Diagnosi sbagliata, ora ha un cancro in metastasi

Analisi sbagliate, tempi di attesa lunghi, referti medici smarriti. Possibile episodio di malasanità in un ospedale del basso Salento

Possibile episodio di malasanità in un ospedale del basso Salento. In seguito a diagnosi sbagliate ed inevitabile dilatazione dei tempi ospedalieri, oggi una donna di 58 anni si trova ricoverata al Vito Fazzi di Lecce per un cancro alla mammella in metastasi. Le sue speranze di vita sono ridotte al minimo. Le sue condizioni molto gravi. Un esposto presentato dai figli al sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, ripercorre tutte le tappe del grave caso. Le ricapitoliamo brevemente qui di seguito. La storia della paziente ha inizio lo scorso gennaio, quando si sottopone ad uno screening alla mammella gratuito previsto dal Sistema sanitario nazionale. L’esito di quell’esame fa pensare: sono necessari approfondimenti diagnostici. La signora si reca allora presso un nosocomio del basso Salento dove viene sottoposta a nuovi test; il risultato le arriva a casa: negativo. Ma nei giorni successivi la donna comincia ad avvertire difficoltà motorie; le vengono diagnosticate una lombosciatalgia ed osteoporosi. Le settimane che seguono sono tutto un susseguirsi di visite specialistiche presso medici differenti. Nessuno di loro mette in relazione i disagi nel deambulare con un cancro. Eppure le condizioni di salute della donna peggiorano visibilmente. Risonanze magnetiche e screening di vario tipo presso gli ambulatori, sia pubblici sia privati, di più ortopedici – le ultime visite le vengono praticate a domicilio in quanto la donna non riesce più a muoversi da casa – le diagnosticano patologie ossee sempre diverse. Solo il parere di un ortopedico di Milano, cui la documentazione sullo stato di salute della signora è stata nel frattempo inviata, la spinge a ricoverarsi al “Fazzi” di Lecce, dove si trova tuttora presso il reparto di Neurochirurgia. Ma quando il medico del Fazzi le chiede di confrontare i nuovi esami con i primi, ecco una nuova sorpresa: il primo medico presso cui la donna si è recata ha smarrito il referto. I figli hanno denunciato l’accaduto alla Procura di Lecce, chiedendo anche il sequestro dei referti medici e dei computer utilizzati di volta in volta dai diversi medici, per archiviarne i risultati.

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