Precari scuola e Università: “Ci censurano”

Al Coordinamento sarebbe stata negata la lettura del proprio documento programmatico presso l'Itis “Fermi” di Lecce

Il Coordinamento dei precari della conoscenza Salento (laureati, dottorandi, ricercatori, assegnisti, personale tecnico e docenti precari della scuola secondaria e dell’Università) informa che questa mattina, in occasione delle convocazioni per gli incarichi a tempo determinato per la scuola secondaria di primo e secondo grado che si sono tenute presso l’Itis “Fermi” di Lecce, “ai rappresentanti del Coordinamento precari della conoscenza Salento è stata impedita la lettura pubblica del documento programmatico. Il Dirigente scolastico dell’Istituto ha addotto come motivazione il fatto che, in occasione delle prime convocazioni (il 16 settembre scorso), aveva già impedito il diritto d’intervento ad altre associazioni presenti”. All’opposto, il 22 settembre scorso presso l’Itis “Giorgi” di Brindisi, tale consentito era stato pienamente accordato. Riteniamo si tratti di un episodio di censura del pubblico diritto all’associazione libera e alla libera informazione. Il sistema istruzione italiano già versa in una condizione oggettivamente allarmante; impedire, come è stato fatto, di utilizzare le sedi più opportune e “naturali” per la discussione sui problemi e i diritti dell’istruzione pubblica si allinea tristemente al trend d’ostruzionismo che causa isolamento e scarsa informazione. Il Coordinamento si pone allora con maggior forza l’obiettivo di un sempre più massiccio e consapevole coinvolgimento delle parti sociali. 23 settembre 2010 – Precari scuola e università: nasce il Coordinamento Si è costituto nel pomeriggio del 21 settembre 2010, il “Coordinamento precari della conoscenza Salento”, cui hanno aderito laureati, dottorandi, ricercatori, assegnisti, personale tecnico e docenti precari della scuola secondaria e dell’Università delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Per la prima volta, il Coordinamento cerca di rappresentare anche il mondo del precariato universitario. Assegnisti, contrattisti, borsisti, dottorandi, tecnici precari e altri ancora costituiscono una parte fondamentale del sistema universitario, ma paradossalmente non sono rappresentati in alcun organo collegiale. Il Coordinamento, inoltre, mette assieme lavoratori della scuola e dell’Università per denunciare con forza l’attacco mirato a distruggere ogni livello del sistema dell’educazione, della formazione e della ricerca. Il documento programmatico – i passaggi fondamentali “Il sottofinanziamento del settore della conoscenza è palese ormai da anni, ma continua a passare sotto silenzio. I più recenti studi dell’Ocse dimostrano uno scivolamento progressivo del livello di preparazione dei nostri studenti, arretramento facilmente sovrapponibile al trend dei tagli che il sistema istruzione ha conosciuto negli ultimi anni. Secondo l’ultimo rapporto sull’educazione, l’Italia figura tra gli ultimi posti della graduatoria del tasso di Pil investito e utilizzato per l’istruzione: solo il 4,5% in raffronto alla media dei paesi Ocse del 5,7%. La conoscenza produce ricchezza e occupazione, perciò l’attuale direzione del nostro programma economico è dannosa al nostro futuro, oltre che iniqua. Il precariato nella scuola e nell’Università è ormai fuori controllo. Nel primo caso, in particolare, occorrerebbe 'normalizzarlo' con strumenti diversi dalle 'graduatorie' (che comunque hanno un loro senso per determinare precedenze e diritti). Nel secondo caso, è necessario porre fine allo sfruttamento selvaggio delle competenze scientifiche e culturali di quanti, quotidianamente, forniscono servizi gratuiti o sottopagati consentendo il regolare funzionamento delle attività didattiche e/o di ricerca. Lo Stato può e deve trovare le risorse per risollevare il sistema, tagliando su altri capitoli di spesa inutili (ma graditi a chi ha interessi negli appalti e nella spartizione di grosse somme), combattendo l’evasione (gli unici a pagare le tasse per intero sono gli statali) e mettendo mano ai patrimoni, al lusso, alla ricchezza. La cultura è un settore trainante dell’economia italiana ed è l’elemento che più di ogni altro rende popolare la nostra immagine all’estero e contribuisce in maniera decisiva al gradimento delle nostre offerte turistiche; la ricerca permette al paese di crescere e di non dipendere economicamente da altri più evoluti. Abbiamo investito anni in studio, pagando tasse universitarie, spese per master, corsi di specializzazione, Ssis, corsi di perfezionamento, abbiamo sopperito alle falle del sistema con lavoro non retribuito, ora vogliamo ciò che ci spetta di diritto: il rispetto della nostra possibilità di avere un futuro”. Contatti Coordinamento Precari della Conoscenza Salento Referente: Dario Vadacca e-mail: [email protected]

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