In azienda d’abbigliamento, utilizzava lavoratori in nero con paghe basse e turni massacranti, avrebbe evaso 1 milione di euro
Un esercito di lavoratori in nero, almeno centoundici quelli accertati tutti di sesso femminile, sfruttati come schiave, per dieci ore al giorno con una pausa di soli quindici minuti, giusto il tempo di mangiare qualcosa, senza mai abbandonare la macchina da cucire. Un lavoro massacrante, pagato appena tre euro l’ora, e che fruttava al mese un misero stipendio che oscillava tra i 350 e i 400 euro. Quella condotta per alcuni mesi, attraverso una profonda azione di intelligence fiscale, dai militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Lecce, è molto più di un’attività di controllo economico del territorio. E’ un viaggio nel sub strato più profondo del tessuto sociale di un Sud alle prese con un i grandi mali della disoccupazione e di un mercato del lavoro inquinato da imprenditori senza scrupoli, le cui condotte illecite frenano notevolmente la ripresa economica del Salento. La lotta al contrasto del cosiddetto fenomeno del “lavoro nero”, infatti, è uno dei settori in cui operano con particolare attenzione le fiamme gialle salentine. La recente operazione, avviata nel giugno del 2009 dai finanzieri della Compagnia di Otranto, comandanti dal maggiore Luca Petrocchi, nei confronti di una ditta individuale della Grecìa salentina operante nel settore delle confezioni d’abbigliamento, ha permesso di scoprire una vera e propria contabilità parallela a quella ufficiale (cosiddetta “in nero”). Si tratta di quello che in gergo tecnico viene definito un fasonista, un'azienda di confezioni che crea capi d'abbigliamento per conto terzi, di solito grandi marchi. Per circa tre anni, dal 2006 al 2009, alle dipendenze dell’imprenditore, un uomo di 48 anni originario del capo di Leuca, si sono avvicendate più di un centinaio di donne tutte l’età, impiegate per 14.887 giornate lavorative. Gli approfonditi riscontri delle fiamme gialle, hanno permesso di ricostruire il vero ammontare dei ricavi conseguiti dal contribuente negli anni oggetto dell’ispezione. All’imprenditore è stata contestata un’evasione fiscale di oltre 1 milione di euro e di 190 mila euro di Iva. Inoltre non sono state versate ritenute previdenziali ed assistenziali per 159.000 euro. Ulteriori sanzioni saranno comminate dalla direzione provinciale del lavoro. Per aver impiegato 111 lavoratori in nero, la sanzione varia da un minimo di 166mila fino ad oltre il milione di euro, cui poi bisogna aggiungere altri 150 euro per ogni giornata lavorativa (pari ad oltre due milioni). Anche nel settore dei reati fallimentari le fiamme gialle hanno ottenuto risultati importanti. Nei primi otto mesi del 2008, sono stati operati 35 interventi che hanno portato alla denuncia di 58 soggetti, di cui 1 in stato di arresto, ed accertare un patrimonio sottratto, ai creditori, di oltre 7 milioni e 700 mila Euro. In particolare 29 interventi hanno interessato l’accertamento di reati di bancarotta fraudolenta, per i quali reati sono previste pene della reclusione da 3 a 10 anni e 7 hanno interessato l’accertamento di altri reati fallimentari (bancarotta semplice, ricorso abusivo al credito) per i quali reati sono previste pene da 6 mesi a tre anni.
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