Sarebbe dovuto partire per l'Umbria in ritiro spirituale “forzato”, ma è stato colto da malore. Sul suo allontanamento la comunità ugentina si è divisa. Zazzera (Idv): “mi parlò di continue intimidazioni”
Avrebbe dovuto prendere il treno per recarsi a Perugia in ritiro spirituale, ma a causa di un malore – un collasso cardiocircolatorio – è stato ricoverato presso l'ospedale di Casarano. Si rimetterà presto, Don Stefano Rocca, ma l'ansia e lo stress accumulati in questi anni, lo hanno portato quasi al limite delle possibili conseguenze. I fatti, gli ultimi, risalgono a poche ore prima del malore, quando si è diffusa la notizia della sua rimozione dall'incarico di parroco in diocesi. Sull'allontanamento di Don Stefano, rappresentato ufficialmente come un'esigenza personale di riposo (a causa della vicenda Basile e delle accuse di scandali sessuali che lo coinvolgerebbero) sarebbe stato, invece, determinante il peso della volontà del Vaticano, espresso in una missiva a lui destinata, con richiesta esplicita di andare via per un mese. Rispetto a questo ritiro “forzato”, la comunità ugentina si è divisa, letteralmente spaccata di due. I sostenitori del parroco si sono riversanti nelle strade e gli hanno espresso grande solidarietà e vicinanza (aperto anche un gruppo facebook “Con DON STEFANO ROCCA”) a differenza degli esponenti della maggioranza ugentina. L'on. Pierfelice Zazzera dell'Idv, fa sapere di aver incontrato alcuni giorni fa Don Stefano e, dice il coordinatore regionale dell'Italia dei Valori, “mi è sembrato preoccupato per la solitudine attorno e per il silenzio sul caso Basile, ma anche certo che la verità prima o poi sarebbe emersa. Mi ha anche confessato i tentativi di intimidazione che sono continuati contro di lui con la pubblicazione su una rivista locale 'Lo scirocco' di una foto in cui campeggiavano due preti in atteggiamenti omosessuali e accanto la dicitura 'Associazione Nazionale contro i preti gay e pedofili' e sulla foto una messaggio: 'chi abusa non confessa, sconta la pena! I bambini sono senza peccato, scagliamo una pietra per loro'. Un messaggio trasversale rivolto a don Stefano per quelle insinuazioni pubblicate da un quotidiano di proprietà del presidente del Consiglio, maldicenze che associavano il prelato alla pedofilia. In quella occasione egli mi ha detto sconsolato: 'guarda dove siamo arrivati, ma io resto sereno. Non mi faranno certamente tacere in questo modo. Ho cercato anche questa fantomatica associazione, non ho trovato a'. Nel colloquio ha fatto riferimento al ripetersi di intimidazioni e segnali col chiaro obiettivo di fargli cambiare aria. Voglio prendere a esempio le parole del Papa in Sicilia contro la mafia 'Mafia strada di morte', del suo invito a contrastare la cultura dell'illegalità. Faccio appello al nuovo vescovo di Ugento, Mons. Angiuli, perché non privi il Salento della voce di don Stefano, affinché egli continui ad educare i giovani al rispetto e alla cultura della legalità, a contrastare l'omertà e i silenzi. Cosa di cui abbiamo forte bisogno: tanto più in questo momento in cui – conclude il deputato – la criminalità organizzata sta dimostrando in Puglia tutta la sua violenza”. 8 ottobre 2010 – Don Stefano lascia la parrocchia di Ugento Don Stefano lascia la parrocchia di Ugento, ma non si sa per quanto tempo. Già nella giornata di oggi partirà per l'Umbria, destinazione Perugia, dove trascorrerà un periodo di riposo, forse alcuni mesi e poi deciderà cosa fare. Non c'è a di ufficile in questo “addio”, ma la motivazione della scelta definita “personale” potrebbe avere a che fare con il clima che da due anni a questa parte (cioè dalla morte del consigliere Idv Peppino Basile) gli si è creato attorno. Sospetti, inchieste, accuse. E non solo per vicende connesse all'omicidio Basile, ma anche per presunti scandali sessuali e di pedofilia. Il fascicolo (stralcio dell'inchiesta su Basile) è sul tavolo del pm Stefania Mininni. Articoli correlati Don Stefano: recapitata l'ennesima lettera anonima (4 agosto 2010) La Procura indaga su Don Stefano Rocca (3 aprile 2010) Io Conto: Le minacce a don Stefano non ci fanno indietreggiare (27 febbraio 2010)
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