Dopo il bilancio consuntivo 2009, con gli oltre 10 milioni di disavanzo, Palazzo Carafa deve ora verificare la contabilità per l’anno 2010
Nella relazione del Collegio dei Revisori, il bilancio del 2009 aveva ottenuto due approvazioni con riserva e un parere negativo. Molte le criticità, si era sottolineato nel documento prodotto, ma le grane non finiscono qui. Perchè, dopo il bilancio consuntivo 2009, con gli oltre 10 milioni di disavanzo (evasione di Ici e Tarsu), Palazzo Carafa deve fare ora i conti – è il caso di dire – con altri equilibri, prima in commissione e poi in Consiglio, per verificare i “numeri contabili” dell’anno 2010. E visto che non c’è niente di più diretto e inequivocabile dei numeri, sul bilancio per il 2010 pesano 850mila euro di debiti dell’Istituzione dei Servizi Sociali, 804mila euro per sentenze definitive (Iacp, Campoverde-Indraccolo contro il Comune) 3,5milioni per gli espropri, 4.304.000 euro per debiti e 849.601 euro lo squilibrio di gestione di competenza. E ancora, per i diritti sulle pubbliche affissioni mancano 110mila euro. Per l'imposta comunale sulla pubblicità, invece, quasi 600mila euro Probabilmente, i debiti potranno ripianati attraverso “la destinazione del 100% degli incassi degli oneri di urbanizzazione al finanzamento della spesa corrente e l’accensione di un mutuo”. Sempre aperta è invece la questione della vendita degli immobili del Comune per finanziare il disavanzo di amministrazione di circa 11 milioni (articolo correlato). Il capo della minoranza a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo (Pd) che invita a non svendere un patrimonio così prezioso. “Come è ormai chiaro ed evidente a tutti – dice Rotundo – per far fronte ai buchi di bilancio, i Signori della giunta dopo aver messo le mani nelle tasche dei contribuenti con l’aumento delle tasse a partire dall’Irpef” (al 50% il recupero dell’addizionale) “sono costretti ora a mettere in vendita anche i gioielli di famiglia”. Ma “una gestione corretta e oculata delle risorse pubbliche impone, a nostro avviso il dovere politico e morale di affidare la valutazione di congruità dei beni immobiliari da alienare all’Ute (Ufficio tecnico edile, ora Agenzia del Territorio), a garanzia di maggiore imparzialità e trasparenza dell’azione amministrativa”. Per Rotundo è necessaria una sottoscrizione di una apposita convenzione per avvalersi della consulenza Agenzia per la fornitura dei servizi di valutazione e di stima degli immobili inseriti nel piano di alienazione”. 25 settembre 2010 – Comune di Lecce: i conti non tornano I conti per il Comune di Lecce proprio non tornano. Il Collegio dei Revisori si spacca: in due approvano lo strumento economico-finanziario (con riserva); il terzo lo boccia. La relazione approntata è piena di rilievi sui fattori di criticità e “irregolarità non sanate”. La lista è piuttosto lunga e comprende: a) situazione debitoria Lupiae e Sgm rimaste inevase 2) la parte vincolata delle sanzioni amministrative (50%) per violazione del Codice della Strada che non viene destinata per spese (da qui il mancato rispetto dei vincoli di destinazione) 3) il ricorso ad anticipazioni di tesoreria per l’intero anno che costituisce un comportamento non conforme ad una sana e prudente gestione finanziaria 4) bassa velocità di riscossione delle entrate proprie 5) mancata riscossione delle entrate previste ed accertate a titolo di recupero evasione tributaria di Ici e Tarsu 6) irregolare flusso di pagamenti nei confronti di istituzioni e organismi partecipati, con il rischio di minarne gli equilibri. I due revisori indicati dalla maggioranza, Antonio Marotta (presidente) e Fabrizio Natale (componente) scrivono che pur considerndo “l’assenza di comunicazione da parte dei dirigenti dei settori in ordine alla presenza di passività latenti e pur in presenza delle criticità rilevate”, a parere degli stessi, “non inficiano l’impianto complessivo del bilancio, esprimono parere favorevole al rendiconto 2009”. Paola Montinaro, il revisore indicato dall’opposizione, afferma il contrario e non esprime parere favorevole per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2009, “tenuto anche conto che per quanto esposto non si è in grado di attestare la completezza e attendibilità dei risultati di gestione”. Da notare, infine, anche il capitolo raccomandazioni all'Ente che riguarda: contenimento dei costi, riscossione dei tributi, ma soprattutto, la capacità di “attenersi ai principi di veridicità del bilancio”. Articolo correlato Ex Istituto Margherita di Lecce vendesi 4 settembre 2010 – Spettro bancarotta per il Comune di Lecce Si scrive Lecce, si legge Taranto: il dissesto finanziario, per il capoluogo salentino, potrebbe essere realtà. La Corte dei Conti indaga sui conti in rosso del Comune. L’inchiesta vuole fare luce sul buco da 10 milioni nel bilancio consuntivo del 2009 dichiarato da Palazzo Carafa. Il sindaco Paolo Perrone afferma che “la gravità della situazione finanziaria, in cui versa il Comune, è determinata dai tre terribili bubboni che abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione (Boc, via Brenta e Lupiae) e che per noi sono state priorità assolute in questa prima metà di consiliatura”. Al momento, infatti, sono tre i filoni di indagine che coinvolgono l’amministrazione salentina: i Boc, ovvero il prestito obbligazionario con le banche; la vicenda dei palazzi di via Brenta, per la sistemazione degli uffici giudiziari e la gestione di società consortili. “Dell’attenzione della Corte dei Conti – continua il primo cittadino – sapevamo già. Si tratta di indagini sulle tre specifiche questioni sulle quali si vuol legittimamente vederci chiaro e che noi abbiamo già affrontato per evitare al Comune il dissesto. Abbiamo combattuto sia la crisi della Lupiae, che nel 2007 aveva 3 milioni di euro annui di disavanzo e oggi è in pareggio senza aver licenziato una sola unità, sia il problema dei Boc, per i quali pagavamo una rata di 9 milioni e 900 mila euro all’anno e oggi di 5 milioni e 400 mila attuando una sapiente rimodulazione del debito, sia la vicenda dei palazzi di via Brenta, nella quale stiamo cercando di rivedere il contratto capestro, avendo interrotto in ogni caso la corresponsione delle rate. Il disavanzo 2009 è frutto di una operazione di pulizia e trasparenza del Bilancio con la quale abbiamo cancellato i crediti che la vecchia amministrazione riteneva di poter incassare secondo il contratto Soget. Posso confermare che nell’esercizio 2009 il Bilancio del Comune di Lecce è in pareggio. La 'ripulitura' del Bilancio, assieme alle tre questioni indicate, sono tappe necessarie sulla via del risanamento. Ci siamo mossi – conclude – con grande coraggio, malgrado il comprensibile ostruzionismo dei consiglieri di Io Sud e quello, francamente inspiegabile, di Antonio Rotundo, che non solo non ha assunto posizioni di responsabilità, ma continua scelleratamente a tifare per il dissesto”. Poi un messaggio all’opposizione arriva anche da parte dell’assessore al Bilancio Attilio Monosi: “E’ stupefacente – dice – come il centrosinistra addossi a noi responsabilità che sono storicamente attribuibili alle amministrazioni guidate da Adriana Poli Bortone e poi tenga assieme a lei improbabili conferenze stampa su altrettanto improbabili condivisioni di percorsi politici”. L'opposizione è ripartita “solita cantilena del dissesto e dalla ferma volontà di non riconoscere gli sforzi che questa amministrazione ha fatto e sta facendo, con operazioni assolutamente trasparenti e soprattutto coraggiose, per porre rimedio alla gravissima situazione di difficoltà finanziaria ereditata dal passato. L’opposizione di Rotundo, Torricelli e Salvemini è caparbiamente coerente sul “tanto peggio, tanto meglio”, totalmente distruttiva e inesistente nel momento in cui bisogna non solo evidenziare il problema, ma proporre anche eventuali ricette. Intanto, va detto che il disavanzo di 11 milioni di euro non è relativo al 2009, ma deriva dal fatto che con la nostra operazione di “pulizia” abbiamo cancellato i crediti che comparivano secondo il contratto Soget e che la vecchia amministrazione aveva previsto di incassare, tanto è vero che il nostro Bilancio per il 2009 rispetta il Patto di Stabilità. Il rimedio al disavanzo passerà dalla alienazione dei beni immobili, quelli non utilizzati, che sino ad oggi hanno costituito una spesa e non un reddito, e dalla valorizzazione dei terreni di proprietà comunale, con benefici di riconversione esclusivamente a favore della comunità. Vorrei ricordare a Rotundo che sul terreno di via Cicolella è stata questa amministrazione a bloccare l’ecomostro voluto dall’ex sindaco Poli Bortone e lì si prevede di realizzare servizi a beneficio del quartiere anche con la collaborazione dei privati. Quanto al Piano Traffico, è arcinoto a tutti che è già definito e nei prossimi giorni sarà sottoposto a tutti i soggetti interessati (commercianti, associazioni di categoria, ecc.). Servirà senza dubbio a migliorare la qualità della viabilità cittadina. Per ciò che concerne poi la questione rifiuti, siamo d’accordo con Rotundo che l’appalto che ha fatto chi c’era prima di noi fa acqua da tutte le parti e per questo abbiamo redatto un progetto per la raccolta differenziata spinta che, inviato alla Regione, ha superato pienamente l’esame del nucleo di valutazione e attende adesso di essere finanziato. Invece di criticare in maniera sterile, Rotundo sia utile alla causa comune (finalmente!) incalzando i suoi alleati politici al governo della Regione Puglia a finanziare per intero il nostro progetto, come è stato fatto con Bari. Infine, sulla spesa sociale va evidenziato con forza che questa amministrazione spende oltre 10 milioni e mezzo di euro (circa il 10% della spesa corrente), che è una scelta caratterizzante e che risulta coraggiosa considerato lo stato generale delle casse comunali”. L'opposizione e i quattro punti per ricominciare Si fa sentire la minoranza di Palazzo Carafa con Antonio Rotundo del Partito Democratico che ricorda gli ultimi 12 anni di Perrone trascorsi al Comune di Lecce come Assessore al Bilancio (4 anni), Vicesindaco (5) e Sindaco (oltre 3). Si chiede allora Rotundo come sia possibile, in ragione dei differenti ruoli svolti, che il Primo Cittadino si chiami fuori da ogni responsabilità dando quindi ragione al Procuratore della Corte dei Conti di Bari, Francesco Lorusso. Rispetto all'ipotesi di variazione della destinazione d’uso di alcuni lotti da parte dell’amministrazione per aumentarne il valore e colmare il buco di bilancio, Rotundo sostiene che ilcentrosinistra si opporrà. In via Cicolella ci sono diecimila metri quadrati destinati a servizi per i cittadini. “Sarebbe gravissimo modificarne la destinazione d’uso”. Rifiuto anche del fotovoltaico selvaggio come fonte di introiti per le casse comunali. Intanto, in una conferenza stampa, l'opposizione indica in rifiuti, piano della mobilità, spesa sociale e Piano regolatore, i quattro elementi con cui rilanciare l’attività amministrativa dopo la pausa estiva. Un piano d’intervento delineato da Antonio Torricelli, Carlo Benincasa, Rita Quarta, Angelamaria Spagnolo, Paola Spoti e Paola Povero. Secondo Antonio Rotundo, infatti “L’operazione verità sui conti che il sindaco continua a sbandierare non è sincera e crediamo che sotto il tappeto ci sia ancora molta polvere”. Anche Carlo Salvemini, ex consigliere comunale del Pd invita l'amministrazione comunale a presentare alla città una relazione sull’attività svolta da Soget (la società di riscossione per Ici e spazzatura) indicando a quanto ammontano i crediti degli anni 2007-2008 che hanno provveduto a cancellare e quelli invece ancora iscritti nel consuntivo. Erano infatti 45 i milioni di euro che la Soget era incaricata di recuperare, in un triennio, tra evasori Ici e imposta sulla spazzatura. Interviene anche Antonio Torricelli, consigliere comunale leccese del Pd, il quale affrema che “in politica ci vuole rispetto e misura. I cittadini sanno che in questi ultimi 12 anni ha governato il centrodestra e che se il Palazzo è stato oggetto di inchieste giudiziarie è un dovere lavorare per ridurne i danni. Ma si può evitare che nei prossimi 2 anni di compagna elettorale ogni giorno ci si accapigli se le responsabilità appartengano al 1° o al 2° o all’attuale mandato amministrativo. Mettiamoci una pietra sopra.: Boc, Brenta, Lupiae, debiti fuori bilancio, pignoramenti e milioni di debiti per fatture non pagate, filovia, il Pug che non c’è, parcheggi zero, inesistenza di un serio piano di servizi sociali per una città sempre più povera e disoccupata. E’ tutta colpa del centrosinistra, di questa opposizione lamentosa ed assillante, così la finiamo di annoiare i nostri pazienti cittadini e da domani cominciamo a confrontarci seriamente sui fatti” (il testo integrale della dichiarazione è nei commenti). Già, i fatti. Torricelli, attraverso una scheda (in allegato), riepiloga per temi e dati, le situazioni controverse in atto e i debiti che incombono.
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