Il Santalucia entusiasta alla prima di Draquila

Presentato giovedì sera a Lecce Draquila, il docu-film di Sabina Guzzanti. Applausi scroscianti alla regista presente in sala

di Mariapaola Pinto Grande successo per la proiezione di Draquila, docu-film presentato da Sabina Guzzanti al pubblico leccese giovedì sera al cinema Santalucia. Sala stracolma e applausi scroscianti hanno accolto la giovane regista che ha dedicato alla catastrofe aquilana un lavoro di molti mesi raccogliendo le testimonianze dei terremotati che nella ricostruzione delle loro case e della loro città ancora (forse) ci sperano. E mentre la loro vita trascorre altrove (anche se nella città fantasma e impenetrabile hanno lasciato casa e macchina aperte), tra tendopoli invece “chiuse” (gli ospiti vengono controllati a vista e tra i tanti divieti hanno anche quello di non poter bere caffè e coca cola perché eccitanti) e container nuovi di zecca (ma guai a chiamarli così, non è piacevole come idea sapere di essere sistemati in dei container) e dotati di ogni comfort (persino lo spazzolino del water il premier ha fatto trovare, con tanto di auguri e spumante; … ma nessuno si sente poi a “casa sua”: i chiodi al muro si possono mettere ma è meglio di no; e persino le lenzuola personali dovranno essere riconsegnate al momento di lasciare l’alloggio), alberghi sulle coste (mangiare… si mangia bene, camere pulite ogni giorno, cambio della biancheria al mercoledì… ma che noia stare sempre in vacanza), si aprono scenari di solitudine per gli anziani da smistare negli ospizi (“ma lei una mamma ce l’ha? E allora ci mandi sua mamma!”), c’è anche chi si barrica in casa e non apre a nessuno (perché “cittadino aquilano” che all’Aquila ancora lavora). Il documentario della Guzzanti è un’incursione dell’artista nelle vite degli aquilani alle prese con l’emergenza subito dopo il terremoto. La regista indaga sui motivi di una ricostruzione che non coinvolge più l’antico centro storico, ma si espande a macchia d’olio su quelle campagne “dove prima c’erano solo grano e patate”, in tempi più che rapidi, a costi esorbitanti se confrontati con i quelli reali dell’edilizia internazionale. Ad orchestrare il tutto, il ruolo della Protezione civile, che rischiava di trasformarsi in una vera e propria Società per Azioni; mentre si aprono e chiudono incisi sulle vicende giudiziarie del premier, accompagnate da fumetti, musichette e riprese da repertorio. Coraggiosa, precisa, efficace, la Guzzanti è stata osannata e anche ringraziata dagli spettatori leccesi, che si sentono riconoscenti alla regista per il lavoro di contestazione e di resistenza che porta avanti a dispetto di un silenzio diffuso e di un “ordine” generale: perché certi fatti, certe situazioni, vanno raccontate. Ma ognuno, poi, dovrebbe fare il suo…

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