Omicidio Basile: la Procura chiama a testimoniare i presunti assassini di Salvatore Padovano

E’ iniziato oggi, nell’aula del Tribunale per i minorenni di Lecce, il giudizio immediato nei confronti di Vittorio Luigi Colitti, il 19enne (minorenne all’epoca dei fatti) accusato, in concorso con il nonno, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’IdV assassinato ad Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. L’udienza si è aperta con le cosiddette questioni preliminari. In particolare la difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Francesca Conte e Roberto Bray, ha rilevato come, pur trattandosi di un giudizio immediato, non sia stato possibile acquisire tutti gli atti di indagine. L’avvocato Conte ha poi evidenziato la figura fondamentale del presunto collaboratore di giustizia Giovanni Vaccaro, la cui testimonianza in merito all’omicidio Basile non è stata ritenuta valida dall’accusa. Lo stesso Vaccaro ha raccontato in due diverse deposizioni dinanzi agli inquirenti la propria versione dei fatti. Inoltre, cosa assai strana, sembra che tutto il materiale contenuto nella cella in cui era recluso l’uomo, sottoposto a sequestro su richiesta del sostituto procuratore Giovanni De Palma, non sia mai arrivato presso la Procura di Lecce. La busta contenente tali atti sarebbe giunta vuota. Una circostanza però, non ritenuta valida dalla Corte, che ha stabilito che non vi è alcun riscontro sulla omessa trasmissione di atti, in particolare riguardanti Vaccaro. Ad ulteriore riscontro della non attendibilità di Vaccaro, il sostituto procuratore minorile Simona Filoni ha depositato le deposizioni rilasciate da Rosario Padovano e dal collaboratore di giustizia Carmelo Mendolia, rispettivamente il presunto mandante ed esecutore materiale dell’omicidio del boss della Scu Salvatore Padovano, in cui la verrebbe screditata la figura dello stesso Vaccaro. I due saranno sentinti com testimoni dell’accusa. La difesa ha poi chiesto di poter acquisire tutti gli atti irripetibili, tra cui compare l’esame autoptico redatto dal medico legale, il dottor Alberto Tortorella. La ricostruzione del medico legale sarebbe, secondo i legali di Colitti, in contrasto con la ricostruzione dell’accusa. La Corte, presieduta dal giudice Aristodemo Ingusci, ha accolto tale richiesta. Il presidente ha ammesso tutte le richieste delle parti sull’acquisizione delle prove e la citazione dei testi, fatta eccezione per la dottoressa Serena Palma, una degli assistenti sociali che per prima ha raccolto la testimonianza della piccola teste oculare dell’omicidio. E proprio sulla testimonianza della minore accusa e difesa sono pronti a dare battaglia. Per i legali di coliti, infatti, la piccola teste, uno dei pilastri su cui si basa l’accusa, non sarebbe attendibile poiché il suo racconto non sarebbe frutto di una visione diretta ma di una ricostruzione condizionata da fattori esterni e dal racconto fatto da adulti. Il giudice ha inoltre accolto la richiesta di trascrizione delle intercettazioni ambientali avanzata dalle parti e la sospensione dei termini di custodia cautelare per tutta la durata del procedimento. Sulla richiesta di sopralluogo della scena del crimine, avanzata dall’avvocato Conte, la Corte si è riservata di decidere nel corso delle prossime udienze. Nel corso dell’udienza si è appreso, circostanza assai singolare, che l’informativa finale in merito all’omicidio Basile è stata consegnata solo due giorni fa. In essa, secondo quanto dichiarato dal pubblico ministero, non vi sarebbe alcuna informazione o circostanza diversa da quelle presenti agli atti. Il dibattimento è stato aggiornato al prossimo 28 maggio, data in cui verrà conferito al dottor Giovanni Leo l’incarico di trascrivere le intercettazioni.

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