Manovra da 24 miliardi: inutile e dannosa

Per la d.ssa Sabrina Sansonetti occorre attivare correttivi che rilancino il sistema economico. Ecco perchè la manovra fallisce l'obiettivo

L’importante è che ci sia una via d’uscita, ecco cosa penso di questo momento d’invisibile agonia. Sta vacillando il sistema democratico passando dal legittimo impedimento, al processo breve, al ddl sulle intercettazioni, alla sistematica volontà di limitare la libertà di stampa e d’informazione, allo scudo fiscale, ai tagli continui nel campo dell’istruzione e della ricerca ed ultimo sopruso la manovra varata dal governo che punta a reperire risorse per circa 24 miliardi (che sicuramente non basterà). La finanza pubblica va a pezzi ed il Governo ignora il dramma della disoccupazione e a fa prevedere una ripresa economica in tempi brevi. Bisogna agire con grande determinazione, su più fronti e in tempi rapidi. Nel mirino della manovra ci sono tre milioni di dipendenti pubblici i quali avranno la retribuzione congelata, ai fini degli aumenti contrattuali, fino al 2012. Saranno coinvolte tutte le categorie del pubblico, dagli infermieri del pronto soccorso ai medici super-specializzati, dalle forze armate ai vigili del fuoco, dagli enti previdenziali agli universitari, gli impiegati regionali ed al corpo insegnante già sottopagato. Con la manovra si rischia di produrre una ferita sociale già avviata nel corso di quest’anno passato nel quale si sono persi 42 mila posti da docente e migliaia di supplenti si sono trovati senza lavoro. Dobbiamo prendere atto che tutti i discorsi del Ministro Brunetta sul merito e sulla valorizzazione delle risorse attraverso premi di produttività non saranno altro che vane promesse. Le misure riguardano, inoltre, le donne del pubblico impiego che andranno gradualmente in pensione sempre più tardi fino ad arrivare a 65 anni nel 2016, è previsto un condono per gli immobili fantasma scoperti con la ricognizione aerea del 2007, l’assegno di invalidità verrà concesso con una % di invalidità dall’attuale 74% all’85%, pedaggi autostradali saranno imposti su strade gestite dall’Anas, come il Grande Raccordo anulare di Roma, ecc. Una manovra destinata a tamponare o meglio ad alimentare la crisi ma non certo ad uscirne. Occorre attivare dei correttivi che rilancino il sistema economico ed un miglior equilibrio di genere in cui il talento femminile sia adeguatamente valorizzato. Bisogna concentrare tutte le energie e investire in riforme che diano impulso all’economia. L’utilizzo ricorrente della cassa integrazione che doveva essere uno strumento straordinario viene oggi utilizzato per affrontare crisi strutturali. Lavoratori aggrappati a posti che non hanno un futuro. Si sta congelando la nuova struttura economica su specializzazioni che hanno dimostrato di non reggere le sfide della globalizzazione. Le imprese, in questo momento di incertezza smettono di assumere con contratti a tempo indeterminato. Un pericolo che stiamo correndo è quello di perdere intere generazioni di lavoratori qualificati che, essendo assunti solo con contratti temporanei, non ricevono adeguata formazione e diventano manodopera di riserva. I continui tagli sulla formazione scolastica e nel campo della ricerca stanno irrimediabilmente ipotecando il futuro delle prossime generazioni, ma ancor di più impediscono di uscire dalla crisi. Intercettare il futuro è basilare. Attuare una politica economica che punti all’innovazione e alla ricerca, come ingrediente per la crescita economica, produttiva e sociale del nostro paese, è fondamentale. Altro elemento di criticità è l’avvio del federalismo fiscale che rischia di spezzare il paese. Non si può scindere l’aspetto fiscale da quello storico e culturale. Il meridione ha pagato pesantemente la ricostruzione del Nord. Dopo aver sottratto le risorse al sud, utilizzate dal Nord per crearsi infrastrutture e servizi, senza che ci sia mai stata un’equa ridistribuzione della ricchezza, oggi si pretende di dividere i debiti in parti uguali lasciando tutta la ricchezza al Nord. Dimenticando gli abusi e gli scippi commessi al sud. Si sta prendendo troppo sul serio la Lega. Con la manovra correttiva si tenta di avviare il federalismo introducendo una “fiscalità di vantaggio” per le regioni del sud, dando la possibilità di azzerare l’aliquota IRAP. Solo demagogia politica! E’ opportuno rammentare, che le Regioni si finanziano principalmente con le entrate Irap, a questo punto la domanda sorge spontanea: qualora ci fosse il federalismo fiscale ed azzerando “per concessione” l’Irap con quale altro tributo si finanzierebbero le Regioni? Ed i servizi in più che le Regioni dovranno garantire come si finanzieranno? Per costruire saggiamente occorre, abbandonare la subalternità psicologica che spesso investe il sud, più pensiero critico e più amore. Ora possiamo, riappropriamoci del nostro tempo, della nostra terrà, della nostra dignità. Dott.ssa Sabrina Sansonetti Commercialista – Lecce

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