Cantieri Teatrali Koreja: l’innovazione e la dimensione internazionale per valorizzare i beni culturali della Puglia
Con “Teatro dei Luoghi – Anteprima 2010” riprende nuova vita il progetto dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce (29 e 30 agosto), nell'ambito dell'intervento “Valorizzazione dei Beni culturali attraverso lo spettacolo”, promosso dalla Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo finanziato dal Fesr Asse IV e attuato grazie all’intervento del Teatro Pubblico Pugliese. Il progetto, di durata triennale, nasce con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale della Puglia: dopo le ville storiche e i palazzi barocchi del Salento si riparte dal Teatro Romano di Lecce che per due giornate, si trasformano in veri e propri cantieri interculturali. Domenica 29 e lunedì 30 agosto 2010, ore 21, presso il Teatro Romano di Lecce, va in scena “Brat” (Fratello), un'opera rom tratta da l'”Opera del mendicante” di John Gay per la regia di Salvatore Tramacere co-prodotto dal Centar Za Kulturu di Smederevo (Serbia) Lo spettacolo si è rivelato una vera sorpresa al “Napoli Teatro Festival Italia”. “Brat” è anche il risultato di un lungo workshop teatrale svoltosi a Smederevo, in Serbia, con l’obiettivo di integrare cultura rom e serba. In uno spazio scenico vuoto e scarnificato i partecipanti al laboratorio assumono ruoli da commedia dell’arte, facendosi testimoni di una cultura emarginata, la propria. Ladri, ricettatori, donne di malaffare, ufficiali di polizia, pronti a spillare quattrini dove si può, sono gli eroi per caso di un mondo alla rovescia e di una cultura tanto rifiutata quanto ricca di fascino e di magia e “Brat” (Fratello) è un modo per conoscerla e condividerla.

Note di regia Circa tre anni fa nella comunità di Smederevo, a 70 km da Belgrado, abbiamo incontrato un gruppo di giovani rom ed un gruppo di giovani attori serbi. Noi Koreja insieme al Centar Za Kulturu di Smederevo, l’unico teatro della città, abbiamo lavorato alla realizzazione di un progetto interculturale. Non sapevamo a di loro, né loro sapevano chi fossimo noi. Molti erano i limiti dati da una “diversità” culturale, sociale, linguistica. L’unico modo per avvicinare questa cultura “altra”, sarebbe stato per noi evidentemente utilizzare lo strumento privilegiato del teatro. E così abbiamo fatto, solo così potevamo fare. Lavoravamo di sera perché i giovani rom di giorno erano impegnati nella dura fatica di raccogliere vetro e ferro i più, alcuni nei mercati generali. I primi giorni sono serviti a farci conoscere, abbiamo messo in campo il nostro modo di fare teatro: esercizi vocali, semplici esercizi fisici nello spazio. Loro ci hanno restituito da subito i loro canti, la loro energia fisica, la freschezza, l’urgenza di comunicare, la voglia di fare. Erano propositivi e curiosi, riuscivamo a comunicare senza conoscere le lingue; avveniva tutto quasi naturalmente, noi guidavamo il lavoro, e loro si “davano” senza porsi troppe domande. Il tempo ci ha aiutato a costruire relazioni. Si è formato un gruppo di lavoro, come una piccola comunità: noi, i ragazzi rom e i giovani attori serbi. Poi la nostra attenzione si è spostata su di loro, sul loro “mondo”: abbiamo approfondito temi che riguardavano il loro orizzonte culturale, i conflitti, il rapporto con la vita. La seconda parte del lavoro, quella più concreta che ci porterà poi a Brat, ci ha visto confrontarci con un tema specifico; dopo vari tentativi ci siamo concentrati su un testo L’Opera del Mendicante di John Gay. Quel mondo tragi-comico dove malviventi, puttane, truffatori giocano il loro buffo valzer sottoforma d’operetta, ci sembrava una giusta prospettiva per raccontarci e raccontare gli stereotipi che accompagnano da sempre la comunità rom. Abbiamo provato a mettere in ridicolo proprio quello stereotipo che da sempre la cultura occidentale nutre nei loro confronti. Attraverso un intenso lavoro sulla maschera e su una recitazione esasperata, è nato Brat, una sorta di commedia musicale che, con ironia e leggerezza, si fa portavoce di un atto di denuncia. Undici non attori rom e otto giovani attori serbi hanno assunto ruoli da commedia dell'arte, facendosi testimoni di una cultura, la propria. Una cultura che, come i piccoli ladruncoli che loro mettono in scena, è destinata a soccombere. Quest’incontro ha lasciato in noi una rinnovata voglia di fare teatro. Per i ragazzi rom invece è stata la scoperta, con meraviglia, di una nuova vocazione; quasi una necessità. Per taluni, perché no, anche un lavoro. Il cast: Guberinic Miljan, Ibraimi Ajnur, Kriziv Damir, Kurtisi Sead, Lazic Vukosava, Miladinovic Marija, Mladenovic Marija, Pasti Ana, Petrovic Darko, Petrovic Igor, Maria Rosaria Ponzetta, Ramadani Ferdi, Redzepi Ajnur, Sabani Emran, Sulejmani Senad, Stojanovic Marko, Todorovic Danijel, Vulic Andjelka

Ideazione e regia: Salvatore Tramacere Collaborazione alla regia: Fabrizio Saccomanno Collaborazione all’allestimento: Mariarosaria Ponzetta Cura del movimento: Silvia Traversi Musiche di: Admir Shkurtaj Eseguite dal vivo da: Giorgio Distante, Redi Hasa/Giorgio Vendola, Admir Shkurtaj “Popolo mite e nomade che non rivendica sovranità, territorio, zecca, divise, timbri, bolli e confini, ma semplicemente il diritto di continuare a essere quel popolo sottilmente altro e trascendente rispetto a tutti quelli che si contendono territori, bandiere e palazzi; un popolo che, un pò come gli ebrei, fa parte della storia e dell'identità europea proprio perché a differenza di tutti gli altri hanno imparato ad essere leggeri, compresenti, capaci di passare sopra e sotto i confini, di vivere in mezzo a tutti gli altri, senza perdere se stessi e di conservare la propria identità anche senza costruirci uno stato intorno” Alex Langer “non si può togliere l'acqua ai pesci e poi stupirsi se i pesci non riescono più ad essere agili ed autosufficienti, gentili ed autosufficienti come una volta” Alex Langer Lunedì 30 agosto, alle ore 22.30, presso il Cortile dell'Accademia di Belle Arti a Lecce (Iingresso libero), si terrà la presentazione del libro “Graffiare i Muri” – Cantieri Koreja storia di un teatro, a cura di Mauro Marino, edito da Titivillus e, a seguire, le sonorità di Claudio “Cavallo” – Dilinò Etno Sound System “Graffiare i Muri” è il racconto di una storia attraverso altre storie. […] Una masseria nelle campagne di Aradeo, gli anni Ottanta e tanta voglia di trovare “voce”. La scelta operare a Sud, dove gli occhi s’erano allenati al desiderio, dentro un margine, un confine che “paradossalmente” non aveva Teatro nonostante le “visioni” della tradizione popolare, i modi della festa, le fantasie narrate dalla pietra. Un immaginario che per un lungo periodo non ha avuto scena, riflessione, scrittura drammaturgica. Sentirsi nomadi è essenza d’ogni cercare, d’ogni desiderio di crescere, di confermare nelle pratiche il tentativo. Adulti non si è mai! Si cambia sguardo, la mira sposta gli orizzonti, si cambia casa e, un’altra avventura accoglie. Così è stato per Koreja in un altro margine, la periferia della città barocca. L’idealità del luogo, presagirla, inventarla, costruirla in una vecchia fabbrica di mattoni! Sfida e dono ad una città non sempre disposta ad accogliere! Qui, un racconto corale ne ricostruisce il percorso […] Info e biglietteria Ingresso Brat Intero euro 8,00 Ridotto euro 5,00 Lecce: 0832/242000 www.teatrokoreja.it
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding