In una nota inviata a Gabellone, i cittadini chiedono di bloccare lo scempio del territorio che, a loro dire, il progetto della nuova Maglie-Leuca comporterebbe
Dopo la conferenza stampa in Provincia sulla 275, del presidente Antonio Gabellone, le associazioni e il “Comitato 275”, che si sono opposti alla delibera con cui il Cipe (comitato interministeriale) ha approvato quello che è stato definito “un progetto che non tiene in nessun conto le peculiarità turistico-paesaggistiche e identitarie del territorio, che va da Maglie a Santa Maria di Leuca attraversando il Parco dei Paduli e l’area paesaggistica del Capo di Leuca”, ritornano sull’argomento nel giorno in cui il Tar dovrà pronunciarsi sulla sospensiva all'avvio dei lavori. “Quale che sia la pronuncia del Tar di Lecce sulla sospensiva che ci auguriamo, per il bene di tutti, porti al blocco dell’avvio delle procedure di esproprio a carico di centinaia di famiglie, e allo stop imposto ai motori delle tante ruspe che già in tanti sperano di accendere per speculare sulla devastazione del territorio – scrivono dai Comitati – riteniamo immorale e irrispettoso l’atteggiamento di certa politica, che sta strumentalizzando il dolore dei familiari delle vittime delle nostre strade salentine per dare avvio ai lavori che si configurano come un’occasione per una delle più grandi abbuffate partitocratiche ai danni del territorio e dei finanziamenti pubblici del Sud Italia e degli ultimi anni”. In questo quadro, l’appello che parte dalle associazioni ambientaliste è rivolto proprio al presidente Gabellone in persona. “Grande è la stima che abbiamo riposto e riponiamo nel presidente, grande la sensibilità ambientalista e alla bellezza del paesaggio che gli riconosciamo, e che sempre ci riconferma in ogni suo discorso pubblico. Dalle sue stesse parole si deduce quanto sia evidente l’impatto che l’attuale progetto comporterebbe inesorabilmente al territorio. Per questo chiediamo a lui di mettere da parte gli attuali strumentali ricorsi di certa politica a ricatti inesistenti, quali quello delle perdita dei finanziamenti o la sicurezza stradale. Un finanziamento ha ragione di essere visto come qualcosa di cui usufruire se viene speso per la crescita del territorio, non per la costruzione di opere devastanti e dannose all’economia di una terra solo per far lavorare momentaneamente delle imprese e far circolare il denaro tra politici e imprenditori”. In questo dibattito interviene anche Luigi Russo dell’associazione “Comitato 275”, costituito pochi giorni fa a Tricase in cui sono confluite molte associazioni (e il Comune di Alessano) firmatarie del ricorso al Tar presentato dall’avvocato Giovanni Pellegrino, il quale rimarca con “amarezza i danni che qualcuno sta consumando con una campagna di disinformazione sull’intera vicenda, in cui si vuole montare per forza una contrapposizione sterile tra: volete la strada della morte o quella della vita?”. “Questa 275, spiega Russo, sarà il cappio al collo del Capo che andrebbe ad ammazzare lo stesso Capo e con esso la città di Leuca. Tale modello di strada e questo modello di sviluppo ana le identità di Leuca, già martoriata dagli anni da idee di tutti i tipi quali un principato, ipermercato, porto franco, aviosuperficie, casinò, Colonia Scarciglia e una serie di interventi che potrebbero andare ad appesantire il paese di finibus terrae, che qualcuno voleva trasformare in una Leuca da bere”.
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