La perquisizione presso l’abitazione di Andrea Leone, di Veglie, ha portato alla luce non solo sostanze stupefacenti anche munizioni di tipo bellico
Hashish, marijuana, bilancino di precisione, sostanza da taglio. Ma non solo. A casa di Andrea Leone, 36enne di Veglie, i carabinieri di Campi salentina hanno rinvenuto anche munizioni da guerra e da caccia. Sul 36enne i militari avevano investigato per mesi, seguendone passi e contatti. Da casa sua il via-vai di auto aveva destato sospetti, trasformatisi in certezze dopo le prime verifiche. Le indagini lunghe e articolate, dirette da Giovanni De Palma, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, avevano portato alla luce un traffico di stupefacenti esteso tra Porto Cesareo e Veglie, ma con clientela originaria anche di altre province pugliesi. Un’attività che era proseguita ininterrotta durante l’inverno e che avrebbe presumibilmente avuto un incremento con l’afflusso di turisti per la stagione estiva. Le tesi d’indagine, compreso il paventato rischio di una corposa reiterazione del reato, hanno convinto l’autorità giudiziaria; il gip Ercole Aprile ha così ritenuto congrua e motivata la richiesta di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo, ed ha pertanto emesso apposita ordinanza. La perquisizione domiciliare è stata condotta con l’ausilio di unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Modugno (Bari). Ecco il risultato: 3 grammi di marijuana, 4 di hashish, oltre mezzo etto di sostanza da taglio, un bilancino di precisione. E poi la sorpresa: otto proiettili calibro 7.62 Nato e cinque bossoli di medio calibro (tutto materiale classificato come munizionalemto da guerra), oltre a 14 cartucce da caccia calibro 12, non denunciate. Proprio il munizionamento bellico ha fatto scattare l’ulteriore reato di detenzione illegale di munizioni da guerra, delitto per il quale è previsto l’arresto in flagranza. Leone è stato così condotto presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding