenza la valutazione degli effetti sulla salute dei nuovi insediamenti produttivi e la bonifica dei siti insalubri già esistenti per poi giungere, in tema di politiche energetiche, a preferire la produzione diffusa di energia rispetto a quella delle mega-centrali che sembra attualmente dominare. E la lista dei Comuni salentini intenzionati a mutuare l’iniziativa del Comitato contro la centrale a biomassa di Cavallino è destinata ad allungarsi: l’idea del comitato è stata infatti apprezzata dagli amministratori di alcuni Comuni del basso Salento che hanno manifestato la volontà di favorire analoghe iniziative per contrastare il rischio di ulteriori centrali di cui è stata progettata la realizzazione. Il documento unitario viene alla luce in una fase molto delicata del procedimento autorizzativo della Regione che un mese fa sembrava avviato verso un inequivocabile diniego, stante il parere contrario espresso da Arpa, Asl e Provincia di Lecce, ma che sembra attualmente in una pericolosa fase di stallo. Gli esponenti del Comitato temono che, contrariamente a quanto emerso nel corso della Conferenza di Servizi del 2 luglio, vengano accontentate le richieste di un’ulteriore proroga di sessanta giorni avanzate dalla TG Energie Rinnovabili, in contrasto con i pareri negativi già espressi nell’ambito dell’endoprocedimento che ha negato l’Autorizzazione Integrata Ambientale e che, pertanto, non potrebbe che determinare il diniego al rilascio dell’Autorizzazione Unica quale atto dovuto da parte della Regione. Intanto gli esponenti del Comitato preannunciano la stesura di un approfondito dossier sulla Centrale a beneficio dei cittadini e di quanti vogliano essere informati senza alcun condizionamento e solo sulla base degli atti che hanno segnato questa discussa vicenda. Il dossier sarà presentato nel corso di una conferenza stampa che si terrà a settembre e di cui prossimamente saranno comunicati la data e il luogo. 3 luglio 2010 – Centrale a Biomasse di Cavallino: si attende il no della Regione Il progetto della Centrale a biomasse di Cavallino ha probabilmente le ore contate: è atteso a breve il no ufficiale della Regione Puglia per la realizzazione e l'esercizio dell'impianto. Alle perplessità di Arpa, Asl e Provincia di Lecce, si aggiunge anche la contrarietà della Regione espressa durante la Conferenza dei Servizi svoltasi ieri a Bari presso l'Assessorato alle Attività produttive. Al tavolo tecnico erano presenti il Prof. Calò, l’Avv. Viola e un gruppo di esperti, tra legali, ingegneri e agronomi in rappresentanza della società richiedente, la “Tg Energie Rinnovabile Srl”. Per il Comune di Cavallino c'era lo staff del suo Ufficio Tecnico, nelle persone dell’Arch. Ciccarese e del Geom. De Giorgi ed assistito dallo studio legale Sticchi-Damiani. Intervenuti anche il Comune di San Donato, con l’Assessore Dell’Anna, l’Ing. Nicolaci e l’assistenza dell’Avv. Andrea Memmo e le associazioni portatrici di interessi diffusi ammesse ad assistere ai lavori, nelle persone del Dott. Federico Serafino per il Comitato di San Donato contro la Centrale a Biomasse di Cavallino e il Dott. Toma Paolo Giovanni del Comitato per la Tutela della Salute di Cavallino e Castromediano anche in rappresentanza dei Grilli Salentini. Uniche assenti la Provincia di Lecce la Asl che hanno confermato il parere negativo gia espresso l'8 giugno relativamente al rilascio dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale). Confermata in questo senso anche la contrarietà dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente che, secondo quanto si legge nel comunicato del “Comitato intercomunale contro le Biomasse a Cavallino” espone un lunga serie di criticità inerenti “l’impatto acustico ed elettromagnetico prodotto dalla centrale” e “la composizione chimica dell’olio vegetale destinato ad alimentare la centrale termoelettrica, oltre ad altri dati tecnici dell’impianto”, elemeni, questi, non comunicati dalla società “Tg Energie Rinnovabili Srl” alla Regione. Si attende il pronunciamento del Responsabile Unico del Procedimento. 9 giugno 2010 – Il “No” della Provincia per l'impianto di Cavallino In precedenza Arpa e Asl, adesso anche la Provincia di Lecce si esprime con parere negativo in merito al progetto di costruzione di una centrale elettrica alimentata a biomasse a Cavallino. “Rilevato che la proponente Tg Energie Rinnovalibili non ha riscontrato la prescrizione riguardante l'integrazione del piano di monitoraggio ambientale del'impianto – enuncia la nota emanata dalla Provincia, settore Territorio e ambiente – si esprime parere sfavorevole all'autorizzazione dell'impianto”. Scendendo nel dettaglio, l'assessore provinciale Gianni Stefano ha spiegato in una nota i motivi del no: “la proponente non ha riscontrato la prescrizione indicata in sede di Valutazione Impatto Ambientale riguardante l'integrazione del piano di monitoraggio ambientale dell'impianto; con riferimento alle analisi di diffusione degli inquinanti condotte dal proponente, che evidenziano valori significativi delle ricadute in corrispondenza di aree urbane, gli elaborati risultano carenti dei calcoli di dimensionamento dei filtri; motivazioni queste che vanno ad implementare quelle già espresse nel parere contrario di Arpa Puglia – Direzione Scientifica – in data 4.6.2010 e nel parere contrario di A.S.L./Le – SPESAL in data 7.6.2010”. “L'attività della Provincia prosegue con coerenza nel rispetto del quadro normativo di riferimento – aggiunge poi l'assessore Stefano – e nell'ottica di una concezione del territorio e dell'ambiente, non solo come risorsa da sfruttare, ma anche come “casa comune” che mira a tutelare la qualità della vita degli individui che oggi la abitano”. Ora spetta alla Regione pronunciarsi, e il parere dovrebbe arrivare a giorni. Nel frattempo grande soddisfazione è stata espressa dalle associazioni ambientali, dai comitati cittadini di San Donato, San Cesareo, Lecce e Cavallino, e da Ezio Conte, sindaco di San Donato, il quale palesa “piena soddisfazione a nome di tutta comunità per la contrarietà espressa dalla Provincia di Lecce”. 17 maggio 2010 – IdV contro la centrale a biomasse di Cavallino Mirco Amodio, vicepresidente del circolo Italia dei Valori di Lecce, si esprime in merito alla nascita di una centrale a biomasse a Cavallino, auspicando una tempestiva informazione presso tutti i cittadini dei paesi limitrofi affinché possano esprimere il proprio parere. Il circolo IdV di Lecce, esprime il proprio sostegno e solidarietà al Comitato spontaneo contro la centrale a biomasse di Cavallino. E' inaccettabile che un impianto di tale portata sia deliberato (all'unanimità) da un'amministrazione comunale, quella di Cavallino, senza coinvolgere la cittadinanza e le comunità dei territori limitrofi, che di tale impianto subiranno le nefaste conseguenze. Una centrale da 37 MW a ridosso di centri abitati tra i quali, Lecce, non può sentirsi esclusa, vista la poca distanza tra la città e l'area prevista per la realizzazione dell'impianto. Si auspica quindi che, anche con un tempestivo e massiccio intervento dei mezzi di informazione, la cittadinanza dei territori coinvolti, possa essere informata, in modo da dare l'opportunità a tutti coloro che vogliano manifestare il proprio dissenso e a tutti quelli che hanno a cuore la salvaguardia della salute propria e di quella dei propri concittadini di poter essere ascoltati. Il circolo IdV di Lecce non lascerà sola la popolazione, ma anzi è a completa disposizione per cercare di trovare una ottimale soluzione per i cittadini e per il nostro territorio. 14 maggio 2010 – Biomasse a Cavallino. San Donato e San Cesario protestano A Cavallino e dintorni la popolazione di divide in merito all'apertura di una centrale a biomasse. La centrale dovrebbe sorgere nella zona industriale di Cavallino, ma a pochissimi Km di distanza dai comuni di San Cesario e San Donato, pertanto gli abitanti delle due cittadine insediano il Comitato spontaneo contro la centrale a biomasse. “Con il colpevole silenzio degli organi di informazione e degli esponenti politici del territorio, prosegue l'iter autorizzativo per la realizzazione di un gigantesco parco per la produzione di energia elettrica alle porte dei paesi di San Donato e San Cesario. In pratica stiamo assistendo a quello che è successo circa 10 anni fa con la discarica: il comune di Cavallino insedia, a meno di 1 Km da San Cesario e San Donato, impianti fortemente impattanti, intascando le royalties (circa 12 milioni di euro in 15 anni) e lasciando ai residenti di questi paesi le conseguenze. Di cosa stiamo parlando? Di un progetto portato avanti in barba alle raccomandazioni della legge che prevede che per la realizzazione di impianti così imponenti ci sia una comunicazione e una partecipazione “ampia e diffusa”. Nell'immediato, infatti, si prevede l'insediamento di una centrale che brucia olio vegetale importato dall'Africa di ben 37 Mw, per intenderci una volta e mezzo quella che si vorrebbe realizzare a Lecce e Casarano, e successivamente un'altra centrale alimentata a biomassa di origine solida e poi ancora un campo fotovoltaico ed un impianto per la produzione energetica attraverso la fermentazione della frazione organica dei rifiuti. Il tutto votato in consiglio comunale a Cavallino all'unanimità dei presenti, senza differenziazione di schieramento politico. L'impianto brucerà circa 170 tonnellate di olio al giorno e si estenderà su una superficie di quasi tre ettari, nelle immediate vicinanze della discarica. Per permettere la realizzazione di questi impianti è stato depositato in Regione la richiesta per ampliare enormemente la zona industriale di Cavallino da 35 a circa 100 ettari, arrivando a lambire gli abitati di San Donato e San Cesario e avvicinandosi notevolmente alla città di Lecce e Lizzanello. E' inconcepibile pensare che scelte che hanno un forte impatto per il territorio possano essere prese senza la partecipazione di tutte le comunità coinvolte, invece nella prima conferenza dei servizi tenuta lo scorso anno è stato invitato solo il Comune di San Donato, unico Ente che finora si è espresso negativamente. Perché non sono stati invitati anche i Comuni di Lecce, Lizzanello e San Cesario i cui feudi confinano direttamente con il sito individuato per l'impianto? Perché nella stessa Cavallino non si sono fatti incontri informativi con i cittadini?. Questa centrale non ha niente di ecologico ed infatti la legge la classifica come “industria insalubre di 1° classe” (art.216 t.u. leggi sanitarie) a causa delle nocive emissioni che, stando agli stessi studi di progetto, ricadrebbero sui paesi vicini (in particolare San Donato) rappresentando la classica goccia che fa traboccare il vaso: le nostre comunità hanno infatti già pagato un elevato prezzo in termini di danno ecologico, ospitando per più di dieci anni la discarica a servizio di oltre 20 comuni della provincia di Lecce!. A conferma di quanto detto l'Asl Le/1, nel corso della prima Conferenza dei Servizi, ha evidenziato come la centrale in oggetto sorgerebbe in un'area già gravemente stressata dal punto di vista ambientale, in un contesto territoriale in cui già oggi si registra una mortalità per tumori superiore alla media regionale. Non vogliamo, però, scatenare una guerra tra cittadinanze in quanto le ciminiere, alte circa 30 metri, diffonderanno anche a Cavallino le polveri e i residui della combustione, piuttosto ci interessa ribadire che la delega ad amministrare non è una delega in bianco ma un mandato che deve basarsi sulla comunicazione istituzionale e il coinvolgimento degli abitanti nelle scelte che toccano beni e diritti inalienabili come la salute e l'ambiente. Il 19 maggio la Regione Puglia, incalzata da un ricorso presentato al TAR dal Comune di Cavallino, dovrà esprimersi sulla realizzazione di questo impianto. Invitiamo caldamente i cittadini, i sindaci, le associazioni e i sindacati a pretendere il dovuto coinvolgimento al procedimento e ad esercitare la pressione politica necessaria a riaffermare il primato della volontà popolare.” Comitato spontaneo contro la centrale a biomassa di Cavallino.

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